Attrattori caotici e capitale umano nella complessità amministrativa

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         Con la balcanizzazione della pubblica amministrazione avvenuta da oltre un decennio, si è sgretolata la struttura centralizzata dello Stato, in cui l’amministrazione statale risultava asse portante della P. A.
         I concetti di flessibilità e autonomia introdotti massivamente nel decennio scorso sia da un punto di vista legislativo (DD. Lgs. vi 29/93, 386/97, 80/98, 165/01, 267/00, 340/00, ecc.) che costituzionale (L. Cost. n. 3/01, ecc), unito ad una privatizzazione degli enti pubblici economici statali e locali effettiva o meno che sia (LL. 35/92, 359/92, 503/95, 481/95, ecc.) ha dato luogo ad una frammentazione progressiva dell’apparato pubblico sorretto dalla necessità dell’alleggerimento, ma ha fornito anche lo spazio per lo sviluppo di interessi privati apparentemente nuovi, anche se con grosse continuità con il passato.
         I riflessi di questo sommovimento, nato dalla fine del secolo breve (‘900 ) con la caduta del blocco orientale, ha comportato per le amministrazioni pubbliche centrali e locali una crescente caoticità, sorretta da un silenzioso assalto alle varie posizioni scoperte dato dalle nuove cordate formatesi nel frattempo, in questo favorite dal venire meno delle vecchie regole e dalla frammentazione amministrativa, come storicamente avviene in ogni cambiamento non sorretto da un forte centro decisionale permanente nonché chiaramente definito e riconosciuto. Infatti i mutamenti hanno diverse traiettorie a seconda delle tipologie, ossia se avvengono dal basso per stato nascente derivante da una fase rivoluzionaria, per decisione sovrana, oppure sebbene iniziati dall’alto sotto la spinta subita dalle circostanze esterne, sfuggano successivamente alla direzione al coordinamento frammentandosi in lotte interne.   
         Abbracciando il principio che ogni comunità, o presunta tale, evolva secondo le proprie necessità o capacità, quale unico rimedio per superare resistenze derivanti da incapacità riformatrici centrali, si può scivolare dalla complessità alla caoticità ossia dalla imprevedibilità determinata alla imprevedibilità indeterminata.
         Si hanno in questo ambiente strutture organizzative che oltre ad essere come i fenomeni naturali circolari, cause che generano effetti che a loro volta si ripercuotono sulle cause iniziali, iterativi, determinati da un numero elevato di ripetizioni di procedure semplici, acquistano forte sensibilità alle condizioni iniziali, influenzati notevolmente da piccole variazioni di informazioni note, perdendo quindi una delle caratteristiche della burocrazia che è la stabilità gestionale da doversi integrare con l’adattamento al mutare delle condizioni ambientali. Interviene, quindi, la necessità di gestire la complessità evitando la caoticità.
         Per fare questo necessitano due elementi, attrattori caotici adeguati, quali possono essere alcuni gangli burocratici attraverso cui attrarre e armonizzare, e la notevole qualità umana degli stessi, in quanto solo un adeguato capitale umano può gestire con sufficiente elasticità gli imprevisti che la complessità comporta.
         Nella realtà tale funzione in molte casi non è stata colta dalle strutture che avrebbero dovuto svolgerla, le quali hanno colto l’occasione data da tali necessità per riacquistare una funzione auto-referenziale di carriera, negando per tale via la loro autentica funzione e creando al contempo le premesse per un’ulteriore complessità sfociante verso la caoticità, presupposto per un ulteriore disgregazione.
         Dobbiamo avere sempre presente che non è più possibile, o non solamente, operare attraverso norme e procedure giuridiche o contabili che si voglia, si deve intervenire sui comportamenti dei singoli creando valori ed esempi che motivando creino squadra, ma la credibilità non può certo crearsi con comportamenti opportunistici o mercenari e la credibilità è fondamentale nel fare squadra riducendo la complessità, né può essere creata attraverso corsi o dibattiti in quanto nasce dai comportamenti quotidiani.
         Dobbiamo avere chiaro che una volta creata la complessità non può essere più eliminata, ma si dovrà semplicemente imparare a gestirla e per fare questo occorre creare un notevole capitale umano, in cui vi sia una deterrenza per i comportamenti opportunistici ed una prospettiva chiara, onesta ed accettata della propria funzione nella struttura.
         Questo in particolare vale per quegli apparati istituzionalmente deputati a fungere da attrattori caotici nella complessità della trasformazione amministrativa e istituzionale.
 
Bibliografia
 
·        C. Mazzucchelli, Complessità e management delle organizzazioni, in complexlab;
·        N. Antonucci, Cosa sono la complessità e il caos…semplicemente?, in complexlab;
·        D. Cipollini, Punizione uguale cooperazione. Le sanzioni per gli individualisti aiutano la coesione dei gruppi sociali, in “Le Scienze”, 36, 6, 2006.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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