Avvocati: come difendersi dal nuovo pignoramento del conto corrente?

Redazione 25/05/17
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Novità importanti sul fronte fiscale: dal 1° luglio 2017 il pignoramento dei conti corrente sarà ancora più facile. Infatti, tale data determina la fine della società per azioni Equitalia, che sarà sostituita direttamente dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Come difendersi allora dal pignoramento?

Ad oggi è possibile che i conti corrente privati siano pignorati senza procedimento giudiziario, purché in saldo a debito verso il Fisco. A ben vedere, ciò continuerà ad essere possibile anche con il passaggio del testimone tra i due enti di riscossione: la differenza risiede nella tempestività del pignoramento stesso. Infatti, ciò che rileva è il dato per cui dopo il 1° luglio il conto corrente pignorabile sarà immediatamente bloccato dal Fisco, che avrà la possibilità di accedere alle banche dati, grazie al diretto contatto con l’Anagrafe Tributaria.

Pignoramento Immediato del Conto Corrente: da quando?

In particolare, grazie ai dati custoditi dall’Inps, l’Agenzia delle Entrate, in vista di un debito scaduto di un contribuente nei suoi confronti, potrà facilmente appurare l’esistenza o meno di assegni pensionistici o stipendi da lavoro, con cui poter soddisfare la propria pretesa creditoria.

Equitalia, invece, doveva chiedere suddette informazioni a terzi, tramite un procedimento dinanzi all’Autorità giudiziaria. Questo il motivo per il quale il pignoramento del conto corrente, a partire da luglio 2017, sarà molto più tempestivo. I conti correnti trovati verranno infatti immediatamente bloccati, a tutela del credito del Fisco.

Qual è il procedimento di pignoramento automatico?

Ci si chiede però come sia possibile che l’Agenzia delle Entrate, seppur dall’alto della sua investitura nazionale, possa accedere automaticamente ai conti bancari, a prescindere anche dall’avviso del destinatario. Ciò è permesso in quanto la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto (ossia l’atto che intima al debitore il pagamento del debito entro dieci giorni dalla notifica); pertanto può procedere al pignoramento del conto corrente, se passati 60 giorni dalla notifica la cartella esattoriale non è stata pagata.

 Trascorso il suddetto termine l’Ente della riscossione, può subito inviare alla banca l’atto di pignoramento ancora prima di notificarlo all’interessato, per poi invitare quest’ultimo al pagamento di quanto dovuto entro altri 60 giorni. Se il debitore poi, persevera e continua a non pagare quanto dovuto il Fisco richiede alla banca di versare l’importo pari al debito, senza necessità di rifarsi a un giudice per far emettere il relativo provvedimento.

Come difendersi dal pignoramento?

Per arrestare questo pignoramento telematico, e soprattutto sbloccare il conto corrente, il contribuente, ed eventualmente il suo avvocato, dovranno presentare una richiesta di rateizzazione del debito entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento. Inoltre, qualora la richiesta di dilazione sia accettata, dovrà anche essere pagata la prima rata del piano di ammortamento. 

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