I diritti e i doveri dei coniugi

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Quando due persone si sposano, assumono diritti e doveri che la legge stessa stabilisce.

Hanno entrambi diritto a non essere traditi.
Se a tradire è la moglie, il marito potrà chiedere l’addebito della separazione e non pagarle l’assegno di mantenimento.
Sia che si tratti di un tradimento sotto le coperte o social, di “una volta e mai più” o recidivo non ha importanza, si tratta sempre di tradimento, a meno che, non sia l’ultimo atto di una relazione compromessa.

Quello all’assistenza morale e materiale è un dovere ma è anche un diritto.
La moglie deve assistere il marito, prendersi cura di lui, soddisfarlo affettivamente e sessualmente. Stesso discorso per il marito.

Marito e moglie hanno diritto al rispetto da parte del partner del dovere di contribuire ai bisogni della famiglia, in base alle capacità economiche o lavorative.
Entrambi i coniugi hanno diritto a un contributo per il pagamento delle bollette, per comprare scarpe e vestiti ai figli, e altro.
Se la moglie decide di non lavorare e badare alla casa, ne ha il diritto, perché questa forma di contribuzione non ha meno valore del lavoro fuori.

Si parla spesso di mariti violenti, non sono esclusivamente quelli maneschi.
La violenza si può manifestare in molti modi.
Ad esempio colui che parla male della moglie in pubblico, umiliandola e sminuendone capacità e dignità.
In relazione alla violenza psicologica non c’è distinzione di sesso, e in simili casi scatta il risarcimento del danno.

Stesso discorso per la violazione della privacy, che non significa in modo esclusivo controllare il telefono, mettere le mani nelle tasche della giacca o della borsa o spiare la mail del partner, significa rispetto dell’intimità e della libertà di persona.
Sia il marito sia la moglie possono decidere per quanto tempo fare stare la suocera in casa loro, senza appropriazioni di campo indesiderate.
Stesso discorso per le chiavi di casa.
Il codice civile dice che con il matrimonio, il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono gli stessi doveri, elencandoli.
Il dovere di fedeltà, il dovere all’assistenza morale e materiale, il dovere alla collaborazione nell’interesse della famiglia, l’obbligo di coabitazione, l’obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia in proporzione alle capacità economiche e di lavoro, professionale o casalingo.

Violazione degli obblighi familiari

La violazione di questi obblighi significa essere pronti a subire pesanti conseguenze sia civili, come l’addebito in caso di separazione e, nei casi più gravi, il risarcimento del danno.
Ad esempio, un marito che tradisce la moglie alla luce del sole da causarle una forte depressione.
La legge prevede il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare per chi nega la dovuta assistenza materiale al coniuge.
In costanza di matrimonio non sono previsti tradimenti e scappatelle, né relazioni extraconiugali stabili a meno che l’unione con il proprio partner sia davvero finita e l’unica soluzione possibile sia il divorzio.
Con fedeltà non si intende in modo esclusivo il fatto di non avere rapporti sessuali ma anche il divieto di relazioni di qualsiasi tipo, anche platoniche o virtuali, ad esempio un’ amicizia in chat, o, tali da mortificare in pubblico il compagno o la a compagna.
La moglie che tradisce in modo stabile e ripetuto si vedrà addebitata la separazione e non avrà l’assegno di mantenimento anche se ne ha bisogno.

Gli obblighi familiari

I coniugi si devono assistere reciprocamente moralmente e materialmente, a meno che il marito o la moglie abbandoni la casa coniugale senza nessuna giustificazione e si rifiuti di ritornare.
Assistenza morale” significa comprendere il partner, proteggerlo, sostenerlo, non sminuirlo nella sua qualità di genitore o di partner e avere con lui o con lei rapporti affettivi e sessuali.
Assistenza materiale” significa obbligo di assistere il coniuge durante la malattia o la vecchiaia, fornendogli cure e attenzioni e, in caso di separazione o divorzio, mantenerlo se non sia economicamente autosufficiente.
Rientra nell’assistenza materiale anche l’obbligo di partecipare alle spese per la famiglia e a quelle atte a soddisfare le esigenze di carattere primario, proprie e dei figli, come il cibo, il vestiario, i trasporti, lo studio, mettendo a disposizione il denaro necessario o ricorrere all’opera di terzi.
Marito e moglie devono contribuire alle spese della famiglia e dei figli in base alle loro capacità economiche o lavorative.
Se il marito guadagna di più della moglie dovrà fare fronte in misura maggiore al mantenimento dei figli.
La moglie può decidere di non lavorare e di dedicarsi completamente alla famiglia, adempiendo al suo obbligo di contribuzione.
L’attività domestica ha pari dignità rispetto a quella lavorativa, a patto che la scelta non sia un modo per scaricare le responsabilità sul marito e dedicarsi tranquillamente a hobby personali, magari anche pretendendo l’aiuto di una domestica per pulire casa.
Allo stesso modo, l’uomo non può scaricare le questioni pratiche alla moglie e dedicarsi in modo esclusivo alla carriera.
Sposarsi significa anche condividere lo stesso tetto, tranne nel caso di separazione o per gravi motivi o esigenze particolari.
Una lite non può essere l’occasione per andare via da casa e ritornare dai genitori, rischiando di essere accusati del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare e l’addebito della separazione, durante la quale, sino a quando il giudice non decide a chi va la casa, non è possibile cambiare la serratura per non fare entrare il partner.
Ognuno dei coniugi è tenuto a rispettare la privacy dell’altro, non frugando tra oggetti personali e non spiando il telefono alla ricerca di possibili tradimenti, neanche se dovesse servire a fare valere i propri diritti davanti al giudice.

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