Diritto di visita: è reato impedire al padre di vedere il figlio

Redazione 04/10/16
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Ai genitori separati con diritto di visita non può essere impedito di vedere i propri figli, quale che siano le motivazioni addotte dall’ex partner. Il proseguimento del rapporto tra genitore e figlio anche dopo la separazione è un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale: lo stabilisce la Corte europea dei diritti dell’uomo con la recente sentenza del 15 settembre 2016 (ricorso n. 43299/12), in relazione proprio al caso di una famiglia italiana. Con un messaggio molto chiaro: l’Italia deve fare di più.

 

Leggi anche: Affido esclusivo dei figli se uno dei genitori è assente.


Il diritto alla visita deve essere sempre garantito?

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha stabilito molto chiaramente che l’Italia ha violato il diritto fondamentale di un padre separato a vedere suo figlio quando le autorità non sono state in grado, per ben quattro anni di fila, di mettere in atto delle misure efficaci perché ciò avvenisse.

L’uomo si era rivolto alla Corte europea nel 2012, dopo che le sue legittime richieste di passare del tempo con il figlio erano state ripetutamente ritardate o disattese dalla sua ex compagna e la giustizia italiana non era riuscito ad aiutarlo fattivamente. Come rilevato dalla CEDU, le giurisdizioni italiane “non hanno preso le misure appropriate per creare le condizioni necessarie alla piena realizzazione del diritto di visita del padre”. Italia, quindi, condannata.

 

Le autorità possono impedire ai genitori di vedere il figlio?

Impedendo di fatto (o comunque non essendo in grado di garantire) a un genitore di avere contatti significativi con il proprio figlio, le autorità italiane hanno violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

L’articolo stabilisce che “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare” e che “non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto”, salvo i rari casi di misure “necessarie alla sicurezza nazionale” o alla “protezione della salute”.

 

Come funziona il diritto di visita?

In Italia, a partire dalla riforma del 2006, in caso di separazione di una coppia i giudici sono tenuti a prediligere le forme di affidamento dei figli che prevedano un’attribuzione stabile a entrambi i genitori. Se non ci sono cause gravi che lo impediscano, dunque, l’esercizio della responsabilità genitoriale dovrebbe essere esercitata di comune accordo. Questo a riguardo del maggiore interesse del figlio e della sua serenità durante la crescita, che deve essere sempre tutelata con particolare attenzione.

Nella pratica, tuttavia, viene spesso adottato l’affidamento esclusivo a uno solo dei genitori, in genere la madre. Questa misura è realizzata per garantire al figlio, ancora, una maggiore serenità e un proseguimento meno traumatico della vita familiare. Ma una tale prassi, in molti casi, limita nei fatti il diritto alla vista dell’altro genitore –in genere il padre.

 

Diritto alla visita violato: cosa si può fare?

Nei casi, purtroppo ancora numerosi nel nostro Paese, nei quali il genitore che ha ottenuto l’affidamento impedisce od ostacola il diritto alla visita al figlio dell’ex partner, quest’ultimo può rivolgersi alla giustizia.

Il genitore può ricorrere, in particolare, al Tribunale per i minorenni e denunciare il comportamento dell’ex partner e il reato di violazione della decisione del giudice. È possibile anche richiedere la revisione almeno parziale delle condizioni di separazione. La causa, come visto, può essere lunga e complessa, ma la legge è tenuta a far rispettare il diritto alla visita al proprio figlio. Lo ribadisce, adesso, anche la Corte europea dei diritti dell’uomo.

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