L’interpello tributario- Scheda di diritto

L’interpello tributario permette ai contribuenti di ottenere chiarimenti dall’Amministrazione fiscale su norme applicabili a casi concreti.

Redazione 24/01/25
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L’interpello tributario è uno strumento giuridico che consente al contribuente di richiedere chiarimenti preventivi all’Amministrazione finanziaria in merito all’applicazione di norme tributarie a situazioni concrete e personali. Questo istituto, disciplinato dagli articoli 11 e seguenti della Legge n. 212/2000 (Statuto del contribuente) e dal D.Lgs. n. 156/2015, rappresenta un importante meccanismo di dialogo tra il contribuente e l’Amministrazione finanziaria.

Indice

1. Finalità e funzioni dell’interpello tributario


L’obiettivo dell’interpello è quello di garantire certezza giuridica e fiscale ai contribuenti, soprattutto nei casi in cui vi siano dubbi interpretativi su disposizioni normative complesse. Questo strumento è particolarmente utile in un sistema tributario spesso caratterizzato da norme tecniche e articolate.
Le principali funzioni dell’interpello sono:

  • Prevenire il contenzioso tributario: consentendo al contribuente di ottenere una risposta ufficiale prima di agire, si riducono le controversie con l’Amministrazione.
  • Uniformare l’interpretazione normativa: le risposte dell’Agenzia delle Entrate costituiscono un orientamento ufficiale, valido per casi analoghi.
  • Tutela del contribuente: la risposta vincola l’Amministrazione finanziaria e protegge il contribuente che agisce in conformità ad essa.

2. Tipologie di interpello tributario


La normativa distingue diverse tipologie, ognuna delle quali risponde a esigenze specifiche:

  • Interpello ordinario (art. 11, comma 1, lett. a, L. n. 212/2000): è utilizzato per chiarire l’interpretazione di norme tributarie in relazione a un caso concreto e personale.
    • Esempio: un contribuente chiede chiarimenti sull’applicazione di una detrazione fiscale in una specifica situazione.
  • Interpello probatorio (art. 11, comma 1, lett. b): consente di verificare se sussistano i presupposti di fatto per l’applicazione di una norma.
    • Esempio: un’impresa domanda se un immobile rientri nei requisiti per l’esenzione IMU.
  • Interpello anti-abuso (art. 11, comma 1, lett. c): mira a verificare se un’operazione configuri un abuso del diritto ai sensi dell’art. 10-bis dello Statuto del contribuente.
    • Esempio: un contribuente richiede un parere sulla legittimità di una riorganizzazione aziendale che comporta vantaggi fiscali.
  • Interpello disapplicativo (art. 11, comma 2): riguarda la disapplicazione di disposizioni normative che limitano deduzioni, detrazioni o crediti d’imposta in presenza di determinate condizioni.
    • Esempio: una società verifica se può disapplicare la normativa sulle società di comodo.
  • Interpello sui nuovi investimenti (art. 2, D.Lgs. n. 147/2015): permette agli investitori, italiani o esteri, di ottenere una risposta preliminare sulle implicazioni fiscali di un investimento rilevante (almeno 20 milioni di euro).

3. Procedura di presentazione


La richiesta deve essere presentata dal contribuente o da un suo rappresentante tramite i canali previsti dall’Agenzia delle Entrate (PEC o portale dedicato). La domanda deve contenere:

  • Dati identificativi del contribuente.
  • Descrizione del caso concreto e della normativa applicabile.
  • Motivazione del dubbio interpretativo.
  • Documentazione necessaria a supporto della richiesta.

L’Amministrazione finanziaria è tenuta a rispondere entro 90 giorni dalla ricezione dell’interpello. In caso di mancata risposta, si applica il principio del silenzio-assenso (ad eccezione dell’interpello anti-abuso, dove il silenzio è considerato diniego).

4. Effetti della risposta


La risposta dell’Agenzia delle Entrate ha effetto vincolante nei confronti dell’Amministrazione stessa, ma solo per il caso specifico oggetto di interpello. Tuttavia:

  • Non vincola altri contribuenti che si trovano in situazioni analoghe.
  • Non è impugnabile dal contribuente, che può comunque agire in difformità dalla risposta ricevuta, assumendosene i rischi.

5. Vantaggi e limiti


Vantaggi:

  • Prevedibilità fiscale: il contribuente ottiene certezza sulla corretta applicazione delle norme.
  • Riduzione dei rischi fiscali: una risposta favorevole evita contestazioni future.
  • Dialogo con l’Amministrazione: promuove un approccio collaborativo tra fisco e contribuente.

Limiti:

  • Tempi di risposta: seppur definiti dalla legge, i 90 giorni possono essere un limite per chi necessita di risposte immediate.
  • Ambito circoscritto: la risposta vale solo per il caso specifico e non costituisce una regola generale.
  • Rischio di diniego: in caso di interpello probatorio o anti-abuso, la risposta negativa potrebbe complicare la gestione dell’operazione.

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