Chi è responsabile nei confronti del minore?

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I giovani spesso escono in comitive e a volte i componenti non hanno la stessa età.                                                                Potrebbe ad esempio accadere che, insieme ai maggiorenni, ci siano dei minorenni, il più delle volte, di sesso femminile.

In presenza di simili ipotesi, ci si chiede chi risponde di quello che accade a chi non ha ancora compiuto 18 anni e chi sia responsabile se un maggiorenne esce con un minorenne.

In questa sede vedremo che cosa dice la relativa normativa.

La maggiore età

In diritto civile, per maggiore età si intende l’età alla quale il soggetto acquisisce in linea di principio la capacità di agire, vale a dire la capacità di compiere in autonomia contratti e altri negozi giuridicamente validi.

Questa capacità è distinta dalla semplice capacità giuridica, che è la titolarità in astratto di diritti e doveri.

Colui che ha raggiunto la maggiore età viene detto maggiorenne, mentre colui che non l’ha raggiunta, il minorenne, nonostante sia a qualunque effetto un soggetto di diritto, necessita dell’assistenza di un maggiorenne per compiere gli atti necessari ad esercitare i diritti dei quali è titolare, fatti salvi i casi nei quali i singoli ordinamenti prevedono un’età inferiore, ad esempio per svolgere un’attività lavorativa o per i cosiddetti diritti esistenziali, oppure per esercitare gli obblighi di custodia, potestà, tutela o responsabilità, a seconda dell’ordinamento, nei confronti dei figli.

La legge può anche prevedere l’istituto dell’emancipazione, che consiste nell’attribuire prima la capacità di agire, anche se di solito con alcune limitazioni, al verificarsi di determinate condizioni.

In Italia ad esempio il minore è emancipato di diritto quando contrae matrimonio oppure quando diventa, in determinate circostanze, amministratore dell’impresa familiare.

La responsabilità dei minorenni

Sotto un profilo penale, il minorenne è responsabile a partire dai 14 anni, età nella quale subisce le sanzioni per i reati da lui stesso commessi.

Né i suoi compagni, né gli insegnanti, né gli stessi genitori possono essere puniti per un reato commesso da un minore sottoposto alla loro custodia.

Se il minore ha meno di 14 anni, il reato resta completamente impunito.

Sotto un profilo civile, le conseguenze dell’illecito commesso dal minorenne, sia che si tratti di un reato oppure che non lo sia, sono a carico dei genitori o del tutore, che dovranno risarcire i danni cagionati dal minore a terzi, come prevede l’articolo 2048 del codice civile.

Se il minore è sotto la custodia di un insegnante, lo stesso ne ha la responsabilità.

Se un bambino fa male a un altro bambino nell’intervallo scolastico, sono la scuola e il ministero dell’Istruzione, a risarcire il danno.

La responsabilità dei docenti si estende anche a “coloro che insegnano un mestiere o un’arte”, che sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo nel quale sono sotto la loro vigilanza.

I fratelli maggiorenni e la responsabilità per il fatto dei minori

Ci si chiede che cosa accada se un fratello maggiorenne esce con un fratello o sorella che non ha ancora compiuto 18 anni.

Colui che ha raggiunto la maggiore età viene chiamato maggiorenne, mentre colui che non l’ha raggiunta, il minorenne, nonostante sia un soggetto di diritto, necessita dell’assistenza di un maggiorenne per compiere gli atti necessari ad esercitare i diritti dei quali è titolare, fatti salvi i casi in nei quali gli ordinamenti prevedono un’età inferiore, ad esempio per svolgere un’attività lavorativa o per i cosiddetti diritti esistenziali, oppure per esercitare gli obblighi di custodia, potestà, tutela o responsabilità, a seconda dell’ordinamento, nei confronti dei figli.

Come si accennava in precedenza, la legge può anche prevedere l’istituto dell’emancipazione, che consiste nell’attribuire prima la capacità di agire, nonostante, di solito contenga alcune limitazioni, se si dovessero verificare di determinate condizioni.

In Italia, ad esempio, il minore è emancipato di diritto quando contrae matrimonio oppure quando diventa amministratore dell’impresa familiare.

Questa capacità è distinta dalla semplice capacità giuridica, che è la titolarità in astratto di diritti e doveri.

Degli illeciti commessi dal minorenne non risponde il più grande, perché l’articolo 2048 del codice civile prevede la responsabilità in capo ai genitori e agli insegnanti, nonché ai fratelli, che la disposizione in commento non menziona.

Per il fatto illecito imputabile a un minorenne,  con chiunque lo stesso si trovi, continuano a rispondere i genitori, anche se non ne hanno il controllo materiale e diretto.

Secondo la giurisprudenza, i genitori devono fornire ai loro figli l’educazione adeguata, in  modo che gli stessi  rispettino le regole civili.

Se il minorenne non utilizza bene simili insegnamenti e non sa vivere in comunità, i genitori devono risarcire eventuali danni a terzi.

Gli amici e la responsabilità nei confronti dei minorenni

Se in una comitiva, un maggiorenne esce con un minorenne, il primo non è responsabile per i comportamenti del secondo, anche se“i genitori glielo hanno affidato”.

Come scritto in precedenza, la responsabilità dei genitori resta per l’intera giornata, anche quando il figlio non è sotto la loro supervisione e cessa dal momento nel quale lo stesso entra a scuola sino a quando esce.

L’amico maggiorenne non è responsabile dei comportamenti illeciti dell’amico minorenne.

Se il minorenne si dovesse fare male chi è responsabile?

In precedenza sono state prese in considerazione le ipotesi nelle quali a commettere l’illecito sia il minorenne, delle quali sono responsabili esclusivamente i genitori, i tutori, gli insegnanti o i maestri, non i fratelli, gli altri parenti o gli amici ai quali sono affidati.

Che cosa accade se il minore si dovesse fare male?

Ad esempio, un ragazzo esce con una ragazza minorenne e la stessa, durante la serata, si ferisce.

Il primo ne risponde nei confronti dei genitori?

La risposta dipende dal grado di colpa del maggiorenne.

Di solito le conseguenze del danno ricadono su chi ha commesso il comportamento illecito.

Se il danno è procurato da un terzo soggetto, ad esempio, un minorenne che viene investito da un’auto, la responsabilità ricade sullo stesso e non su chi lo ha accompagnato.

Altro Esempio:

Un ragazzo, uscendo con un amico minorenne, lo invita a compiere un comportamento pericoloso, come salire in moto, dietro di lui, senza casco.

In simili casi, l’accompagnatore si deve considerare responsabile perché il danno dipende direttamente dal suo comportamento.

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