Approvato in sede legislativa alla Camera il disegno di legge per contrastare l’usura e l’estorsione: il testo passa ora al Senato

Redazione 28/10/11
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di Lucia Nacciarone

Il 26 ottobre la Commissione giustizia della Camera ha approvato in sede legislativa una proposta di legge recante “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovra indebitamento”; il testo deve passare ora all’esame del Senato.

La proposta di legge si pone l’obiettivo fondamentale di contrastare i fenomeni dell’usura e del racket, che riguardano una grossa parte della nostra realtà, e che si concentrano in particolare nelle Regioni dove è maggiore la presenza di organizzazioni di stampo mafioso e simili. Tali realtà, tuttavia, spesso non riescono a venire alla luce, considerando la difficoltà nel parlarne e le minacce di cui spesso sono vittima coloro che subiscono richieste di estorsioni o usurarie.

La nuova disciplina prevede anzitutto la possibilità, per gli imprenditori falliti, di accedere ai Fondi di solidarietà a favore delle vittime di tali fenomeni. Come ulteriore misura di agevolazione, viene prevista la facoltà di ricevere, per gli imprenditori in crisi, mutui in tempi ristretti, anche eventualmente nella fase delle indagini preliminari, previo parere favorevole del pubblico ministero che accerti sulla base delle risultanze probatorie che probabilmente ci si trovi di fronte ad una fattispecie di usura.

Anche il codice degli appalti viene modificato prevedendo la revoca del contratto di appalto laddove l’appaltatore sia stato condannato con sentenza irrevocabile per usura o estorsione.

Il disegno di legge introduce, inoltre, una nuova tipologia di concordato per aiutare i debitori in crisi di liquidità, o sovraindebitamento. Quest’ultimo è definito come «una situazione di perdurante squilibrio economico fra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni». Si tratta, in sostanza, della mancanza, protratta nel tempo, di risorse economiche per far fronte agli impegni assunti, una situazione simile a quella che può dare luogo al fallimento dell’imprenditore commerciale.

La nuova misura, modellata sulla falsariga del concordato fallimentare, presuppone un accordo con i creditori, su proposta del debitore, consistente nella proposta di un piano di ristrutturazione. L’accordo deve essere omologato dal giudice e accettato dai creditori che rappresentino almeno il 70 per cento dei crediti.

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