L’ utilizzazione indebita delle matricole e delle password in banche – dati pubbliche integra illecito penale e disciplinare.

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Giammai ? ammissibile che a dipendenti pubblici non abilitati all? accesso a banche-dati in ragione della qualifica rivestita?? e/o delle mansioni loro attribuite ? sia concessa seppure in via meramente temporanea ? la disponibilit? sinanche temporanea od occasionale di password e matricole? altrui. In disparte i profili giuslavoristici attinenti all? espletamento di mansioni superiori da parte dei suddetti dipendenti i quali vengano assegnati a compiti non di loro pertinenza, seppure per carenza di risorse umane incardinate in quell? ufficio, l? apicale dirigente e/o responsabile della struttura organizzativa? che consenta? seppure informalmente e per le vie brevi ? senza la previa adozione di ordine di servizio ? siffatto indebito utilizzo permettendo od imponendo che di dette password e? matricola attribuite ad un certo dipendente in servizio od addirittura cessato dallo stesso e giammai espunte dal sistema informatico ovvero temporaneamente assente per legittimo impedimento o per altra causale dal servizio si possano avvalere uno o pi? impiegati a cui l? accesso succitato alle banche-dati ? inibito ? risponde in proprio sia penalmente che disciplinarmente. Se trattasi di Ufficio Legale ne risponde ? oltre che l? apicale amministrativo ed il Dirigente per ?culpa in vigilando? ? anche il Legale Coordinatore specie se a conoscenza della verificazione e reiterazione di tali condotte illecite.? Il dipendente, il quale sia consapevole di utilizzare password e matricole altrui, pu? ( rectius: deve ) legittimamente declinare di ottemperare a quanto ?consentitogli od impostogli. In caso contrario, ? ravvisabile anche? la sua responsabilit?. Pur tuttavia, innanzi a fenomenologie di mobbing? alquanto diffuse e/o a comportamenti di apicali coattivamente finalizzati all? uso illegittimo di matricole e password di dipendenti in favore di altri che non ne abbiano titolo, ? palese che dovranno tenersi in debita considerazione? le connotazioni delle fattispecie concrete, essendo indubbio che un impiegato di bassa qualifica possa essere indotto a siffatto uso mediante pressioni psicologiche e prospettazione di minacce di procedimenti disciplinari o similari. Tale fenomenologia, ben lungi dall? essere desueta,? integra prassi ?contra legem? qualora non si verta in ipotesi di singolo episodio a se? stante, ma di continuativa utilizzazione di matricole e password di terzi . Parimenti, ? escluso che fra dipendenti pubblici, legittimamente titolari di matricole e password di accesso a banche-dati pubbliche, sia ammesso lo scambio delle stesse. Chi esse utilizza ne ? responsabile in proprio anche in relazione alla relativa custodia. Perci?, il promiscuo utilizzo integra illecito perseguibile come per l? altrettanto se un dipendente illegittimamente fruisca di password a matricola di un collega ? profittando della sua disattenzione o di insufficiente custodia ? al fine di porre in essere condotte criminose in danno della P.A. di appartenenza? o di altra amministrazione ? ? ravvisabile ipotesi di reato. E se da tali comportamenti scaturisca anche un danno pubblico, potranno configurarsi gli estremi di responsabilit? amministrativa per danno erariale, ferma restando quella disciplinare. E laddove si motivi l? uso in via temporanea di matricola e password di un dipendente in favore di altro della stessa compagine amministrativa, in ragione della circostanza di recente assunzione in servizio che ancora non abbia consentito l? abilitazione all? accesso, non si elidono i profili di cui sopra, fatte salve le debite eccezioni e sempreche? adeguatamente formalizzate e giustificate.??

Francaviglia Rosa

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