Decreto Giustizia: oggi all’esame della Camera gli ordini del giorno

Redazione 05/11/14
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Anna Costagliola

Oggi in Aula alla Camera l’esame degli ordini del giorno presentati al disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile su cui la Camera ha votato ieri la questione di fiducia.

Soddisfatto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per la larghissima maggioranza con cui è stato dato il via libera alla conversione del D.L. sulla giustizia civile, sottolineando come «con il decreto non volevamo risolvere tutto ma credo sia un passo importante. Ci sono disincentivi ad andare al processo, si individuano percorsi alternativi per prevenire e comporre il conflitto e si dà anche un profilo diverso all’avvocato che da soggetto che rappresenta i diritti di fronte al giudice, diventa anche soggetto della composizione delle liti. Anche l’ufficiale di stato civile, ossia il sindaco, viene responsabilizzato per le separazioni e i divorzi».

Anche per il Consiglio Nazionale Forense (CNF) la riforma va nella direzione giusta, valorizzando, sul piano della volontarietà, soluzioni alternative del conflitto. In particolare, il CNF guarda con favore alla introduzione nel sistema della giurisdizione dei due nuovi istituti alternativi al processo per risolvere controversie in campo civile e di famiglia: la negoziazione assistita e il passaggio in arbitrato delle cause pendenti. Entrambi sono basati in massima parte sulla volontarietà delle parti/cittadini e sulla competenza e professionalità specifica degli avvocati e promuovono la “cultura” della conciliazione tra le parti.

Nel merito del provvedimento, il CNF in audizione in Parlamento ha avanzato alcune proposte di miglioramento dei due istituti, come appositi incentivi per le parti e alcune semplificazioni, e si augura che queste proposte trovino accoglimento nel più organico provvedimento sul processo civile, annunciato dal Governo. Il CNF sottolinea che il decreto legge è da considerarsi un primo passo nel percorso di risanamento del sistema giustizia, dovendosi insistere anche sul miglioramento della organizzazione degli uffici, sul processo telematico, su riforme organiche dei codici, prevedendo, dove necessario, gli appositi investimenti.

Critica, invece, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che ribadisce come la reiterata introduzione di continue riforme procedurali attraverso la tecnica della decretazione d’urgenza palesa forti dubbi di costituzionalità e non soddisfa affatto dal punto di vista sistematico giacché le riforme del processo, per quanto possano essere caratterizzate dall’urgenza e dalla preminente esigenza deflattiva, richiedono necessari approfondimenti  e coordinamenti a livello di sistema. In quest’ottica, pertanto, è necessario il ritorno ad una tecnica legislativa basata su riforme organiche e meditate del processo di cognizione e di esecuzione affinché le norme vengano confezionate nella sede loro propria. Negli ultimi anni, peraltro, stigmatizza ancora l’ANM, il legislatore, in materia  processual-civilistica, ha privilegiato scelte di fondo che optano per una definizione rapida dei procedimenti,  persino fuori dalla sede giurisdizionale, senza però andare a verificare approfonditamente le origini del problema, che risiedono nell’inadeguatezza e nella scopertura dei ruoli organici e nel costante depotenziamento dei servizi di cancelleria. Sul piano della efficienza e della conseguente velocizzazione del processo, pertanto, gli interventi proposti appaiono assai poco significativi; al contrario quelli oggi in esame alla Camera appaiono interventi mal confezionati e volti a rendere ancora più incerta e confusionaria la gestione del processo civile.

Il voto finale al provvedimento è previsto per la giornata di domani, giovedì 6 novembre 2014.

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