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Ieri sera la Corte Costituzionale si è finalmente espressa sull’Italicum, la legge elettorale italiana valida per l’elezione della Camera dei Deputati. In risposta ai dubbi di costituzionalità sollevati dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Trieste e Genova, la Consulta ha stabilito che il premio di maggioranza da attribuire al partito che raggiunge almeno il 40% delle preferenze è legittimo, mentre va abolito il ballottaggio tra le liste più votate e va affidata a un sorteggio la scelta finale del candidato eletto in più di un collegio. “La legge elettorale”, conclude la Corte, “è suscettibile di immediata applicazione“.
Vediamo allora nel dettaglio quali cambiamenti dovranno essere apportati all’Italicum.
Leggi il parere della Corte Costituzionale sull’Italicum.
Come funziona l’Italicum?
L’Italicum è il nome con il quale è comunemente nota la legge elettorale italiana del 2015 (L. 6 maggio 2015, n. 52). Approvato sotto il governo Renzi, e nell’ottica della riforma costituzionale che avrebbe dovuto diminuire le funzioni del Senato, l’Italicum disciplina l’elezione della sola Camera dei Deputati.
L’Italicum avrebbe dovuto rimpiazzare la precedente legge elettorale, comunemente chiamata Porcellum e dichiarata in parte incostituzionale dalla Consulta nel 2014. Il Porcellum modificato dopo le indicazioni della Corte Costituzionale, definito Consultellum, è tuttora in vigore per le elezioni del Senato ma è stato soppiantato per le elezioni della Camera dall’Italicum.
L’Italicum è incostituzionale?
L’Italia si trovava così, fino a ieri, in una situazione del tutto singolare: due leggi elettorali diverse per i due rami del Parlamento, una delle quali dichiarata in parte incostituzionale e l’altra, la più recente, all’esame della Corte Costituzionale.
Le ipotesi di una possibile incostituzionalità dell’Italicum erano sorte in merito a quattro punti fondamentali: il premio di maggioranza per il partito che avesse raggiunto almeno il 40% dei voti, il ballottaggio tra i due partiti più votati in caso di mancato raggiungimento del 40%, le pluricandidature dei capilista in più collegi e i capilista bloccati.
Il premio di maggioranza
L’Italicum assegna al partito che ha ottenuto almeno il 40% dei voti un premio di maggioranza del 54%, corrispondente a 340 seggi.
L’Italicum si differenzia quindi dal Porcellum, che era stato dichiarato incostituzionale in questo punto dalla Consulta perché prevedeva un premio di maggioranza assegnato al primo partito ma sganciato da una soglia minima di voti ottenuti. Nella giornata di ieri la Corte Costituzionale ha confermato che il premio di maggioranza previsto dall’Italicum è lecito.
Bocciato il ballottaggio tra i partiti
Parere diverso, invece, sul sistema del ballottaggio.
L’Italicum prevede che, nel caso in cui nessuno dei partiti raggiunga il 40% dei voti al primo turno, al secondo turno concorrano solo i due partiti arrivati per primi. La Consulta ha ritenuto incostituzionale questo sistema, che quindi ora dovrà sparire dalla legge.
Le pluricandidature e i capilista bloccati
La Corte Costituzionale ha inoltre modificato, pur senza abrogarlo, il meccanismo delle pluricandidature. Lecita la candidatura dei capilista in più collegi contemporaneamente (fino a un massimo di 10, come previsto dall’Italicum), ma incostituzionale la possibilità per gli eletti in più di un collegio di scegliere liberamente in quale risultare effettivamente eletto. La scelta dovrà essere fatta tramite sorteggio.
La Corte Costituzionale, infine, non ha ritenuto illegittimo il blocco dei capilista. Attualmente, quindi, le liste non sono bloccate e i cittadini possono esprimere le loro preferenze, ma solo dal secondo candidato in poi. I capilista, invece, sono bloccati e saranno i primi a ottenere un seggio.
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