Come evitare le allucinazioni dell’AI – La recensione della settimana

L’AI generativa promette enormi vantaggi per il settore legale, ma anche rischi non trascurabili, tra cui quello delle cosiddette “allucinazioni”.

Recensioni 14/05/25

L’intelligenza artificiale generativa, se da un lato promette enormi vantaggi per il settore legale, dall’altro introduce rischi specifici e non trascurabili, tra cui quello delle cosiddette “allucinazioni”: risposte plausibili ma del tutto infondate, inventate o giuridicamente scorrette. In un contesto professionale dove l’affidabilità delle fonti e la precisione normativa sono fondamentali, imparare a riconoscere e prevenire le allucinazioni diventa una priorità.
Il corso “Come evitare le allucinazioni dell’AI” si propone di colmare questo bisogno, offrendo a giuristi, avvocati e operatori legali strumenti teorici e pratici per diagnosticare, gestire e ridurre gli errori cognitivi dell’AI. La proposta formativa, strutturata in due sessioni intense, è firmata da due docenti esperti nel campo dell’AI applicata al diritto: Claudio Gionti e Giovanna Panucci.

Indice

1. Cosa troverai in “Come evitare le allucinazioni dell’AI”


Il corso si articola in due incontri di tre ore ciascuno, dal taglio complementare: uno più analitico e teorico, l’altro fortemente pratico.
I sessione – Comprendere il fenomeno delle allucinazioni
Con Claudio Gionti si parte da una mappatura del fenomeno: cos’è un’allucinazione in ambito AI, quali sono le tipologie più diffuse nel contesto legale, e quali implicazioni concrete possono avere in giudizio. La sessione offre una panoramica su benchmark, ricerche accademiche e studi internazionali, utili a valutare le prestazioni e l’affidabilità degli strumenti di AI giuridica. Viene poi introdotto il concetto di RAG (Retrieval-Augmented Generation) e di Fine Tuning, due tra le strategie più promettenti per mitigare il fenomeno.
II sessione – Strategie pratiche per la prevenzione
Con Giovanna Panucci, il focus si sposta su come scrivere prompt “diagnostici” e strutturati. La docente accompagna i partecipanti nella creazione di prompt che possano verificare la coerenza e la veridicità dell’output, analizzando casi di reverse prompting, prompt annidati e uso di strumenti di supporto come plugin legali e sistemi di retrieval. L’incontro si conclude con la consegna di un “promptuario” dedicato alla professione legale, un repertorio prezioso di esempi pronti all’uso per redazione, analisi giuridica e ricerca normativa.

2. Punti di forza


Tra i principali punti di forza del corso, va sicuramente segnalato:

  • L’approccio modulare e progressivo: si parte da una panoramica ampia e ben documentata per arrivare a strumenti operativi concreti, applicabili sin da subito nella pratica professionale.
  • L’equilibrio tra teoria e pratica: entrambi i moduli sono densi ma accessibili, con esempi tratti da casi reali e benchmark verificabili.
  • La chiarezza espositiva dei docenti: sia Claudio Gionti sia Giovanna Panucci hanno il merito di trattare temi tecnici e specialistici con un linguaggio chiaro, adatto anche a chi è ai primi approcci con l’AI.
  • Il focus sulla responsabilità professionale: il corso non si limita a “insegnare come usare ChatGPT”, ma trasmette una vera cultura della prudenza giuridica nell’uso degli strumenti AI, che è la base per ogni impiego etico e affidabile.

3. Perché seguire questo corso?


Chi lavora nel diritto sa quanto sia importante l’affidabilità delle fonti e la coerenza del ragionamento. Eppure, molti si affidano a strumenti di intelligenza artificiale senza un metodo, rischiando inconsapevolmente errori gravi.
Questo corso offre un metodo rigoroso e ripetibile per usare l’AI in modo responsabile, evitando automatismi, bias e – soprattutto – contenuti falsi. Non è un corso teorico né una guida generica: è un laboratorio operativo per chi vuole scrivere prompt efficaci e diagnosticare con precisione le risposte sbagliate.
Inoltre, la presenza di strumenti come il promptuario, le tecniche di reverse prompting e i casi studio permette di trasformare ogni professionista legale in un utente consapevole, capace di verificare, correggere e – se necessario – rifiutare un contenuto generato dall’AI.

4. Chi dovrebbe seguirlo?


Il corso è pensato per:

  • Avvocati, praticanti e giuristi che vogliono integrare strumenti AI nel lavoro quotidiano senza sacrificare rigore e affidabilità;
  • Redattori giuridici, giornalisti e comunicatori che desiderano utilizzare l’AI per produrre contenuti legalmente corretti;
  • Professionisti del settore pubblico (PA, enti locali) che lavorano con atti normativi, regolamenti o bandi;
  • Docenti e formatori in ambito giuridico-digitale;
  • Legal tech developer o progettisti di sistemi AI per il diritto, che vogliono comprendere come migliorare i prompt e mitigare i rischi informativi.

In definitiva, chiunque operi nel settore legale e voglia sfruttare l’AI senza cadere nelle sue trappole troverà nel corso “Come evitare le allucinazioni dell’AI” una risorsa preziosa, concreta e aggiornata.


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