Espressioni sociolinguistiche nell’ambiente informatico

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L’informatizzazione, nel favorire e creare una seconda globalizzazione dopo quella conosciuta tra ‘800 e ‘900, ha accentuato gli effetti propri di una nuova fase politica detta post-democratica caratterizzata dalla deregulation,  dalla spettacolarizzazione della politica, mantenendone gli aspetti formali che vengono trasposti nella rete a fronte di un rafforzamento di potere dei gruppi strutturati che si trasforma in uno svuotamento della partecipazione alla vita politica dei cittadini, di una progressiva insostenibilità del welfare, così come conosciuto, e un progressivo esaurirsi degli investimenti pubblici, anche per le distorsioni di cui sono stati oggetto (Bordoni), la post-globalizzazione è pertanto la trasformazione da una condizione di stabile equilibrio all’instabilità di un continuo passaggio.

L’individuo nell’illusione di un onnipotente viaggio perenne nello spazio sociale e temporale dilatato che l’informatica promette, si riduce alla gestione del quotidiano proprio del “locale”, Bauman osserva esservi in atto una “adiaforizzazione” del sociale, un esonerarsi dalla valutazione morale quale risultato di una fluidità dei rapporti che sfumano l’impegno richiesto dallo Stato moderno, la relazione è impostata in termini unilaterali secondo quella che Giddens definisce come “relazioni pure”, la soddisfazione è l’unico elemento di valutazione nei rapporti umani e come tale rientra nella trasformazione e accentuazione in termini consumistici dei rapporti stessi, che diventano di per sé beni immateriali da consumare e scartare in una progressiva velocizzazione e moltiplicazione.

L’informatizzazione, come la globalizazione (Bardhan), è uno strumento che crea un ambiente il quale diventa positivo o negativo a seconda dell’uso e della cultura di coloro che lo vivono, nonché del contesto istituzionale ed economico in cui è calato, se il modello economico è quello di una espansione permanente quantitativa, dove, come negli ecosistemi, a fronte di ecosistemi giovani vi sono ecosistemi maturi, la quantità quale massimizzazione dell’efficienza viene sostituita dalla qualità della conservazione a fronte di ogni nuova unità prodotta, quelli che sembrano essere informaticamente servizi e beni intangibili si rivelano portatori di una forte base “fisica”, come tali con grossi impatti ambientali (Daly), la dilatazione dello spazio e del tempo che l’informatizzazione comporta sembra ridurre tutto al “qui e adesso”, nella chiusura del tempo in una sfera del presente dove i due estremi della dilatazione coincidono e nella apparente possibilità infinita si rimane invischiati, la scelta delle priorità che la politica avrebbe dovuto permettere viene di fatto surclassata dalla costruzione di nuovi mercati che ne anticipano le scelte imponendo le priorità (Wait Gibbs).

Il mondo globalizzato dell’informatica sembra promettere una libertà in cui il soggetto morale del legislatore dovrebbe essere in termini kantiani il singolo, il suo “io”, tuttavia questa è un’apparenza nella quale senza accorgersi l’individuo convinto della propria onnipotenza legislativa si trova ad essere soggetto alle norme di un legislatore inaccessibile, un mago di Oz, la documentalità che l’agire nel mondo informatico comporta ci porta ad essere soggetti ai vari legislatori che si sovrappongono in esso, la nostra intenzionalità risulta al contempo causa e conseguenza dello stratificarsi documentale, in cui emancipazione e controllo si intersecano, in questa asimmetria informatica in un’apparente trasparenza dove il potere si concentra nelle compagnie di gestione, la creazione del mondo informatico e delle sue regole emerge non da singole volontà ma dall’interagire di una moltitudine non prevedibile in cui linearità e caoticità si susseguono (Ferraris)

Si crea un mondo dove linguaggi e diritti si innovano nel dilatarsi e al contempo restringersi delle coordinate di spazio e tempo, si creano nuovi mercati, nuove possibilità ma anche abusi, i diritti e gli obblighi si modificano nel loro essere,  ne è un esempio il caso dei diritti di immagine che ha creato un acceso dibattito nell’U.E. in riferimento alla crescente facilità di fotografare, creata dalle nuove tecnologie e dalla massima diffusione che le immagini hanno nel web, il caso dimostra la difficoltà nel contemperare gli opposti diritti, dove libertà ed esigenze economiche si scontrano trasformandosi in confronti ideologici nella ricerca di nuovi significati comunemente accettati, d’altronde il “qui ed ora” si svolge contemporaneamente in uno spazio dilatato che comprende i vari continenti, i diritti stessi acquisiscono spessori e possibilità diverse che vengono a superare gli stessi confini statuali.

Tuttavia i diritti sono anche espressione della cultura da cui provengono e come tale rientrano nel linguaggio in cui tale cultura si esprime, nel web vi è una estensione planetaria che permette il contemporaneo essere di linguaggi diversi e nel multiforme sovrapporsi di mondi nascono sperimentazioni, vi è la possibilità di creare la cronaca di un’analisi poliedrica dell’oggetto che attraverso una serie di testi non eccessivamente lunghi, giri attraverso le sfaccettature che la materia impone intessendo una trama che avvolga l’oggetto dell’analisi nel suo complesso rapporto tra essere ed apparire nel mondo, un metodo che si adatti al mezzo e alla cultura di chi ne usufruisce, ma anche, nella ricerca di una completezza la più vasta possibile, ne colga le difficoltà senza appesantire.

Come è stato già osservato vi è una mescolanza linguistica tra i caratteri propri dell’oralità e la scrittura, in cui si innestano prestiti, alternanze di codici, ibridismi, dove l’origine è data dall’incontro tra tecnologia, situazione della comunicazione e cultura del soggetto (Ursini), la scrittura acquista nuovi spazi che superano le  precedenti solenni funzioni (Antonelli), con la difficoltà di mantenere l’equilibrio tra precedente solennità e l’attuale frammentarietà, forze centrifughe e centripete si affrontano e la canonizzazione in un linguaggio standard attraverso le istituzioni di socializzazione e gli atti ufficiali viene a perdere mordente.

La lingua diventa un divenire accelerato nel quale si creano e diffondono nuove norme linguistiche, la selezione di una lingua standard avviene attraverso l’acquisizione del prestigio, di una codificazione accademica e istituzionale, dell’elaborazione in termini funzionali alla socialità istituzionale e scientifica, infine nella sua accettazione quale risorsa di promozione sociale e necessità di convivenza tra forme diverse di varietà linguistiche, la standardizzazione ne permette quindi l’uso diffuso nei rapporti codificati ed anche la sua necessaria stabilità negli atti scritti, prima della normazione sociale autoritaria vi è pertanto una normazione linguistica codificata in grammatiche e vocabolari, il cui irrigidimento dà luogo ad una entità linguistica astratta, diffusa in differenti istituzioni sociali : scolastico, giudiziario, burocratico, etc. (D’Agostino).

Il linguaggio identifica e posiziona nelle varie categorie sociali i singoli interlocutori e come tale viene varie volte usato dall’individuo, nel trasmettere informazioni si producono al contempo informazioni sulla fonte in un complesso intreccio la cui finalità è la determinazione delle identità dei partecipanti, non vi è pertanto una sola identità bensì una serie di identità che il singolo riveste e che il mezzo del linguaggio esprime, i vari codici sono utilizzati dal singolo per rivestire identità in situazioni, nei vari gruppi ristretti, nelle attività sociali e lavorative, nelle comunità territoriali, essendo l’individuo partecipe allo stesso tempo di più comunità, la libertà si esprime anche nella possibilità di rivestire diversi ruoli e ricombinarli fra essi, essa tuttavia non è assoluta in quanto nasce dalle risorse semiotiche e linguistiche acquisite, la lingua diventa un sistema normativo  di riconoscimento e attraverso di essa si compiono atti di identità, in un sovrapporsi di lingue ufficiali e lingue veicolari dove si alternano la dimensione del “potere” e quella della “solidarietà” (La Page – Tabouret Keller).

La dimensione della densità crea una alta variabilità in presenza della diversità linguistica e culturale, il contatto crea una accessibilità e quindi un costante divenire favorito dall’alta mobilità, che diventa anche una mobilità linguistica, interviene un plurilinguismo dove l’insieme è identificato come paesaggio linguistico, si creano nuove comunità linguistiche nelle quali vige un comune codice di valutazione sociale, le norme sociolinguistiche permettono di comunicare nel contesto situazionale i vari significati sociali e gli eventuali ordini o richieste che si vuole comunicare, in questo secondo una scala gerarchica linguistica (D’Agostino).

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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