Crisi d’impresa: il ddl fallimenti approvato alla Camera

Redazione 02/02/17
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Approvato ieri dalla Camera dei Deputati il disegno di legge per la delega al Governo della riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il “ddl fallimenti“, come è stato ribattezzato, mira alla creazione di una fase preventiva di allerta per le imprese che rischiano il fallimento, alla semplificazione delle regole processuali e all’inclusione nella disciplina della crisi di consumatori e professionisti.

Il disegno di legge approda ora al Senato per l’approvazione definitiva e il passaggio al Governo. Vediamo allora quali sono le principali novità previste dalla riforma.

 

Leggi il disegno di legge sulla disciplina della crisi d’impresa.

 

Addio al termine “fallimento”

Il primo cambiamento sarà, innanzitutto, linguistico: il disegno di legge sulla crisi d’impresa prevede infatti che le espressioni “fallimento” e “fallito” spariscano dalla normativa e dal linguaggio ufficiale. Questo per evitare, come già succede in altri Paesi, che imprenditori e imprese in crisi vengano connotati con termini negativi e lesivi del loro prestigio.

Al posto della parola “fallimento”, secondo il ddl, potranno essere usati termini come “insolvenza” e “liquidazione giudiziale“.

 

Uscita dalla crisi e continuità aziendale

Entrando maggiormente nel merito della nuova disciplina, il ddl propone il superamento della vecchia procedura fallimentare e la nascita di un nuovo sistema basato primariamente su proposte di superamento della crisi che assicurino la continuità aziendale. Questo, si legge nel ddl, anche attraverso la nomina di un nuovo imprenditore.

La liquidazione giudiziale, in altre parole, dovrà essere riservata solo ai casi nei quali non sia possibile alcuna soluzione alternativa.

 

La fase preventiva di allerta

Uno dei principali punti cardine del disegno di legge delega consiste nell’introduzione di una fase preventiva di allerta che consenta una rapida risoluzione della crisi prima del peggioramento della situazione.

L’azienda in difficoltà che viene segnalata per tempo all’organismo di composizione della crisi delle camere di commercio verrebbe dunque “messa in sicurezza” tramite l’attivazione tempestiva di procedure per la risoluzione assistita della crisi. In questo modo si faciliterebbe molto la possibilità di rilancio dell’impresa sul mercato.

 

La semplificazione delle regole processuali

Ma non solo: il disegno di legge delega prevede la riduzione della durata e dei costi delle procedure fallimentari, con l’adozione in particolare di un unico modello processuale per l’accertamento dello stato di crisi e la legittimazione ad agire dei soggetti con funzioni di controllo e vigilanza sull’impresa.

Si prevedono inoltre l’uniformazione e la semplificazione della disciplina dei diversi riti speciali, l’adozione di una procedura unitaria per l’insolvenza di più imprese di uno stesso gruppo e la riformulazione delle disposizioni che hanno originato in passato contrasti interpretativi.

 

L’estensione della procedura ai professionisti

Molto importante, infine, la prevista estensione della procedura di fallimento (o meglio, “dello stato di crisi o di insolvenza”) a ogni categoria di debitore, inclusi i consumatori e i professionisti.

Molto probabilmente il ddl andrà a modificare, quindi, la legge sul sovraindebitamento che attualmente permette ai cittadini di beneficiare di un piano d’uscita per superare la crisi. Per quanto riguarda i professionisti, poi, la possibilità di fallire è una novità importante e carica di conseguenze: bisognerà aspettare l’approvazione del disegno di legge per capire esattamente quali.

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