Il nuovo DL CARCERI approvato dal Consiglio dei Ministri

AR redazione 27/06/13
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del ministro della giustizia Annamaria Cancellieri, un decreto legge contenente disposizioni tese a fornire una prima risposta al problema del sovraffollamento penitenziario. Questo fenomeno comporta costi altissimi sotto il profilo umano e sociale, causati dalla lesione dei diritti fondamentali di decine di migliaia di persone detenute. Il provvedimento mira a sanare una situazione che espone il nostro Pease alle reiterate condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il Ministero della Giustizia ha elaborato una proposta che, pur senza stravolgere l’attuale ordinamento, intende realizzare un significativo alleggerimento del nostro sistema penitenziario. L’intervento riformatore si muove nell’ottica di favorire l’adozione di efficaci meccanismi di decarcerizzazione (alcuni dei quali peraltro già in vigore prima della legge n. 251 del 2005, c.d. legge ex Cirielli) unicamente in relazione a soggetti di non elevata pericolosità; ferma restando, al contrario, la necessità dell’ingresso in carcere dei condannati a pena definitiva che abbiano commesso reati di particolare allarme sociale.
Una doppia linea di intervento.
Sul versante della deflazione carceraria la proposta si articola su due fronti:
A. la previsione di misure dirette ad incidere strutturalmente sui flussi carcerari, agendo in una duplice direzione: quella degli ingressi in carcere e quella delle uscite dalla detenzione.
B. il rafforzamento delle opportunità trattamentali per i detenuti meno pericolosi, che costituiscono la maggior parte degli attuali ristretti.

A) Flussi carcerari.
Si è ritenuto ormai indifferibile rimuovere alcuni automatismi, ancorati ad astratte presunzioni di pericolosità, che, in maniera scarsamente selettiva e spesso indiscriminata, hanno condotto in carcere, negli ultimi anni, un numero assai elevato di persone, impedendo loro di accedere alle misure alternative alla detenzione subito dopo il passaggio in giudicato della condanna.
A1) La modifica dell’art. 656 c.p.p.
L’intervento intende riservare l’immediata incarcerazione ai soli condannati in via definitiva nei cui confronti vi sia una particolare necessità del ricorso alla più grave forma detentiva. Tra questi, oltre ai condannati per reati contemplati dall’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, sono stati inseriti i delitto di maltrattamenti in famiglia commesso in presenza di minori di quattordici anni.
Nei confronti degli altri condannati si è intervenuti sulla cosiddetta “liberazione anticipata”, istituto che premia con una riduzione di pena, pari a 45 giorni per ciascun semestre, il detenuto che tiene una condotta regolare in carcere e partecipa fattivamente al trattamento rieducativo (v. art. 54 ord. pen). Sarà il pubblico ministero, prima di emettere l’ordine di carcerazione, a verificare se vi siano le condizioni per concedere la liberazione anticipata e investa, in caso di valutazione positiva, il giudice competente della relativa decisione. In questo modo, il condannato potrà attendere “da libero” la decisione del tribunale di sorveglianza sulla sua richiesta di misura alternativa.
Inoltre, per le donne madri ed i soggetti portatori di gravi patologie viene ora data l’opportunità di accedere alla detenzione domiciliare nei casi in cui debba essere espiata una pena non superiore ai quattro anni.
A2) Il lavoro di pubblica utilità
Viene, altresì, ampliata la possibilità per il giudice di ricorrere, al momento della condanna, ad una soluzione alternativa al carcere, costituita dal lavoro di pubblica utilità. Tale misura, prevista per i soggetti dipendenti dall’alcol o dagli stupefacenti, potrà essere disposta per tutti reati commessi da tale categoria di soggetti, salvo che si tratti delle violazioni più gravi della legge penale previste dall’art.407, comma 2, lett. a), del codice di procedura penale (si veda l’art. 73, comma 5 ter D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309).
A3) L’intervento sulle misure alternative (ovvero sui flussi di ingresso e di uscita).
Nella duplice prospettiva di ridurre i flussi in entrata ma anche di incrementare le possibilità di uscita dal carcere, si collocano infine le modifiche che prevedono l’estensione degli spazi di applicabilità di alcune misure alternative per determinate categorie di soggetti, che in passato erano invece esclusi, come i recidivi per piccoli reati.
B) Le misure incidenti sul trattamento rieducativo.
Al fine di alleggerire le tensioni che, in specie nel periodo estivo, possono più facilmente innescarsi sia tra i detenuti che nei confronti del personale penitenziario, il provvedimento estende la possibilità di accesso ai permessi premio per i soggetti recidivi e prevede l’estensione dell’istituto del c.d. lavoro all’esterno (art. 21 dell’ordinamento penitenziario) anche al lavoro di pubblica utilità (v. comma 4 ter del citato art. 21).
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto presidenziale recante disposizioni per il riordino delle scuole militari e degli istituti militari di formazione. Il provvedimento mira ad attuare: l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni delle strutture e funzioni coincidenti o analoghe; la precisa individuazione e la disciplina delle missioni e dei compiti di ciascuna struttura, l’ottimizzazione dei locali adibiti alla formazione, favorendo l’uso gratuito da parte di altre strutture formative pubbliche.
Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per le alluvioni del Piemonte del 27 aprile e del 19 maggio 2013 e per l’evento sismico verificatosi nelle province di Lucca e Massa Carrara il 21 giugno scorso. Il Consiglio del Ministri ha inoltre esteso ad alcuni comuni della provincia di Pisa la dichiarazione di stato d’emergenza per le avversità atmosferiche del marzo scorso.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo s chema di Decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive riguardanti il controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. L’intervento è finalizzato ad adeguare la normativa di riferimento alle modifiche che hanno portato alla sospensione del Catalogo nazionale delle armi e all’attribuzione del Banco nazionale di prova di competenze prima riconducibili al Catalogo. Inoltre colma i vuoti normativi e facilita l’applicazione pratica di alcune disposizioni che, nell’incertezza, determinano riflessi anche sull’attività economica degli operatori di settore e sulla sicurezza pubblica.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge “Delega al Governo per l’orientamento e la modernizzazione nei settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura e delle foreste nonché per il riordino della relativa disciplina”. Tra le altre cose il testo garantisce la revisione della normativa e degli strumenti per lo sviluppo dell’occupazione regolare nel settore agricolo in modo tale da contrastare i fenomeni di economia irregolare e sommersa, ridefinisce gli strumenti relativi alla tracciabilità, etichettatura e pubblicità dei prodotti alimentari e dei mangimi e semplifica gli adempimenti contabili ed amministrativi a carico delle imprese agricole.

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