Evoluzione della scrittura nell’era informatica

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Vi è nell’immaginario un progresso tecnico lineare e sempre, comunque positivo, in termini economici lo si può definire come tutto quello che favorisce l’aumento di produttività del lavoro umano. Nella realtà il progresso tecnico in molti casi risulta avere una forte bivalenza, da una parte positiva nell’accrescere le capacità e le possibilità umane, dall’altra negativa in quanto complica i rapporti umani e rende difficile la previsione e il controllo delle conseguenze.

Nell’uso delle risorse naturali si ha un effetto opposto, a seconda se la tecnologia viene ad investire le risorse “rinnovabili” o “non rinnovabili”. Nel primo caso si ha un incremento di produttività che viene a ridurre la capacità di rinnovo delle risorse stesse, nel secondo si può avere una riduzione dell’uso delle stesse e quindi una loro durata maggiore nel tempo, in quanto avviene una sostituzione o un loro migliore utilizzo.

Dobbiamo considerare che la ricerca è nell’industria concentrata nel perseguimento di una maggiore efficienza quale crescita produttiva al fine economico, tuttavia la velocità dell’innovazione tecnologica pone dei problemi culturali che investono tanto l’aspetto etico che gli effetti sociali e naturali, si crea un differenziale tra le possibilità tecniche e la capacità di governarle.

L’individuo si espone inconsapevolmente a nuove forme di manipolazione, tanto sull’aspetto privato che pubblico, il suo tempo viene progressivamente assorbito in nuovi mondi. Il maggior tempo che la tecnologia sembra promettere è nella realtà trasferito nelle nuove possibilità tecniche di consumo, in un accentuarsi della velocità di una comunicazione semplificata e superficiale, facile ad equivoci.

In questo progresso viene coinvolto anche l’aspetto linguistico sia nella sua funzione “transazionale”, quale strumento per la comunicazione di informazioni fattuali o proposizionali, che “interazionale”, ossia espressione di relazioni sociali e atteggiamenti personali.

E’ la scrittura che quale tecnica permette di creare il tempo, di creare la necessità ma anche la possibilità di datare, ossia di porre gli eventi in un succedersi determinato di momenti, essa nata dalla necessità pratica della gestione dei fenomeni economici, allarga il proprio ambito ai vari fenomeni culturali e scientifici che l’evoluzione umana comporta.

Nell’oralità la legge consuetudinaria si aggiorna continuamente cadendo nell’oblio quello che non è più collegato al presente, vi è tuttavia nell’esistere nel tempo della scrittura un aspetto ideologico che convive con la sua funzionalità, come il “prestigio” che alcune scritture possiedono ed il “potere” che la loro tecnica interpretativa comporta.

Ogni società ha bisogno di un aspetto ideologico che nel rafforzarne l’identità ne condivida i valori, questo avviene attraverso codici in gran parte legati al linguaggio, dove la comunicazione parlata si perde nell’attimo e deve continuamente essere ripetuta, mentre lo scritto persiste nel tempo quale valore temporale autonomo.

Considerando i “domini” della scrittura, ovvero le varie situazioni sociali tipizzate e regolate da norme e prescrizioni, possiamo pertanto indicare secondo le indicazioni di Cardona: il tempio, il mercato, la scuola, il palazzo; ognuno di questi ha una propria specifica situazione scrittoria, da quella magica – sacrale alle transazioni economiche, dall’istruzione formale e produzione letteraria al potere politico e delle leggi.

La scrittura è da Ong definita come un’operazione solipsistica, lontana dagli altri, mancante del contesto extratestuale che meglio ne definisca il contenuto, viene pertanto a mancare la possibilità di una correzione in corso d’opera data dal pubblico ed è, inoltre, compressa in regole compositive  molto rigorose. L’uso di internet come veloce mezzo di comunicazione di sentimenti ed emozioni può fare saltare varie regole abbreviando telegraficamente il testo ma per tale via rischia di impoverirne estremamente il contenuto, come del resto rendere cosciente degli eventi anche tragici e al contempo banalizzarli, in altre parole ridurre la riflessione.

 

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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