Il “lusso” pubblicato sui social fa aumentare l’assegno di mantenimento dei figli

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Se qualcuno dovesse dichiarare di guadagnare poco ma pubblica delle foto su Facebook in località di lusso, deve aumentare l’importo dell’assegno per i figli.

Essere smaniosi di apparire pur di esserci può essere poco vantaggioso, soprattutto se si mettono in mostra su Facebook o su Instagram delle immagini poco coerenti con la dichiarazione dei redditi.

Ne sono esempio, le foto di un soggiorno in un luogo di lusso o di vacanze con una determinata frequenza in luoghi anche più modesti ma che comportano delle spese, quelle dell’auto o della moto appena acquistata, al di sopra delle potenziali possibilità dell’acquirente, le cene al ristorante dove non sempre pagano gli amici.

I social network sono delle piazze che accolgono un cospicuo numero di persone e prima o poi potrebbe accadere che a guardare sia qualcuno che viene a sapere in che modo se la passa, o “se la spassa”, l’uomo che piange miseria in tribunale per pagare il meno possibile sull’assegno di mantenimento dei figli.

Secondo una sentenza della Corte d’Appello di Torino il tenore di vita evidenziato sui social può cambiare le carte in tavola, e la poca coerenza si paga.

Se le denunce dei redditi non corrispondono, se si afferma di possedere quello che basta per sopravvivere e per rispettare al minimo il mantenimento dei figli e, al contrario, sui social si dimostra di avere delle risorse che consentono di fare la bella vita, l’assegno aumenta di importo.

In questa sede scriveremo sulla vicenda specifica, e sulle decisioni prese in merito dai giudici.

In quali circostanze è dovuto il mantenimento verso i figli

Quando una coppia di coniugi decide di separarsi, sia che sia stata sposata sia che abbia avuto una convivenza di fatto, i genitori sono tenuti a contribuire al mantenimento dei figli.

C’è chi adempie badando agli stessi, in qualità di genitore affidatario, e chi lo fa pagando ogni mese la sua parte in senso economico, versando la somma che il giudice ha stabilito.

Quando il figlio compirà 18 anni, raggiungendo la maggiore età, potrà decidere se ricevere direttamente la somma oppure se chiedere che l’assegno venga ancora consegnato al genitore con il quale abita.

Oltre all’assegno mensile, il genitore che non  convive con la prole, deve pagare a quello affidatario una parte delle spese straordinarie del figlio, come ad esempio, una gita scolastica, l’acquisto di un motorino per andare a scuola.

Il genitore affidatario si deve consultare con quello non convivente, se non si tratta di spese urgenti legate alla salute oppure inevitabili come le tasse universitarie.

L’importo del mantenimento per i figli

L’importo dell’assegno di mantenimento relativo ai figli viene calcolato in base a determinati parametri.

Il tenore di vita avuto dal figlio quando i genitori erano ancora sposati

Il giudice, oltre al reddito, considera altri elementi che possono incidere, come ad esempio il patrimonio mobiliare o le abitudini agiate della famiglia.

Le esigenze attuali del figlio

Come previsto dal codice civile quando dice che i genitori hanno il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli venendo incontro alle loro esigenze.

Non si tratta esclusivamente delle necessità di mangiare, bere, vestire, lavarsi e avere la notte un tetto sopra la testa, ma anche del bisogno di frequentare la scuola, di fare sport, di socializzare, di avere un supporto morale.

Il tempo di permanenza con ognuno dei genitori

Più è lungo il periodo di tempo che passa con loro, più l’uno o l’altra dovranno spendere per provvedere alle esigenze del figlio e il giudice lo terrà in considerazione.

Le capacità economiche dei genitori

A parte il reddito, il Tribunale valuta altri aspetti, come ad esempio l’aiuto dei nonni grazie al quale il genitore affidatario evita alcune spese.

Se dopo la prima decisione del giudice, cambiano le condizioni economiche del genitore che deve pagare l’assegno, la perdita del lavoro, la promozione o altro, l’importo può essere modificato su richiesta al giudice.

Il mantenimento per i figli quando il genitore guadagna di più di quello che dichiara

Come è successo nel caso del quale si sono occupati i giudici torinesi, il genitore non convivente che deve pagare il mantenimento dei figli, potrebbe presentare in Tribunale una dichiarazione dei redditi, di importo minore rispetto alla realtà,  sostenendo di guadagnare meno di quello che in realtà percepisce.

La somma di denaro nascosta, gli permetterà un tenore di vita che non coincide con le sue affermazioni fatte in sede di separazione, sino a quando non si scoprirà la verità.

La sentenza della Corte d’Appello Torino n. 337/2021, è relativa a un padre separato che si è rifatto una vita con un’altra donna che gli ha dato un altro figlio.

Per quelli avuti con la ex moglie, era stato condannato a pagare l’assegno di mantenimento, che adesso diventa più cospicuo grazie al suo comportamento rivolto all’apparire evidenziato sui social.

La sua compagna, forse per fare invidia alle sue amiche, oppure per volere apparire più facoltosa nei confronti degli altri, ha pubblicato sui social network le foto di viaggi, vacanze esotiche, weekend fuori porta, regali costosi e acquisti di lusso.

Immagini che non erano il ritratto di una situazione di difficoltà economica o un tenore di vita modesto da parte di chi ha dichiarato un reddito di 24mila euro l’anno.

Il fatto che il padre se la spassi in diverse località “costose” del Globo a bordo di una Porche Cayenne e frequentando alberghi di lusso, non significa  che deve riconoscere ai figli delle ingenti somme attraverso l’assegno di mantenimento.

I giudici hanno stabilito che l’importo deve essere quello necessario per soddisfare le esigenze dei giovani, oltre alle spese straordinarie.

Hanno anche sostenuto che il genitore non è tenuto a mantenere dei vizi, che può tenere per sé, purché dichiari, e non esclusivamente sui social, che rientra nelle sue possibilità economiche, e che, può aumentare il suo contributo per il mantenimento dei figli.

In questo modo, potrà avere noie minori anche nei confronti del Fisco.

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