Governo al lavoro sul pacchetto-estate

Redazione 11/06/13
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Semplificazioni e liberalizzazioni in un unico decreto, ma anche lavoro e fisco, a partire dalla necessità di rimodulare l’Imu e dal tentativo in extremis di scongiurare l’aumento dell’Iva dal prossimo primo luglio

Il Governo è al lavoro per concludere, con ogni probabilità entro la settimana, un pacchetto “light” sullo sviluppo a favore di cittadini e imprese e per portare a Bruxelles, stavolta entro fine mese, il più corposo provvedimento lavoro.
Decisivo sarà il vertice di maggioranza di oggi in cui molti nodi verranno al pettine e in cui si presume che il maggiore scoglio sarà ancora una volta proprio quello dell’aumento dell’aliquota, osteggiato in tutti i modi dal Pdl, ma su cui il Governo, a caccia di risorse, ancora non si sbilancia apertamente.
Stando al Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, il titolare del Tesoro Fabrizio Saccomanni non si sarebbe ancora arreso. Certo è che “bisogna lavorare sulle risorse”.

IVA – Le ipotesi sul tavolo sono le più diverse. Dalla completa abolizione dell’aumento previsto dal governo Monti, ad un rinvio all’autunno. Dalla revisione delle aliquote più basse (quelle al 4 e al 10%) all’incremento dello 0,5% e non più dell’1%. Tutte possibilità che però hanno un costo, considerando che il passaggio dal 21 al 22% vale per le casse dello Stato 2 miliardi di euro.

SEMPLIFICAZIONI-LIBERALIZZAZIONI – Al Ministero dello sviluppo economico tutto è pronto per varare un unico d.l. al prossimo Consiglio dei Ministri, giovedì o venerdì. Ma prima di allora i ministri si dedicheranno però ad un primo esame di semplificazioni che rendano più facile la vita delle imprese e di liberalizzazioni “mini”. La strada sarebbe quella già avviata dall’ex ministro Corrado Passera, soprattutto in campo energetico e in particolare del gas, con interventi sul mercato a termine per stabilizzare i prezzi e con gare pluri-comunali per la distribuzione a livello locale.
Da attuare restano inoltre alcune riforme nell’rc auto, a partire dal contratto base, dopo il parere ottenuto dal Consiglio di Stato. Nel settore immobiliare l’obiettivo è invece quello di aprire il mercato agli investimenti esteri, oggi frenati da troppe rigidità che riguardano in particolare i contratti di locazione.

LAVORO – Il governo sta studiando come reperire risorse per poter offrire alle imprese detrazioni per le assunzioni a tempo indeterminato. L’obiettivo è quello di aggredire l’emergenza delle emergenze, quella dell’occupazione giovanile. Un problema europeo e non solo italiano che verrà discusso venerdì prossimo a Roma nel vertice dei ministri del Lavoro e del Tesoro di Italia, Spagna, Germania e Francia in vista del Consiglio europeo di fine giugno.

INCENTIVI E DETRAZIONI – Il capitolo incentivi alle imprese, con il ritorno in auge del rapporto Giavazzi, sembra più complicato, o quanto meno di più lungo esame. Idem per le detrazioni fiscali, nota dolente su cui insistono puntualmente gran parte delle organizzazioni internazionali e che già molti governi hanno preso in esame, ma su cui concretamente non si è mai riusciti ad intervenire.

È Il Sole 24 ore ad anticipare i contenuti della bozza sul tavolo del Governo: “Gli interventi per la crescita, preparati soprattutto da Sviluppo economico e Infrastrutture, vanno dal credito all’internazionalizzazione. La bozza sulle semplificazioni recupera in gran parte il Ddl Patroni Griffi presentato dal governo Monti e che spaziava dal fisco all’ambiente. Spicca la delega al governo per introdurre l’iter veloce per gli insediamenti produttivi strategici: un solo procedimento che fonderà tutte le autorizzazioni, permessi, nulla osta e altri atti amministrativi di assenso per dare all’imprenditore privato una reale garanzia di cantierabilità del proprio investimento. Al tempo stesso si valuta la possibilità di far debuttare un ‘tutor d’impresa’, presso gli sportelli unici per le attività di impresa, per assistere le aziende in tutti i procedimenti amministrativi. Tra le misure per la riduzione degli obblighi fiscali spicca l’abolizione della responsabilità solidale negli appalti, chiesta a gran voce dalle associazioni delle imprese alla luce degli scarsi risultati prodotti in termini di contrasto all’evasione e al nero a fronte di oneri elevati per gli imprenditori. Per i sostituti d’imposta viene poi prevista l’abolizione del modello 770 mensile, modifiche alle regole di applicazione della ‘sostitutiva’ sulla rivalutazione del Tfr, nonché una riduzione degli adempimenti sulle comunicazioni obbligatorie dovute al fisco per le ritenute applicate su agli agenti. Novità in arrivo anche sul trattamento fiscale degli omaggi: l’Iva sulle imprese di rappresentanza diventerà detraibile per l’acquisto di beni con valore non superiore a 50 euro.
Nutrito si annuncia anche il capitolo di semplificazioni in materia di lavoro e previdenza. Tra cui spicca la riduzione degli adempimenti per la sicurezza in presenza di lavoratori assunti con contratto inferiore ai 50 giorni. Oppure l’invio online del certificato medico di gravidanza all’Inps e delle comunicazioni all’Inail. Tra le novità più attese dal mondo delle imprese c’è poi lo snellimento del Documento per la valutazione dei rischi da interferenze che in alcuni casi verrebbe sostituito dalla nomina di un responsabile e, in altri, da un modello semplificato. A proposito di documenti resta poi in piedi l’ipotesi (anticipata dal Sole 24 ore di domenica) di allungare a sei mesi la durata del Durc che attesta la regolarità contributiva di un’azienda. Senza doverlo più ripresentare, come accade oggi, per ogni singolo contratto pubblico di lavori, forniture e servizi. Contemporaneamente verrebbe confermato l’accorpamento in due sole scadenze fisse all’anno delle date degli adempimenti amministrativi e fiscali (1mo luglio e 1mo gennaio) per ridurre gli oneri burocratici per cittadini e imprese. Ricco il pacchetto in materia edilizia: obbligo di provvedimento espresso di diniego, al posto del silenzio-rifiuto, per il permesso di costruire su immobili vincolati; estensione dello sportello unico edilizio anche ai piccoli interventi edilizi soggetti a Scia e Cil; proroga di due anni della validità dei permessi di costruire già rilasciati. Solo per citarne alcuni.
Il piano crescita andrà comunque oltre le semplificazioni. Lo Sviluppo economico punta, tra gli altri interventi, a un doppio intervento sul credito. Verranno rivisti i criteri di accesso al Fondo di garanzia, per ampliare la platea delle imprese interessate, e saranno introdotte norme per favorire la diffusione dei corporate bond come canale alternativo al tradizionale credito bancario. Lo Sviluppo punta sul Fondo di garanzia, inoltre, per favorire l’intervento della Cassa depositi e prestiti nell’ambito di una nuova legge Sabatini per incentivare gli investimenti delle aziende in macchinari produttivi. Verrà perfezionata la macchina organizzativa del commercio estero. Liberalizzazioni nel mercato energetico orientate alla riduzione degli oneri pagati in bolletta. I ministri Lupi e Zanonato spingono inoltre per inserire nel decreto la revisione del credito di imposta per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture. Oggi il beneficio è limitato a investimenti superiori ai 500 milioni, si lavora per ridurre la soglia a 100 milioni (più difficile l’opzione iniziale di 50 milioni)”.

 

(tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)

 

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