Codice antimafia: proposte di modifica nel documento predisposto dall’Osservatorio nazionale sulla confisca

Redazione 08/02/12
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Anna Costagliola

Ad una distanza di soli 5 mesi dal varo del Codice antimafia (D.Lgs. 159/2011), si sta già pensando ad un restyling del provvedimento che contempli alcuni aggiustamenti ed integrazioni per arginare le criticità emerse in sede di prima applicazione. È cosi che l’Osservatorio nazionale sulla confisca, costituente un’importante iniziativa promossa dal DEMS (Dipartimento di studi europei e dell’integrazione internazionale) dell’Università di Palermo, diretto da Giovanni Fiandaca, ha elaborato un documento recante 16 proposte di intervento per migliorare il Codice antimafia.

L’Osservatorio nasce con l’intento di garantire che le professionalità in esso coinvolte forniscano adeguate prestazioni nell’ambito del complesso ed articolato sistema disegnato dal Codice in cui esse sono chiamate ad intervenire. Se, infatti, obiettivo precipuo del legislatore è stato quello di rendere più efficace e funzionale l’intero percorso in cui si snoda l’azione di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti e alle infiltrazioni mafiose nell’economia, tuttavia una non completa visione delle concrete problematiche che si aprono sul campo, accompagnata spesso dall’assenza, nel legislatore, di idee chiare e di strategie meditate alla base delle scelte compiute, hanno rivelato, nel complesso, un prodotto normativo che, confrontandosi con la prassi, rischia di non garantire il raggiungimento degli obiettivi promessi. E’ proprio in questa direzione che si muove il lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla confisca, attraverso la formulazione di proposte di modifica dell’attuale assetto normativo, nonché la elaborazione di linee guida dirette ad orientare in modo omogeneo le prassi locali.

Nel documento predisposto dall’Osservatorio diversi sono gli aspetti che si ritiene necessitino di un intervento, aspetti attinenti essenzialmente alle materie della «confisca breve», del sequestro, di cui si auspica una disciplina che lo renda maggiormente fedele alle previsioni della legge delega (L. 136/2010), del controllo giudiziario, che si vuole più ampio, e del ruolo dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, che andrebbe certamente implementato. Nell’ambito dell’Osservatorio si stigmatizza la necessità di lavorare in una prospettiva di collaborazione interistituzionale, soprattutto tra Autorità giudiziaria (Procure e Tribunali) e Autorità amministrativa (Agenzia nazionale), come richiesto dalla complessità della materia trattata e dalla delicatezza delle decisioni da assumere, che impongono forme di concertazione tra gli attori coinvolti per meglio orientare gli obiettivi perseguiti.

Il documento è attualmente al vaglio delle maggiori Procure distrettuali antimafia e della Procura nazionale antimafia in vista della data prossima del 17 febbraio, in occasione della quale è prevista una riunione di tutti i soggetti interessati al via libera del documento, e di quella successiva del 18 in cui il documento medesimo sarà presentato ai ministri competenti.

 

 

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