I deepfake sono tecnologie che consentono la manipolazione avanzata di immagini e video attraverso l’intelligenza artificiale (IA), creando contenuti che appaiono autentici, ma che sono in realtà frutto di sofisticate alterazioni digitali. Sfruttando le reti neurali, i deepfake elaborano enormi quantità di dati visivi per replicare movimenti, espressioni facciali e caratteristiche vocali di individui reali. Questo fenomeno pone sfide significative in ambito legale, pratico e sociale. Per esplorare il tema delle AI, consigliamo il volume Ai Act -Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024, nonché il corso di formazione “AI ACT e GDPR: come garantire la conformità per imprese e organizzazioni”
Indice
- 1. Cosa sono i Deepfake e come funzionano?
- 2. Gli aspetti giuridici: come si colloca la normativa europea?
- 3. Digital Services Act (DSA): obblighi e limiti
- 4. AI Act: regolamentazione dell’intelligenza artificiale e applicazioni ai deepfake
- 5. Privacy e diritto d’immagine: il quadro giuridico
- 6. Verso una protezione più efficace: proposte per l’evoluzione normativa
- 7. Conclusione: prepararsi alle sfide del futuro
- Formazione in materia per professionisti
1. Cosa sono i Deepfake e come funzionano?
I deepfake si basano su reti neurali generative, come le Generative Adversarial Networks (GAN), che apprendono i dettagli di un volto o di un’intera scena. Le GAN confrontano due reti neurali, una che crea e una che valuta la verosimiglianza delle immagini generate, fino a perfezionare il risultato finale. I progressi nel machine learning consentono di rendere queste rappresentazioni incredibilmente convincenti, abbassando barriere tecniche che rendono oggi l’accesso a questi strumenti semplice e alla portata di molti.
Se da un lato i deepfake offrono applicazioni creative e anche utili, come la ricostruzione di volti storici e la produzione cinematografica, dall’altro lato portano rischi elevati, soprattutto in termini di privacy e sicurezza. La manipolazione delle identità può sfociare in scenari di revenge porn, frodi, e campagne di disinformazione. Sul piano professionale e personale, chiunque diventa vulnerabile all’uso abusivo della propria immagine, con il rischio di violazione dei diritti individuali e di diffusione incontrollata su Internet. Per esplorare il tema delle AI, consigliamo il volume Ai Act -Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024
Ai Act
Quale impatto avrà l’intelligenza artificiale sulla nostra società e soprattutto sul diritto? Il testo esplora questa complessa intersezione, offrendo una guida dettagliata e completa.L’opera approfondisce l’evoluzione dell’AI, dalle sue umili origini nei primi sistemi esperti alle avanzate reti neurali e all’AI generativa di oggi.Analizza in modo critico il panorama normativo europeo, come il recente Regolamento n. 1689/2024, delineando il percorso legislativo e le regolamentazioni che cercano di gestire e governare questa tecnologia in rapida evoluzione.Gli autori affrontano temi fondamentali come l’etica dell’AI, la responsabilità legale, la sicurezza dei dati e la protezione della privacy.Il libro non si limita alla teoria: esplora anche le applicazioni pratiche dell’AI in vari settori, tra cui la giustizia, il settore finanziario, la pubblica amministrazione e la medicina.Attraverso casi di studio e analisi dettagliate, il libro mostra come l’AI stia trasformando questi ambiti e quali questioni giuridiche stiano emergendo.Inoltre, viene esaminato l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, evidenziando come l’automazione e le nuove tecnologie stiano cambiando le dinamiche lavorative e quali siano le implicazioni legali di queste trasformazioni.L’opera vuole essere una lettura essenziale per avvocati, giuristi, professionisti IT e tutti coloro che desiderano comprendere le complesse relazioni tra tecnologia e diritto, offrendo una visione completa e aggiornata, ricca di analisi critiche e riflessioni pratiche, per navigare nel futuro della tecnologia e del diritto con consapevolezza e competenza.Michele IaselliAvvocato, docente di Diritto digitale e tutela dei dati alla LUISS e di informatica giuridica all’Università di Cassino. Direttore del comitato scientifico di ANDIP e coordinatore del comitato scientifico di Feder-privacy. Funzionario del Ministero della Difesa ed esperto dell’Ufficio Generale Innovazione Difesa, è membro del Comitato di presidenza dell’ENIA (Ente Nazionale Intelligenza Artificiale).
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2. Gli aspetti giuridici: come si colloca la normativa europea?
La regolamentazione dei deepfake è un tema di grande importanza nell’Unione Europea (UE). Attualmente, il GDPR offre una protezione parziale in quanto vieta l’uso dei dati biometrici senza consenso, includendo quindi tecnologie come i deepfake che si basano su dati facciali e vocali. Tuttavia, tale quadro si è rivelato insufficiente a causa della rapidità di evoluzione delle tecnologie IA. Le leggi tradizionali non bastano a coprire le specificità dei deepfake, che possono essere anonimi e difficili da rintracciare.
Per questo motivo, l’Unione Europea ha introdotto il Digital Services Act (DSA) e il Regulation on Artificial Intelligence (AI Act) per creare una struttura di responsabilità più rigida per le piattaforme e i produttori di IA. L’obiettivo è richiedere trasparenza nella produzione di contenuti falsi e l’identificazione delle origini dei deepfake. Tuttavia, la normativa deve ancora essere implementata in modo efficace per coprire appieno i rischi dei deepfake, poiché, nonostante l’obbligo di rimozione e moderazione dei contenuti illegali, il tempo di reazione delle piattaforme resta spesso troppo lungo.
3. Digital Services Act (DSA): obblighi e limiti
Il DSA introduce obblighi per le piattaforme, come l’obbligo di agire prontamente per rimuovere i contenuti segnalati come illegali. Questo include i deepfake, ma il problema sorge nell’identificare i deepfake stessi. Nonostante le richieste di trasparenza e i sistemi di “flagging” sui contenuti sospetti, il monitoraggio è complesso e i contenuti manipolati si diffondono rapidamente prima che le piattaforme possano intervenire.
Inoltre, il DSA non obbliga le piattaforme a verificare la veridicità di ogni contenuto caricato, ma solo di quelli segnalati come dannosi. Questo crea uno spazio grigio che i creatori di deepfake possono sfruttare, rendendo inefficaci molti degli strumenti di moderazione.
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4. AI Act: regolamentazione dell’intelligenza artificiale e applicazioni ai deepfake
L’AI Act dell’UE mira a creare un quadro per l’uso etico e sicuro dell’intelligenza artificiale, classificando i rischi e imponendo obblighi di trasparenza. I deepfake rientrano nell’area di “alto rischio” quando utilizzati in ambiti sensibili come la sicurezza nazionale o l’informazione. Tuttavia, l’AI Act si concentra principalmente sullo sviluppo e l’implementazione dell’IA da parte delle aziende, lasciando in parte scoperti gli usi privati o criminali dei deepfake.
Una possibile soluzione potrebbe essere un’integrazione del Codice Etico dell’Intelligenza Artificiale per rendere obbligatori strumenti di identificazione e segnalazione dei contenuti falsi. Questo richiederebbe però aggiornamenti continui dei sistemi di rilevazione e una collaborazione tra governi e aziende tecnologiche per standardizzare tali pratiche.
5. Privacy e diritto d’immagine: il quadro giuridico
Il diritto alla privacy e il diritto all’immagine sono i principali strumenti per la difesa da usi impropri dei deepfake. La normativa europea stabilisce che ogni individuo ha diritto a controllare l’uso della propria immagine, ma applicare tale diritto ai deepfake è complicato. È difficile, infatti, individuare e fermare la diffusione di un video o di un’immagine deepfake, soprattutto quando questi sono condivisi su piattaforme non regolamentate.
Inoltre, una volta che il deepfake viene diffuso, il danno è spesso irreparabile e le vittime hanno strumenti limitati per ottenere giustizia. Qui si potrebbe intervenire introducendo sanzioni mirate per i creatori di deepfake che violano il diritto all’immagine e alla reputazione, oltre a sistemi di tracciabilità che permettano di identificare l’origine dei contenuti.
6. Verso una protezione più efficace: proposte per l’evoluzione normativa
Per fronteggiare in maniera efficace i rischi dei deepfake, sarebbero necessari interventi specifici e mirati, tra cui a titolo di esempio:
- Estensione del GDPR: il GDPR potrebbe includere disposizioni specifiche per il trattamento dei dati biometrici anche in forma indiretta, per tutelare gli individui da deepfake non consensuali.
- Revisione del DSA: rendere obbligatoria una tecnologia di riconoscimento dei deepfake sulle principali piattaforme, con l’obbligo di blocco automatico per i contenuti non autorizzati.
- Rafforzamento dell’AI Act: introduzione di un obbligo per le aziende di IA di integrare sistemi di verifica della veridicità nei prodotti commerciali che coinvolgono dati biometrici.
- Educazione e consapevolezza: introdurre campagne di sensibilizzazione rivolte agli utenti e ai professionisti sui rischi dei deepfake e su come proteggersi, simili alle campagne contro le fake news.
7. Conclusione: prepararsi alle sfide del futuro
Se è vero che, come diceva Philip Dick, l’autore del celeberrimo e visionario Blade Runner, “chi controlla la rappresentazione della realtà controlla la realtà”, nell’ambito dell’utilizzo, dell’abuso e del potere delle tecnologie dei deepfake è necessario compiere riflessioni cruciali.
I deepfake non si limitano a manipolare immagini e video: trasformano la percezione del mondo, incidendo sulla verità stessa. Ogni immagine contraffatta può distorcere opinioni, alterare narrazioni pubbliche e influenzare decisioni private o politiche, ponendo a rischio la fiducia sociale e democratica.
In questo scenario, non è solo la regolamentazione dei deepfake a essere fondamentale, ma anche la responsabilità di chi produce, ospita e diffonde questi contenuti. Affidare il potere di modificare la realtà solo a strumenti giuridici potrebbe essere insufficiente, se non accompagnato da un rigido impegno verso la trasparenza e la correttezza informativa.
Come società, siamo quindi chiamati a garantire che queste tecnologie siano utilizzate in modo etico e che chiunque disponga degli strumenti per modificare il “reale” operi con integrità. Senza questi fondamenti, il rischio è che l’informazione diventi solo un’arma nelle mani di pochi.
Formazione in materia per professionisti
AI ACT e GDPR: come garantire la conformità per imprese e organizzazioni
Il percorso formativo è rivolto ai giuristi, alle imprese e a tutti i professionisti coinvolti nei processi con l’obiettivo di approfondire i profili pratici per garantire la conformità all’AI ACT e GDPR alle aziende e organizzazioni che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale.
La prima sessione mira a fornire una panoramica generale dell’AI e introdurre i partecipanti ai profili normativi ed etici connessi all’AI ACT.
La seconda sessione si concentra sui profili pratici degli adeguamenti richiesti: gli obblighi di documentazione e trasparenza, il ruolo del DPO e dei responsabili della conformità, la valutazione d’impatto dei sistemi AI (AI Impact Assessment) e la protezione dei dati personali. Durante questa sessione, i partecipanti prenderanno parte a un workshop pratico che prevede la simulazione di una valutazione di conformità.
La terza sessione è dedicata alla sicurezza informatica dei sistemi AI e ai modelli di responsabilità legale in caso di danni da essi causati.
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