Come saranno le nuove banche di credito cooperativo? La riforma approvata dal Consiglio dei ministri

Redazione 12/02/16
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Il Consiglio dei ministri di mercoledì 10 febbraio 2016 ha approvato un decreto legge contenente misure urgenti per la riforma delle banche di credito cooperativo e altre disposizioni urgenti per il settore del credito.

Nello specifico il decreto legge contiene la riforma delle Banche di Credito Cooperativo (BCC) e il recepimento nella legislazione dell’accordo raggiunto con la Commissione Europea sullo schema di garanzia per agevolare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza. Inoltre, per favorire il recupero dei crediti, è stata inserita una misura che agevola la vendita di immobili in esito a procedure esecutive, prevedendo una netta riduzione dell’imposta di registro che deve essere versata nella misura fissa di 200 euro (anziché del 9% per valore di assegnazione). L’agevolazione è fruibile a condizione che l’immobile sia rivenduto nei due anni successivi.

Il pacchetto di misure si inserisce in un più ampio disegno di ristrutturazione del sistema bancario italiano con l’obiettivo di rafforzarlo, renderlo più resistente agli shock, mettere gli istituti nelle condizioni di finanziare adeguatamente l’economia reale e quindi favorire la crescita e l’occupazione.

Le linee guida dell’intervento riformatore sono: 

•    confermare il ruolo delle BCC come banche cooperative delle comunità e dei territori; 

•    migliorare la qualità della governance e semplificare l’organizzazione interna; 

•    assicurare una più efficiente allocazione delle risorse all’interno del sistema; 

•    consentire il tempestivo reperimento di capitale in caso di  tensioni patrimoniali, anche attraverso l’accesso di capitali esterni al mondo cooperativo; 

•    garantire l’unità del sistema per accrescere la competitività e la stabilità nel medio-lungo periodo.

In particolare, la riforma del settore del credito cooperativo prevede:

•    Obbligo per le BCC di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni con un patrimonio non inferiore a 1 miliardo di euro.

•    La società capogruppo svolge attività di direzione e di coordinamento sulle BCC in base ad accordi contrattuali chiamati ‘’contratti di coesione’’.  

•    La maggioranza del capitale della capogruppo è detenuto dalle BCC del gruppo.

•    Al fine di favorire la patrimonializzazione delle singole BCC è stato elevato il limite massimo dell’investimento in azioni di una banca di credito cooperativo e il numero minimo dei soci.
•    La capogruppo potrà sottoscrivere azioni di finanziamento per contribuire al rafforzamento patrimoniale delle BCC.

 

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