L’applicazione della legge spagnola ha dato il via alla riduzione dei tempi per il divorzio

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In base alla legge spagnola (n. 15/2005) anche in Italia si è avuto il "divorzio breve".
In Italia per ottenere il divorzio bisogna obbligatoriamente prima essere separati e poi attendere almeno tre anni, in Spagna le nuove leggi consentono di accedere direttamente alla fase finale del procedimento giuridico e porre fine ad un matrimonio’. In Italia il divorzio senza separazione e’ ammesso solo in determinati casi, come la condanna di un coniuge all’ergastolo o per gravi reati.
Il caso si è verificato a Firenze il giudice – con una tempestiva sentenza emessa a distanza di un anno dall’inizio della causa – ha recepito la richiesta degli avvocati fiorentini e ha proceduto all’immediato divorzio. Per la prima volta il giudice ha posto in esecuzione una legge "straniera" – per la precisione Spagnola Nazione dell’UE – emettendo sentenza di divorzio.
L’annoso problema del “divorzio veloce” e’ da anni al centro dell’attenzione politica e sociale. Secondo recenti ricerche si è appreso che il 63,5% degli italiani sarebbe favorevole all’approvazione del “divorzio breve” per le coppie senza figli (Anche la Francia, dopo i tanto discussi pacs, rompe un’altra tradizione nel campo del matrimonio: infatti è in vigore il divorzio lampo. Qualora i coniugi diano il consenso, una nuova legge ancora da perfezionare consentirà di omologare la separazione con una firma dal notaio, senza attivare il tribunale. "Per le coppie sarà una procedura più semplice, rapida e meno traumatica", spiega Eric Woerth, il ministro dell’Economia che sta mediando la riforma giuridica con i notai. Alcuni addirittura la propongono anche in Italia). La ricerca ha coinvolto un campione schierato in maniera trasversale sia per ideologie politiche che religiose.
Un gruppo di parlamentari (Bipartizan) ha chiesto ai Presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato e a tutti i capigruppo politici la sollecitazione dell’inserimento nell’ordine del giorno delle commissioni delle 6 proposte legislative per diminuire notevolmente il periodo giuridicamente stabilito per ottenere il divorzio.
In Italia esiste anche un gruppo promotore a tale scopo: "Lega italiana per il divorzio breve (
http://www.divorziobreve.it) che cerca da anni di ottenere delle modifiche legislative.
In base ai rapporti annuali della Commissione europea per monitorare  l’efficienza della giustizia sullo stato dei sistemi giudiziari relativo al 2006 in 45 stati su 47 membri del Consiglio d’Europa, l’Italia si e’ si è classificata tra le peggiori sia per  la durata dei procedimenti di divorzio che per le procedure di primo grado nel nostro Paese. Infatti necessitano 634 giorni, il doppio di quanto necessario in Germania e in Portogallo. Dopo l’Italia troviamo la Francia (447 giorni), il Portogallo (325) e la Germania (321). In Spagna la tempistica giuridica  per il divorzio varia fra i tre e i 6 mesi e la pratica puo’ essere accelerata mediante solleciti dopo un minimo di tre mesi dalle nozze.
 L’appilicazione della legge spagnola nell’ambito della Giustizia italiana segna una tappa importante e nel contempo viene ad essere uno stimolo istituzionale.
L’escamotage della sentenza e’ stato che la coppia fosse formata da lei italiana e lui spagnolo.  Motivo più che valido per il  giudice che ha applicato la legge spagnola. E’ un messaggio denso di significato quello che la Magistratura invia al sistema politico, una sorta d’invito a "rimodernare" le procedure oramai obsolete e non al passo coi tempi, in una società mutevole e mutante, dove l’apporto culturale dei vari popoli che lo attraversano portano segnali d’innovazioni.
Anni fa il Parlamento si era interessato bocciando una proposta di legge che riduceva a uno gli attuali tre anni di attesa di separazione per poter richiedere il divorzio: un voto bipartisan che, ispirato dal Vaticano, aveva confermato la vecchia tradizione delle nostre istituzioni all’autorita’ religiosa papalina.
La separazione è la fase intermedia tra matrimonio e divorzio, è un mezzo per interrompere la convivenza senza sciogliere il matrimonio. E’ importante per i coniugi che vogliono dividersi e che vogliono regolare le conseguenze giuridiche di una tale situazione, ma che, ad esempio, per motivi religiosi, non vogliono sciogliere il matrimonio. Tale tipo di separazione prevede la possibilità di riconciliazione. Può anche essere una “fase interregno” verso lo scioglimento del matrimonio.
 
 
Dottoressa in Scienze dell’educazione 
Consulente dell’educazione familiare
Mediatrice Familiare

Corbi Mariagabriella

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