Cittadinanza italiana e ius sanguinis illimitato: il no della Consulta

La Corte Costituzionale, tramite la sentenza n.142/2025, mette in discussione il principio della cittadinanza italiana per discendenza illimitata.

Scarica PDF Stampa Allegati

La Corte Costituzionale, tramite la sentenza n. 142 depositata il 31 luglio 2025, mette in discussione il principio, in vigore da oltre un secolo, della cittadinanza italiana per discendenza illimitata. I giudici delle leggi hanno sollevato forti dubbi di legittimità costituzionale riguardo alla norma che consente a chiunque, a prescindere dal legame effettivo con l’Italia, di rivendicare lo status di cittadino. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione.

Corte Costituzionale – sentenza n. 142 dep. 31-07-2025

pronuncia_142_2025.pdf 123 KB

Iscriviti alla newsletter per poter scaricare gli allegati

Grazie per esserti iscritto alla newsletter. Ora puoi scaricare il tuo contenuto.

Indice

1. Una questione epocale per la cittadinanza


L’attribuzione della cittadinanza italiana, da più di 160 anni, si fonda primariamente sul principio dello ius sanguinis. Il criterio, ricevuto in eredità dall’ordinamento attuale dal Regno d’Italia, e mantenuto essenzialmente immutato dalle riforme che si sono in seguito avvicendate, ha permesso il passaggio dello status di cittadino di generazione in generazione, senza limiti temporali o di legame effettivo col Paese. Principio che, se storicamente giustificato dall’intenzione di mantenere un legame con le comunità di emigrati italiani, nell’attualità appare collidere con nuovi pattern sociali e giuridici, nel senso evidenziato dalla sentenza n. 142/2025 della Consulta. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione.

VOLUME

Immigrazione, asilo e cittadinanza

Obiettivo degli autori è quello di cogliere l’articolato e spesso contraddittorio tessuto normativo del diritto dell’immigrazione.Il volume, nel commento della disciplina, dà conto degli orientamenti giurisprudenziali e delle prassi amministrative, segnalando altresì la dottrina “utile”, perché propositiva di soluzioni interpretative utilizzabili dall’operatore (giudici, avvocati, amministratori, operatori nei diversi servizi).Il quadro normativo di riferimento di questa nuova edizione è aggiornato da ultimo alla Legge n. 176/2023, di conversione del decreto immigrazione (D.L. n. 133/2023) e al D.lgs n. 152/2023, che attua la Direttiva UE/2021/1883, gli ultimi atti legislativi (ad ora) di una stagione breve ma normativamente convulsa del diritto dell’immigrazione.Paolo Morozzo della RoccaDirettore del Dipartimento di Scienze umane e sociali internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia.

 

Paolo Morozzo della Rocca | Maggioli Editore

2. Le questioni rimesse


Alla base quattro giudizi a quibus promossi da altrettanti Tribunali, che in sostanza hanno posto la questione: risulta ancora legittimo, nell’ordinamento costituzionale italiano, un sistema di cittadinanza che riconosce lo status a milioni di persone prive di ogni collegamento sostanziale con l’Italia? I rimettenti hanno sollevato dubbi di legittimità costituzionale, tutti giudicati inammissibili e infondati, su plurime norme, tra cui l’art. 4 del codice civile del 1865, l’art. 1 della legge n. 555/1912, l’art. 1, comma 1, lettera a), della legge n. 91/1992, nella parte in cui non prevedono alcun limite all’acquisizione della cittadinanza per discendenza.

Potrebbero interessarti anche:

3. Contrasto tra ius sanguinis illimitato e principi costituzionali


Hub delle censure dei tribunali risiede dell’idea che la nozione di popolo, sancita dall’articolo 1, secondo comma, della Costituzione, non possa essere inaridita di significato. Se è vero che “la sovranità appartiene al popolo”, la legge sulla cittadinanza non può trasformare tale concetto in una “scatola vuota”, ampliando lo status di cittadino a soggetti che non presentano legami reali con la comunità nazionale. I giudici di merito hanno osservato che la cittadinanza, oltre a essere un diritto individuale, presente una dimensione comunitaria e pubblicistica, la quale implica “appartenenza, partecipazione, relazionalità, integrazione, prossimità” con lo Stato e il relativo territorio. La normativa oggi vigente, secondo i rimettenti, origina una spaccatura tra il concetto formale di cittadinanza, che si basa sul vincolo di sangue, e il relativo significato sostanziale, compromettendo la sovranità popolare. Il contrasto è stato ulteriormente esaminato per il profilo dell’irragionevolezza e sproporzionalità, in violazione dell’articolo 3 della Costituzione. I tribunali hanno posto l’accento su come l’assenza di limiti renda la norma disallineata rispetto a ulteriori discipline, come quelle che regolano l’acquisizione della cittadinanza per matrimonio o per residenza, che richiedono un effettivo radicamento nel territorio o la conoscenza della lingua. Il contrasto rilevato dai giudici rimettenti coinvolge pure all’articolo 117, primo comma, della Costituzione, che impone all’Italia di rispettare gli obblighi internazionali e i vincoli derivanti dall’Unione Europea. Quanto a tale profilo, i giudici hanno richiamato il principio di effettività del vincolo di cittadinanza, sancito dal diritto internazionale. Il legame tra individuo e Stato non può essere una semplice fictio giuridica, bensì deve poggiare su una “reale appartenenza dell’individuo al gruppo sociale”. A ciò hanno aggiunto che il riconoscimento illimitato della cittadinanza italiana provoca dirette conseguenze sull’attribuzione automatica della cittadinanza europea. I giudici hanno messo in luce come l’articolo 20 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) attribuisca la cittadinanza europea a “chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro”. Questo, a sua volta, concede una serie di diritti (libertà di circolazione, di soggiorno, tutela diplomatica) a un numero potenzialmente illimitato di individui che, pur non avendo alcun collegamento con l’Italia, si trovano di fatto a godere di tutti i benefici derivanti dalla cittadinanza europea.

4. Cosa succederà adesso?


Per la Corte non è ammissibile un proprio intervento che limiti l’acquisizione della cittadinanza per discendenza, tramite una sentenza manipolativa che operi scelte, fra molteplici possibili opzioni, connotate da un ampio margine di discrezionalità e che hanno incisive ricadute a livello di sistema. La Consulta, pur non fornendo una soluzione univoca, ha tuttavia posto un quesito cruciale. La risposta appare urgente alla luce dei dati citati dai rimettenti: le migrazioni del secolo scorso e i conseguenti milioni di discendenti residenti all’estero, sovente in Stati che sono in crisi economica, hanno fatto accrescere le istanze di riconoscimento della cittadinanza, mettendo sotto pressione consolati e tribunali. I rimettenti hanno suggerito alcune potenziali vie per sanare il vulnus costituzionale, come l’introduzione di un limite generazionale (due, ad esempio) ovvero l’obbligo di comprovare un periodo di residenza nel nostro Paese. Altri hanno proposto la necessità di comprovare la “relazionalità effettiva” con Stato, territorio e popolo italiani. A ogni buon conto, la pronuncia in disamina rappresenta risulta alquanto provocatoria. È stato infatti riconosciuto che il diritto vivente, per quanto consolidato, non può ignorare la difformità tra un principio storico e i valori fondanti della Costituzione repubblicana. L’assist è servito e la palla passa ora al legislatore, interpellato per trovare un nuovo equilibrio. Il gioco consiste nella definizione stessa di chi siamo e, per l’effetto, di chi fa parte del popolo italiano.

Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?


Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!

Iscriviti alla newsletter
Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Avv. Biarella Laura

Laureata cum laude presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, è Avvocato e Giornalista.
È autrice di numerose monografie giuridiche e di un contemporary romance, e collabora, anche come editorialista, con redazioni e su banche dati giu…Continua a leggere

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento