Decreto ingiuntivo: senza giudice

Redazione 05/12/18
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Ad oggi per ottenere un decreto ingiuntivo ex art. 633 c.p.c. occorre che la procedura venga fatta da un avvocato, il quale preparerà l’atto e per poi produrlo al giudice, che verificati i presupposti, ne dichiara la sussistenza.

Con la nuova si eliminerebbe questo secondo passaggio. L’avvocato, con procura del creditore, potrebbe emanare direttamente il decreto ingiuntivo. Tale procedura abbreviata risulterebbe un notevole risparmio di denaro e di tempo.

In cosa consisterebbe la proposta?

La proposta consta di diversi elementi, perché devono essere considerati diversi aspetti come quello del sovraccarico di lavoro degli uffici giudiziari. Secondo i dati statistici effettuati, i procedimenti monitori presentati dinnanzi ai Tribunali sarebbero oltre 490mila, a cui vanno aggiunti anche circa 430mila procedimenti monitori presentati ai giudici di pace. Le opposizioni agli stessi risultano essere circa 20mila.

Risulta, pertanto, evidente il sovraccarico di lavoro per gli uffici giudiziari e il conseguente protrarsi dei tempi per l’emissione di un decreto ingiuntivo sono particolarmente lunghi.

Un ulteriore aspetto non di poco conto riguarderebbe i costi; difatti, con la riforma si eliminerebbe l’onere di pagare il cosiddetto contributo unificato, ossia le imposte di bollo o di registro.

Da ultimo, occorre far riferimento alla forma con cui si richiede l’atto di opposizione al decreto ingiuntivo. Attualmente il debitore, quando propone opposizione, deposita un atto di citazione, con l’avvento di questa legge lo impiegherebbe un atto di ricorso; ciò garantirebbe un procedimento molto più veloce.

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La attività di ricerca nel patrimonio del debitore

Un’altra importante novità riguarderebbe la possibilità di poter svolgere un’attività di ricerca sui beni posseduti dal debitore. Tale attività verrebbe svolta, contestualmente, al decreto di ingiunzione.

Tale indagine verrebbe svolta dall’avvocato e non più l’ufficiale giudiziario. A tale riguardo sono state mosse delle critiche per l’introduzione di questa nuova tipologia di procedura. La principale critica attiene al rischio di violare il principio del giusto processo ex art. 111 Cost, dal momento che il creditore avrebbe la possibilità di arrivare all’emissione del decreto ingiuntivo senza contraddittorio e senza passare dal giudice.

Per ovviare a questa perplessità, la proposta stabilisce che il procuratore che per dolo o colpa non rispetti le verifiche di legge nello stilare il decreto sia passibile di illecito disciplinare, oltre che di responsabilità civile per i danni.
Il provvedimento è stato incardinato e l’iter dovrebbe partire entro la fine dell’anno.

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