Con la sentenza n. 4546 del 2025, il TAR Lazio ha riconosciuto per la prima volta, nel nostro ordinamento, la piena ammissibilità dell’impiego di strumenti di intelligenza artificiale nell’ambito delle procedure di esecuzione degli appalti pubblici. Un passaggio storico che, pur avvenuto quasi in punta di piedi, apre questioni giuridiche, etiche e operative di vasta portata. Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale racconta un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti relativo agli aspetti che interessano la Professione: Intelligenza artificiale – essere avvocati nell’era di ChatGPT
Indice
- 1. La rivoluzione di un paradigma
- 2. Il caso concreto: una breve sintesi
- 3. Il quadro normativo di riferimento
- 4. I rischi giuridici dell’uso dell’Intelligenza Artificiale negli appalti
- 5. Le opportunità offerte dall’IA negli appalti
- 6. Raccomandazioni operative per la PA e gli operatori economici
- 7. Scenari futuri
- 8. Conclusioni
1. La rivoluzione di un paradigma
Non siamo di fronte a una semplice “apertura all’innovazione”. Siamo di fronte a una vera rivoluzione di paradigma nella gestione della cosa pubblica, che chiama in causa principi cardine come la trasparenza, il buon andamento e l’imparzialità (art. 97 Cost.).
In questo articolo analizzeremo:
- Il contenuto e il significato della sentenza.
- L’inquadramento normativo attuale (Codice dei Contratti Pubblici, GDPR, AI Act).
- I rischi giuridici e pratici.
- Le opportunità concrete per le amministrazioni.
- Gli scenari futuri e le raccomandazioni operative.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale racconta un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti relativo agli aspetti che interessano la Professione: Intelligenza artificiale – essere avvocati nell’era di ChatGPT
Intelligenza Artificiale – Essere Avvocati nell’era di ChatGPT
Nell’anno appena trascorso l’intelligenza artificiale generativa, una delle sue forme più “creative”, è stata ed è ancora oggi uno dei temi più dibattuti. Avvocati e giuristi hanno iniziato a chiedersi se, oltre alla curiosità, le opinioni e i primi esperimenti, non sia opportuno iniziare a formarsi e acquisire nuove competenze nel proprio bagaglio professionale, ma nel mare magnum di informazioni molti si stanno ponendo la stessa domanda: “Da dove inizio?”. Questo libro nasce per rispondere al bisogno “di saperne di più”, raccontando in un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti: quali sono gli aspetti che interessano la professione? Qual è lo stato dell’arte? Le norme in vigore e in corso di approvazione che disciplinano l’utilizzo di AI nei settori principali del diritto, le prime esperienze presso gli studi legali, gli esempi e le istruzioni sui principali tool.Attraverso il racconto dei fatti, vengono naturalmente toccati anche i principali dibattiti in corso: gli aspetti etici, i temi della responsabilità civile in caso di danno, la tutela del copyright per le opere realizzate con le AI generative.Claudia MorelliGiornalista professionista, specializzata nei temi della legal industry e della digital transformation della giustizia, esperta di comunicazione legale. Professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, dove insegna Comunicazione del Giurista, già responsabile della Comunicazione del Consiglio Nazionale Forense. Il presente volume è la sua prima riflessione organica sui temi della trasformazione digitale della professione forense.
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2. Il caso concreto: una breve sintesi
L’appalto oggetto della controversia riguardava servizi di assistenza tecnica. Una delle imprese partecipanti ha impiegato un sistema basato su intelligenza artificiale (simile a ChatGPT, per intenderci) per redigere report tecnici, rispondere a richieste della stazione appaltante e ottimizzare i tempi di lavorazione.
Un concorrente ha impugnato l’aggiudicazione, sostenendo che l’uso dell’IA avrebbe:
- Violato il principio di parità di trattamento.
- Determinato un’alterazione della concorrenza.
- Compromesso l’affidabilità delle prestazioni contrattuali.
Il TAR Lazio ha rigettato il ricorso, affermando che:
“L’impiego di strumenti di intelligenza artificiale, se non espressamente vietato dagli atti di gara, è pienamente lecito, a condizione che non incida negativamente sulla qualità e sull’affidabilità del servizio reso.”
Tradotto: l’IA può essere utilizzata negli appalti, purché rispetti i principi generali di correttezza, trasparenza ed efficienza.
3. Il quadro normativo di riferimento
3.1 Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023)
Il Codice dei Contratti non vieta espressamente l’uso dell’IA. Anzi, l’art. 6 sancisce il principio di digitalizzazione delle procedure, auspicando l’uso di strumenti tecnologici avanzati.
Tuttavia, restano fermi:
- Principio di parità di trattamento (art. 3).
- Principio di trasparenza (art. 4).
- Principio di proporzionalità (art. 5).
Qualsiasi strumento – umano o algoritmico – deve conformarsi a questi standard.
3.2 GDPR (Regolamento UE 2016/679)
Laddove i sistemi di IA trattino dati personali – ad esempio, analizzando documentazione tecnica che include dati identificabili – si applica il GDPR.
Aspetti cruciali:
- Art. 22 GDPR: divieto di decisioni automatizzate senza intervento umano significativo.
- Principi di privacy by design e by default.
- Valutazioni d’impatto (DPIA) obbligatorie per trattamenti ad alto rischio.
3.3 AI Act
Approvato definitivamente nel 2024, l’AI Act introduce una regolamentazione armonizzata dei sistemi di intelligenza artificiale nell’Unione Europea.
Punti rilevanti per gli appalti:
- Classificazione dei sistemi AI in base al rischio.
- Obblighi di trasparenza.
- Registrazione di sistemi ad alto rischio.
- Sorveglianza del mercato.
Un sistema AI utilizzato in appalto potrebbe essere classificato come “ad alto rischio”, richiedendo dunque conformità stringente.
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4. I rischi giuridici dell’uso dell’Intelligenza Artificiale negli appalti
4.1 Opacità e mancanza di auditability
Molti sistemi AI (soprattutto quelli generativi) funzionano come black box: producono risultati senza che sia sempre chiaro il percorso logico seguito.
Ciò può mettere in crisi:
- Il principio di motivazione degli atti amministrativi.
- Il diritto di accesso agli atti (art. 53 Codice Contratti).
4.2 Bias e discriminazioni algoritmiche
Un sistema AI potrebbe introdurre discriminazioni indirette, violando:
- L’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE (divieto di discriminazione).
- Le norme in materia di pari opportunità negli appalti (art. 52 Codice Contratti).
4.3 Problemi di cybersecurity
I sistemi IA aumentano la superficie di attacco informatica. Una violazione di dati o un attacco ransomware su un sistema usato per l’esecuzione di un appalto pubblico avrebbe conseguenze devastanti.
Obbligo correlato: adozione di misure di sicurezza adeguate ex art. 32 GDPR.
5. Le opportunità offerte dall’IA negli appalti
5.1 Maggiore efficienza
Riduzione dei tempi di lavorazione, miglior gestione documentale, semplificazione delle comunicazioni.
5.2 Migliore qualità dei servizi
Utilizzo dell’IA per:
- Redigere report tecnici più accurati.
- Supportare il project management.
- Ottimizzare la gestione dei rischi contrattuali.
5.3 Trasparenza aumentata
Sistemi di IA progettati correttamente possono generare log di attività utili per la tracciabilità e il monitoraggio.
6. Raccomandazioni operative per la PA e gli operatori economici
6.1 Due diligence sui sistemi AI
Prima dell’impiego di un sistema IA:
- Verificare la conformità al GDPR e all’AI Act.
- Effettuare una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati.
- Accertare la trasparenza e l’auditability dell’algoritmo.
6.2 Clausole contrattuali specifiche
Introdurre nei contratti d’appalto:
- Obblighi di accountability dell’operatore.
- Obblighi di reporting sulle attività dell’IA.
- Clausole risolutive espresse in caso di malfunzionamento.
6.3 Supervisione umana costante
L’intelligenza artificiale deve assistere, non sostituire l’intervento umano. L’ultima parola deve spettare a un funzionario responsabile.
6.4 Formazione del personale
Investire su:
- Competenze giuridiche sull’IA.
- Competenze tecniche di audit dei sistemi algoritmici.
- Competenze etiche sulla valutazione degli impatti sociali.
7. Scenari futuri
7.1 Verso i “bandi IA-compatibili”
In futuro è verosimile che i bandi di gara conterranno:
- Requisiti tecnici sull’uso di IA.
- Criteri premianti per chi dimostra un uso etico e responsabile dell’IA.
7.2 Nascerà una nuova figura professionale: l’AI Procurement Officer
Un esperto misto tra legale, tecnologo e project manager, in grado di:
- Valutare sistemi IA.
- Supervisionare l’esecuzione contrattuale.
- Mediare tra esigenze operative e principi giuridici.
8. Conclusioni
Conclusioni
La sentenza del TAR Lazio è solo il primo passo. Ma è un passo che cambierà irreversibilmente il modo di concepire l’esecuzione degli appalti pubblici.
Opportunità e rischi sono entrambi enormi.
L’intelligenza artificiale può rendere la macchina pubblica più efficiente, trasparente, resiliente. Ma può anche introdurre nuovi squilibri, nuove opacità, nuove diseguaglianze se non governata con saggezza.
Il diritto – e in particolare il diritto amministrativo e della protezione dei dati – non può rimanere spettatore.
Serve una nuova cultura dell’IA pubblica: non solo compliance, ma etica, accountability, responsabilizzazione.
In gioco non c’è solo l’efficienza dei servizi.
C’è, come sempre, la credibilità stessa dello Stato di diritto.
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