Giustizia: una proficua collaborazione tra magistratura ed avvocatura è necessaria per promuovere il cammino della giustizia verso una maggiore efficienza

Redazione 14/06/13
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Anna Costagliola

Nel convegno organizzato a Roma dal Consiglio nazionale forense, dal Consiglio superiore della magistratura e dal Consiglio consultivo dei giudici europei si è svolto un confronto approfondito per un progetto comune in vista della realizzazione di una rinnovata collaborazione tra magistratura e avvocatura nel quadro europeo.

I partecipanti hanno sottolineato come la stretta collaborazione tra avvocatura e magistratura sia necessaria per promuovere la migliore efficienza dell’amministrazione della giustizia. L’incontro ha costituito l’occasione per i rappresentanti del CNF e del CSM di discutere in maniera costruttiva sulle possibili modalità per rafforzare la collaborazione istituzionale e professionale nelle due professioni giuridiche, entrambe soggetti della giurisdizione. Ciò soprattutto in relazione alla spinta alla sempre maggiore integrazione degli ordinamenti che viene dall’Unione europea.

Diverse norme in realtà già individuano precisi campi di condivisione; prova ne è la composizione mista del CSM e oggi anche quella dei Consigli giudiziari (organi di autogoverno della magistratura in sede locale che decidono le assegnazioni e gli avanzamenti di carriera dei giudici); o la nomina in Cassazione di avvocati per meriti insigni. Ma il percorso è solo accennato. Il primo passo, hanno convenuto i relatori, è quello di valorizzare la formazione comune tra giudici e avvocati che, sempre evocata, stenta ancora a trovare luoghi e programmazioni condivisi di ampio respiro.

Il vice presidente del CSM, Vietti, ha sottolineato come avvocatura e magistratura condividano le stesse esigenze di indipendenza, lealtà, rispetto del segreto professionale, diligenza, competenza professionale, fondamenti su cui si sviluppa l’impegno comune. Una collaborazione, quella tra magistratura e avvocatura, che deve declinarsi anche nel perimetro processuale e giudiziario, avviando una riflessione sulle strade per renderlo migliore. Responsabilità civile dei giudici, mediazione e accesso alla professione forense sono i temi che Vietti ha indicato.

Il Presidente del Consiglio consultivo dei giudici europei ha sottolineato i passaggi che il Consiglio d’Europa ha compiuto per il riconoscimento delle qualità comuni delle due professioni, «entrambe dedite allo stato di diritto a vantaggio dei cittadini: l’autonomia e l’indipendenza».

Dal canto suo, il Vicepresidente del Consiglio consultivo ha anticipato i contenuti di un parere che il Consiglio è chiamato a dare al Consiglio dei ministri del Consiglio d’Europa proprio per individuare alcuni rimedi alla spesso mancata reciproca comprensione tra le due categorie che condividono la responsabilità dell’amministrazione della giustizia; rimedi individuati nella formazione comune e nella definizione di regole processuali eque che riflettano il ruolo complementare di giudici e avvocati.

All’esito dell’incontro, ciò che è emerso è dunque l’auspicio di un reciproco impegno in vista di una sempre più fruttuosa collaborazione tra avvocati e magistrati nel comune interesse ad una più efficiente amministrazione delle funzioni giurisdizionali.

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