In che modo “tracciare” un contributo economico corrisposto ai figli

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Non è infrequente che una coppia di coniugi decida di separarsi.

Potrebbe accadere che le cose non andassero bene da tempo e a lungo andare la convivenza diventa intollerabile.

Il giudice potrebbe disporre l’affidamento condiviso del figlio della coppia, e l’obbligo, da parte dell’ex marito, di corrispondergli 500 euro mensili.

In questa sede scriveremo qualcosa sulla necessità di inserire la causale nel bonifico di mantenimento dei figli, in modo da evitare possibili accuse di mancato pagamento.

In termini consueti, l’assegno viene versato con una cadenza mensile, le quali modalità sono stabilite nel provvedimento di separazione, oppure, in caso di accordo, dagli stessi ex coniugi.

Andiamo con ordine, scrivendo prima che cosa si intende per mantenimento, quali sono i presupposti per ottenere lo stesso, e quali sono conseguenze che la legge prevede se il genitore non dovesse adempiere.

 

In che cosa consiste il mantenimento dei figli

Quando una coppia decide di separarsi, ognuno deve contribuire al mantenimento, all’educazione e all’istruzione dei figli, nell’eventualità che siano presenti, nei limiti delle rispettive possibilità.

 

Questo rappresenta un dovere che non viene meno neanche quando finisce il matrimonio, perdurando sino al raggiungimento dell’indipendenza economica dei figli.

 

Il giudice, se lo ritiene necessario, può stabilire che il coniuge economicamente più “forte” sia tenuto a corrispondere all’altro coniuge un assegno di mantenimento per soddisfare le esigenze di vita quotidiana dei figli, dall’abbigliamento alla ricarica dello smartphone.

Lo scopo è garantire al minore lo stesso tenore di vita del quale godeva prima della separazione dei genitori.

 

In che modo vine calcolato il mantenimento dei figli

Se i genitori non dovessero riuscire a raggiungere un accordo, spetta al giudice decidere in quale misura sia dovuto l’assegno di mantenimento basandosi su determinati parametri.

 

Sono:

le esigenze del figli, il tenore di vita goduto nel periodo della convivenza, il reddito di entrambi i genitori, il tempo che il bambino trascorre presso ogni genitore, la valenza dei compiti di attenzione assunti nei confronti del bambino.

 

Nel determinare l’importo dell’assegno vengono presa in considerazione anche l’eventuale presenza di spese sostenute dal coniuge obbligato, come l’affitto, il mutuo, oppure un finanziamento in corso.

 

A questo proposito, si deve rilevare che non esiste una tabella che consenta di stabilire l’importo esatto da erogare al figlio.

Ogni situazione dovrà essere valutata caso per caso.

In relazione a un determinato orientamento, si può dire che se un genitore lavora e guadagna uno stipendio di tremila euro al mese, l’ammontare dell’assegno di mantenimento si potrebbe aggirare intorno ai 500 euro circa.

 

La Causale bonifico mantenimento figli

Di solito non risulta essere obbligatorio inserire la causale nel momento nel quale si effettua un bonifico.

 

Se si vuole indicare la ragione del trasferimento di denaro, chiamata la causale, è importante nel momento nel quale si viene accusati di non avere effettuato il pagamento.

 

Come scritto in precedenza, se non esiste un accordo, dovrà essere il giudice a stabilire l’ammontare  dell’importo del mantenimento, i termini e le modalità del versamento.

Di solito, il contributo viene versato mensilmente con bonifico sul conto bancario o postale dell’avente diritto.

In questo modo, è possibile avere una traccia dei soldi erogati.

 

Se il mantenimento deve essere pagato attraverso bonifico bancario il consiglio degli addetti ai lavori, è di inserire sempre la causale.

Ad esempio “mantenimento figlio Tizio luglio 2020”.

In caso contrario si rischia che l’ex coniuge possa accusare di inadempimento, perché sostiene che i soldi siano dovuti per un altro motivo.

Se il mantenimento deve essere pagato in contanti, non si deve dimenticare di farsi rilasciare una ricevuta oppure una quietanza di pagamento firmata e datata.

 

La durata del mantenimento dei figli

Come scritto in precedenza, il mantenimento a favore dei figli prosegue anche quando gli stessi compiono 18 anni.

 

Esempio

 

Tizio corrisponde 500 euro al mese per il mantenimento del figlio Caio di 15 anni.

Passano tre anni e Caio si trasferisce in un’altra città per studiare all’università.

 

Ci si chiede se in relazione all’esempio, Tizio deve continuare a mantenere Caio, anche se ha 18 anni, e la risposta è affermativa.

Caio non lavora e non si può mantenere in modo autonomo.

Oggi è molto difficile raggiungere una stabilità economica.

Per questo motivo, la legge prevede che i genitori debbano provvedere al mantenimento dei figli sino a quando gli stessi diventano autosufficienti e siano in grado di provvedere a se stessi.

Se un ragazzo ha voglia di divertirsi e vuole vivere alle spalle dei genitori, il mantenimento gli potrà essere revocato.

Se il figlio lascia il lavoro e si trova in stato di bisogno potrà ottenere dai genitori gli alimenti, vale a dire, vitto e alloggio, e non un assegno mensile di mantenimento.

 

Che cosa comprende il mantenimento dei figli

Il mantenimento versato ai figli comprende esclusivamente le spese ordinarie, vale a dire, quelle relative a bisogni di vita quotidiana, come vitto, alloggio, libri scolastici, abbigliamento.

Non comprende le spese straordinarie che si dovessero rendere necessarie a fronte di eventi imprevedibili ed eccezionali.

Si tratta di spese che non sono comprese nell’assegno di mantenimento e che, di conseguenza, dovranno essere ripartite a metà tra i genitori, oppure, in base a una diversa percentuale, sempre proporzionata ai redditi delle parti, a condizione che siano condivise e documentate.

 

Che cosa rischia il genitore che non adempie al mantenimento dei figli

Il genitore che non corrisponde l’assegno di mantenimento incorre nella responsabilità penale, perché si viene a configurare il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, che il codice penale punisce con la multa sino a 1.032 euro e la reclusione sino a un anno

(art. 570 bis c.p.).

 

Dal lato civile, si può fare un esempio.

Se una persona ha una sentenza nella quale il giudice ha messo a carico del suo ex coniuge l’obbligo di corrispondere il mantenimento per i figli, se lo stesso non dovesse adempiere, la sentenza rappresenterebbe un titolo esecutivo.

 

Si potrebbe notificare all’ex un atto di precetto e intimargli si pagare quello che è dovuto, più gli interessi e le spese legali.

In caso di mancato pagamento, si potrebbe procedere con il pignoramento dello stipendio oppure del conto corrente.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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