In che modo impedire la celebrazione delle nozze

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Una coppia di fidanzati si sta per sposare e provvede a organizzare l’evento in modo dettagliato.

Sono sicuri di avere perfezionato ogni cosa e non potrà non andare bene.

Nonostante questo, alcune settimane prima del giorno del matrimonio, vengono a sapere che una sconosciuta ha presentato opposizione al matrimonio, sostenendo di essere sposata con l’uomo che dovrebbe convolare a nozze.

La reazione della fidanzata è un misto tra sbigottimento e incredulità, è venuta a sapere che l’uomo che diceva di amarla in modo incondizionato e che da alcuni anni era il suo compagno, in realtà ha una moglie.

Uno degli adempimenti che precedono la celebrazione delle nozze sono le pubblicazioni che hanno la funzione di comunicare alla comunità che si celebrerà un matrimonio.

In quel periodo determinati soggetti si possono opporre presentando un ricorso in tribunale.

In questa sede cercheremo di scrivere sulla questione che potrebbe essere utile a diverse persone.

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In che cosa consiste il matrimonio

Il matrimonio è un negozio giuridico che indica l’unione fra due persone, a fini civili, religiosi o ad entrambi i fini e che di norma viene celebrato attraverso una cerimonia pubblica detta nozze, comportando diritti e obblighi fra gli sposi e nei confronti dell’eventuale prole.

La parola deriva dal latino matrimonium, unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere.

Il matrimonium, nel diritto romano, era un “compito della madre, e si intendeva come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall’unione. Allo stesso modo la parola patrimonium indicava il “compito del padre” di provvedere al sostentamento della famiglia.

In ogni caso, l’utilizzo della parola in relazione all’unione nuziale si sviluppò con il diritto romano nel quale si diede riconoscimento e corpo al complesso delle situazioni socio-patrimoniali legate al matrimonio.

La definizione del matrimonio è strettamente legata alla cultura relativa e varia in ragione del periodo storico e delle località.

In molti casi passa per la legittimazione giuridica, sociale o religiosa di una relazione tra due persone che potrebbero anche avere in precedenza contratto questo genere di legame.

Le motivazioni personali che possono portare alla scelta dell’ufficializzazione formale di una relazione sono di vario genere, e di solito non sono uniche.

Sono motivazioni sentimentali o sessuali che necessitano di un’approvazione sociale o religiosa, motivazioni economiche, patrimoniali o politiche che richiedono una legittimazione giuridica.

In che cosa consistono le pubblicazioni di matrimonio

Quando si deve celebrare un matrimonio civile o concordatario si devono richiedere le pubblicazioni all’ufficio Anagrafe del Comune di residenza di uno dei due nubendi.

La domanda deve essere presentata da entrambi gli sposi oppure, se uno di loro non ne ha la possibilità, da una terza persona munita di procura speciale.

Le pubblicazioni hanno la funzione di far sapere alla collettività che la coppia si sposerà entro oco tempo e consentire a terzi legittimati di presentare opposizione.

 

L’ufficiale di Stato civile che accerta l’esistenza di un impedimento non può procedere con le pubblicazioni e deve rilasciare agli sposi un certificato che contenga i motivi del rifiuto, oppure chiedere alcune precisazioni seguite dai  documenti relativi.

Per la pubblicazione del matrimonio si deve allegare una marca da bollo di 16,00 euro oppure un importo pari al doppio, se gli sposi risiedano in due diversi Comuni.

Le pubblicazioni vengono esposte sul sito web del Comune per almeno 8 giorni e perdono efficacia se il matrimonio non dovesse essere celebrato entro sei mesi (180 giorni). I

Al contrario, le nozze saranno lo stesso valide, ma sia i nubendi sia l’ufficiale di Stato civile dovranno pagare una sanzione amministrativa.

Se entro 8 giorni non viene notificata all’ufficiale di Stato civile nessuna opposizione significa che il matrimonio si può celebrare senza nessun impedimento e trascorsi 3 giorni, alla coppia verrà rilasciato un certificato nel quale  si dichiara che non sussistono motivi ostativi alla celebrazione.

L’opposizione al matrimonio

Le pubblicazioni hanno la funzione di rendere nota la volontà di  sposarsi che hanno due persone.

In presenza di simili circostanze, la legge prevede la possibilità di presentare un’opposizione al matrimonio da parte di determinati soggetti:

I genitori o, in loro mancanza, gli ascendenti e i collaterali entro il terzo grado di parentela

Il tutore o il curatore, se uno degli sposi è soggetto a tutela o curatela

Il pubblico ministero

Il coniuge di uno degli sposi che vuole contrarre matrimonio con un’altra persona

I parenti del precedente marito se il matrimonio è contratto in violazione del divieto temporaneo di nuove nozze, se il precedente sia stato sciolto

L’ex coniuge e i parenti dello stesso, se il matrimonio è stato dichiarato nullo.

Esempio

Tizio e Caia si devono sposare nel mese di ottobre del 2021.

Il tutore di Tizio sa che lo stesso è affetto da infermità di mente che il giudice ha dichiarato con relativa sentenza.

La persona che vuole presentare opposizione al matrimonio, prima della celebrazione, deve depositare un ricorso presso il tribunale del luogo nel quale sono state eseguite le pubblicazioni.

Il presidente fissa l’udienza di comparizione delle parti entro 10 giorni e, per motivi di opportunità, può sospendere la celebrazione sino a quando l’opposizione non venga rimossa.

Gli effetti dell’opposizione al matrimonio

Come scritto sopra, le pubblicazioni restano esposte sull’albo pretorio online per otto giorni. Durante questo periodo, sia agli sposi sia all’ufficiale di Stato civile viene notificata un’opposizione.

La conseguenza è che l’ufficiale non può rilasciare il certificato, ma deve informare subito il parroco incaricato della celebrazione.

Sul ricorso decide il tribunale civile.

L’opposizione deve essere relativa all’inosservanza di una norma del codice civile, come il difetto dell’età necessaria per contrarre matrimonio, l’interdizione per infermità di mente, l’esistenza di un precedente matrimonio, l’affinità in linea retta, il delitto.

In presenza di simili circostanze il tribunale può entrare nel merito della questione e respingere l’opposizione, oppure, ritenendola fondata, la accoglie.

Ad esempio, il matrimonio contratto da una persona sposata.

Quando l’opposizione è relativa al mancato rispetto di una norma di diritto canonico, ad esempio, gli sposi non sono battezzati, il tribunale non si interessa della questione perché non è di sua competenza, ed emette una sentenza di “non luogo a deliberare”, con la conseguenza che la parte, se ritiene, dovrà investire l’autorità ecclesiastica in modo che si pronunci sull’opposizione.

Quando l’opposizione viene rimossa con una sentenza di rigetto o di non luogo a deliberare, l’ufficiale di Stato civile deve rilasciare agli sposi il certificato che attesti l’assenza di cause che impediscano il loro matrimonio.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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