Fumo in auto con il figlio, multa di 110 euro

Redazione 23/08/17
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Le leggi contro il fumo, si sa, hanno sempre fatto discutere e dividere l’opinione pubblica. In pochi sanno però che dall’anno scorso il potenziamento dei divieti ha portato a nuove norme che tutti i cittadini dovrebbero seguire. Una di queste proibisce agli italiani di fumare in auto se a bordo c’è un minorenne o una donna incinta. Un divieto difficile da mettere in pratica, ma segnalato più volte negli scorsi mesi, quando gli automobilisti disattenti sono stati costretti a pagare 110 euro di multa.

 

Vietato fumare in auto in presenza di minori

L’ultimo caso riguarda un automobilista di Trieste, ma nei mesi precedenti situazioni del tutto simili sono capitate a Genova e a Trento. E ogni volta la notizia ha fatto il giro d’Italia, perché di fatto quasi nessuno si aspetta di poter essere multato perché fuma nella sua auto.

E invece è proprio così, la legge parla chiaro e non c’è nessun errore di applicazione. Ogni cittadino può ricevere una sanzione amministrativa se viene “beccato” a fumare in auto (non importa se da passeggero o conducente) quando a fianco a lui ci sia un minorenne o una donna incinta. Poco importa se il minore o la donna sono parenti o comunque non sono contrari al fumo: a stabilirlo è il Decreto legislativo n. 6/2016, in vigore fin dal febbraio dell’anno scorso.

 

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Multa difficile ma non impossibile

Uno dei problemi è che la sanzione viene applicata molto raramente, poiché è oggettivamente difficile per le Forze dell’ordine stabilire se un automobilista sta fumando, e forse ancora più complesso capire immediatamente se il passeggero al suo fianco è minore o incinta. Specialmente se l’auto procede con una certa velocità. Se sono già abbastanza rare le multe per chi non indossa la cintura di sicurezza e per chi parla al cellulare, dunque, ancora di più lo sono quelle per chi fuma quando non potrebbe. In alcuni casi, però, e con sempre maggiore frequenza, la sanzione arriva, e al cittadino spesso ignaro non resta che pagare la multa.

Niente sconti, e attenti al ricorso

A complicare le cose, ci si mette il fatto che la norma non è molto chiara.

A valere sono le disposizioni generali contro il fumo e non il Codice della strada. Dunque contano le regole di ciascuna Regione e lo stesso personale della Polizia a volte non è preparato. Non è previsto, poi, alcuno sconto per chi paga in fretta, entro cinque giorni. Bisogna inoltre stare attenti, e forse è questo il maggiore trabocchetto, a presentare il ricorso nelle giuste modalità. Per il divieto di fumo è necessario rivolgersi al prefetto, e non anche al giudice di pace, entro il limite di 30 giorni.

Dove è vietato fumare?

Ma a livello più generale, dove è vietato fumare oggi in Italia?

Come è stabilito dalla legge antifumo (Legge n. 3/2003) e dalle successive modifiche normative (non ultimo il citato Decreto legislativo del 2016), è vietato accendere la sigaretta in tutti i locali chiusi, ad eccezione dei soli locali privati non aperti al pubblico e delle apposite zone per fumatori. Ma il divieto di fumo riguarda anche gli spazi aperti, se ci si trova nei pressi di università ospedaliere o istituti di ricerca scientifica di cura pediatrica. È poi proibito fumare nelle pertinenze esterne dei reparti di ginecologia, ostetricia e pediatria degli ospedali: la multa, in tutti i questi casi, va dai 25 ai 250 euro.

Sanzioni aumentate, infine, per chi getta la sigaretta per terra, anche se in spiaggia: in questo caso il trasgressore dovrà sborsare 300 euro.

Redazione

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