L’esame da avvocato: come affrontare al meglio le prove e redigere un buon elaborato

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L’esame di stato rappresenta una tappa obbligatoria per quanti sono intenzionati ad intraprendere la professione forense e, per ogni giovane laureato in Legge, è il principale incubo che si prospetta dopo aver completato il prescritto periodo di pratica. Come noto le prove scritte sono tre e si svolgono in altrettanti giorni del mese di dicembre: parere motivato in materia regolamentata dal codice civile, parere motivato in materia regolamentata dal codice penale e, da ultimo, la redazione di un atto giudiziario a scelta tra una questione di diritto privato, penale o amministrativo.

Con la presente guida alcuni piccoli suggerimenti per gli aspiranti avvocati per affrontare al meglio le prove scritte:

 

 1) La prosa

 Un ottimo elaborato è prima di tutto ben scritto, deve avere una prosa scorrevole e resa in modo tale da facilitare la comprensione al commissario che lo leggerà. Latinismi o espressioni estremamente complesse possono rivelarsi dannose se utilizzate impropriamente o in eccesso. Alla commissione interessa che il candidato sia in grado di fare l’avvocato, non solo la soluzione della traccia! La narrativa dovrà rivelare quindi che il candidato possieda notevoli capacità di persuasione e che sappia rendere in modo chiaro ed inequivoco i concetti che esprime, dimostrando di averne piena padronanza.

 

2) La soluzione

È davvero inutile perdersi in lunghe e complesse elucubrazioni giuridiche poiché la soluzione più semplice è probabilmente quella corretta. Se fosse sufficiente saper cogliere la soluzione giuridica della questione probabilmente tutti supererebbero l’esame, è necessario ben altro! Per riuscire ad individuare in fretta la soluzione della traccia bisogna essere in grado di utilizzare al meglio i testi normativi ed il materiale ammesso alla consultazione. Acquistare i codici con ampio anticipo vi consentirà di familiarizzare con essi e di poterli sfruttare agevolmente. Ripassare le discipline giuridiche oggetto d’esame è senz’altro un ottimo esercizio e renderà più facile percepire al volo quale istituto è posto a fondamento della traccia, ma per le prove scritte è necessario ancor di più redigere il maggior numero di pareri ed atti possibili, svolgere le tracce assegnate in passato ed abituarsi in fretta a rintracciare sentenze risolutive (impegnandosi anche a citarle opportunamente, evitando fastidiosi ed inopportuni “copia ed incolla”).

 

3) L’atto giudiziario

 L’aver svolto per bene la pratica forense vi agevolerà molto in questa prova. L’atto non deve contenere errori di forma, deve essere completo in tutti i suoi elementi ed è ben diverso da un parere motivato. Il vostro ipotetico cliente ha ragione e dovrete persuadere un giudice di questo, cercando di argomentare non solo in punto di diritto ma anche nel merito.

 

Nei prossimi articoli tenterò di offrire dei contributi su argomenti che potrebbero rivelarsi utili per chi si sta preparando ad affrontare l’esame nella sessione 2016, dispensando ulteriori consigli pratici ma soprattutto indicando argomenti giuridici che potrebbero interessare tutti voi che vi preparate alla tre giorni. Nel mentre continuate la pratica e…Buon lavoro!!!

Paolanti Daniele

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