Il divorzio e le sue vicende in Italia

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In Italia correva l’anno 1970 quando venne introdotta la cosiddetta legge sul divorzio che cambiò le vicende delle persone che ne fecero ricorso.
Non si resta insieme per dovere, lo si dovrebbe fare per amore, e quando questo non c’è più ognuno dovrebbe essere libero di scegliere quello che è meglio per sé, spalancare le proprie ali, volare lontano e decidere se innamorarsi ancora oppure non farlo più.

Indice

1. Che cosa cambiò con l’entrata in vigore della legge 1 dicembre 1970 n. 898


L’1 dicembre del 1970 arrivò la svolta.
La Legge n. 898 “disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”, entrata in vigore nello stesso mese, diede alle coppie convolate a nozze la possibilità di scegliere.
 Il raggiungimento di un simile traguardo, di sicuro non è stato facile, furono molti i pareri contrari, come dimostrò il referendum abrogativo organizzatodai partiti di opposizione, però la decisione era stata presa e non si poteva più ritornare indietro.
Nessuno lo avrebbe voluto fare come stabilì il mantenimento della legge dopo il sopra menzionato referendum.
 In ossequio alla relativa legge le persone sono ritornate ad essere libere di scegliere la propria strada, a ricominciare, amare altri uomini e altre donne perché una legge dava la possibilità di decretare la fine del matrimonio.
Lo fecero diverse persone, come dimostrano le statistiche diffuse nel tempo.
 A distanza di anni si registrò una media di 3 divorzi ogni 100 matrimoni, ma era l’inizio.
Nel 2018 i coniugi che avevano richiesto lo scioglimento delle nozze erano un quinto e negli anni successivi è sempre più aumentata.
Attualmente quasi una coppia di coniugi su due sceglie di divorziare.

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2. I primi divorzi in Italia


Il 29 dicembre del 1970 fu il Tribunale di Modena che applicò per primo la legge sul divorzio, permettendo a Luisa Benassi di sciogliere il suo matrimonio.
 Una pioniera, una donna coraggiosa, una “donnaccia” come qualcuno la definì per essersi svincolata dai doveri coniugali.
I disappunti furono molti, innumerevoli le offese e i giudizi che ricevette quando, a quei tempi, c’era ancora chi considerava il divorzio una cosa inaccettabile.
La donna, che all’epoca aveva 25 anni e un figlio di 7 si sentiva intrappolata in una gabbia dalla quale rischiava di non liberarsi.
 Nonostante questo, con l’emanazione della legge sul divorzio ha scelto di diventare libera, non più subordinata al ruolo di moglie, come la società del tempo voleva.
Non fu facile per lei che si ritrovò senza il supporto della famiglia e dei conoscenti.
All’epoca divorziare era scandaloso e inconcepibile, in molti parlarono male di lei, guardandola  dal basso verso l’alto tra le strade e i vicoli di Castelvetro.
 La voglia di libertà era più forte di ogni paura, perché al suo fianco c’era un marito che non amava più.
Un uomo che non la faceva sentire amata e che la consumava da dentro, e lei riuscì a uscire da quella prigione recandosi in Tribunale per firmare le carte del divorzio.
 Nonostante l’esperienza di una vita coniugale infelice, Luisa Benassi non ha smesso di credere nell’amore o nell’istituzione del matrimonio.
Come lei stessa ha dichiarato in un’intervista concessa al quotidiano Libero, ha ritrovato l’amore ed è convolata a nozze un’altra volta, come sostiene lei, con la persona giusta.
 Luisa Benassi non è stata l’unica a vedere nel suo divorzio una seconda possibilità, un cambiamento e un miglioramento della sua vita.
Lo stesso è accaduto a Tina Rocci, una delle prime donne divorziate in Italia, la quale vicenda è stata raccontata dal Centro donna Padova.
 Anche Tina quando è salita sull’altare era molto giovane, aveva vent’anni.
Nonostante fosse invasa da dubbi e incertezze, si lasciò convincere dal fatto che si trattava dell’ansia prematrimoniale, quella che di solito invade le spose, e decise di convolare a nozze con il suo fidanzato.
 I suoi sospetti furono fondati.
Non volle molto perché si rendesse conto che suo marito era in realtà un estraneo, un uomo con il quale non condivideva niente.
A volte evadeva, ma la sua unica alternativa era quella di trascorrere del tempo a casa dai genitori.
 Alla fine, con l’approvazione della legge del divorzio in Italia, Tina Rocci vede la sua possibilità di salvezza, la chiave d’oro che le permise di uscire dalla stanza della sua prigione.
Il 7 gennaio 1971 Tina si presentò in Tribunale insieme a suo marito e, consensualmente, espressero il desiderio di sciogliere il loro matrimonio, e così fecero.
 Anche in questo caso Tina non aveva perso la fiducia nell’amore, aveva sposato la persona sbagliata, motivo per il quale, dopo il divorzio, è ritornata sull’altare stringendo le mani all’uomo che amava davvero.

3. Il divorzio nel mondo


Alcuni Paesi hanno riconosciuto questa libertà delle persone da diverso tempo, altri come ItaliaSpagna e Portogallo ci hanno messo un po’ di più.
Nonostante questo, ci sono ancora due luoghi, nel mondo, dove lo scioglimento del matrimonio non è possibile, stiamo parlando delle Filippine e della Città del Vaticano.
 Nella Città del Vaticano l’assenza della procedura per il divorzio è facilmente intuibile.
Il caso delle Filippine resta una nota dolente nel mondo e lo è principalmente per i cittadini che, in più occasioni, hanno confermato di volere una legge che sciolga il matrimonio.
Ma la coesistenza di politica, religioni e culture estremamente conservatrici ancora non rendono possibile questo passo.

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