I fascicoli lunghi e disordinati ritardano i processi, la soluzione del Ministero

Redazione 24/05/16
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Il Ministero della Giustizia è intervenuto con una circolare del 16 maggio scorso, in materia di formazione e tenuta degli atti processuali, contenente una serie di istruzioni per le cancellerie.

Con nota del 23 dicembre 2015, il Primo Presidente della Corte di Cassazione ha segnalato alcune disfunzioni, concernenti la tenuta dei fascicoli da parte degli uffici giudiziari di merito e la loro trasmissione alla Corte, individuandole come cause di rallentamento delle operazioni di registrazione e di disservizio nell’attività di esame preliminare dei ricorsi svolta dai magistrati delegati dal Primo Presidente.

Il Protocollo contiene indicazioni in tema di sinteticità e chiarezza del ricorso e si confronta con la necessità di contemperare dette esigenze con il canone di autosufficienza del ricorso che investe, in particolare, le informazioni contenute nel provvedimento impugnato che assumono rilievo per l’esame dei motivi di impugnazione incentrati sull’omessa valutazione o il travisamento di una prova decisiva, ovvero sulla sussistenza di una causa di inammissibilità, nullità o inutilizzabilità.

La misura dell’urgente necessità del presente intervento può apprezzarsi, tenendo conto del numero ingente dei ricorsi penali che pervengono alla Corte: 55.000 nell’anno 2014, 53.539 nell’anno 2015; con un trend incrementale attestato dal fatto che nel primo trimestre dell’anno 2016 sono stati iscritti 735 ricorsi in più rispetto a quello precedente, per un totale di 13.420.

Al fine di soddisfare le esigenze rappresentate dal Primo Presidente, è anzitutto opportuno ribadire e integrare alcune raccomandazioni, concernenti la compilazione della copertina del fascicolo da parte della cancelleria dell’ufficio di merito.

Questa dovrà riportare, in maniera riconoscibile:

  • le generalità complete del ricorrente o dei ricorrenti con gli eventuali alias;
  • l’eventuale dichiarazione o elezione di domicilio;
  • l’indicazione dell’eventuale sottoposizione a misura cautelare personale, con specificazione della misura applicata e del relativo termine di durata;
  • i nomi dei difensori di fiducia o d’ufficio;
  • l’oggetto dei ricorsi, indispensabile perché la Cancelleria della Corte possa selezionare quelli da decidere con urgenza e quelli che vanno registrati con priorità (mandati di arresto europeo, istanze di rimessione, ricusazioni) e possa immediatamente censire i procedimenti che formano oggetto di rilevazioni statistiche (messa alla prova, procedimenti in materia di terrorismo, reati ambientali, frodi in danno dell’UE);
  • il titolo e la data del commesso reato, con indicazione esatta del termine di prescrizione;
  • il provvedimento impugnato, con l’indicazione del suo contenuto, dell’Autorità giudiziaria che lo ha emesso e della relativa data.

La stessa Cassazione ha poi inviato una comunicazione agli avvocati, ricordando loro che nel ricorso depositato vanno indicati PEC, fax e codice fiscale di tutti gli avvocati difensori, pena la sanzione pari all’aumento del 50% del contributo dovuto. Infine, la circolare precisa che la funzionalità dei raccomandati accorgimenti sarà maggiormente apprezzabile se i giudici estensori avranno cura di ripartire la redazione

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