Annalisa Casagranda Laureata al DAMS di Bologna, nel 1993 entra a far parte dello staff del MART in qualità di operatrice didattica e autrice di progetti. Nel 1998 è chiamata a gestire e organizzare l’attività didattica della Galleria Civica di Trento, d

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1.      La sezione didattica del MART nasce nel 1984, quando in Italia era ancora scarsa la sensibilità nei riguardi di questo tipo di offerta. Da qualche anno, invece, sembrano essere cresciuti in modo considerevole sia l’interesse che la volontà di investire nella didattica museale. Quali secondo lei i motivi? L’affidamento dei servizi aggiuntivi a privati può essere elencato tra questi?
 
In alcuni casi, credo che l’affidamento di tali servizi a cooperative o aziende esterne possa aver facilitato la crescita dell’offerta didattica da parte dei musei, soprattutto dove le risorse interne non erano sufficienti a garantire un’offerta diversificata e sempre presente. Tuttavia non penso che il fenomeno degli appalti a terzi sia direttamente responsabile della crescita dei servizi didattici. Piuttosto, è una conseguenza dell’esigenza, diffusa in tutti i musei, di raggiungere pubblici diversi, da quello dei bambini e dei ragazzi delle scuole, al pubblico adulto che ha molteplici interessi, non solo la passione per l’arte o per il soggetto che il museo tratta.
 
 
2.      Le prime proposte educative attivate dal MART furono rivolte al mondo della scuola. Oggi, attraverso un’offerta differenziata, siete riusciti a coinvolgere diverse tipologie di utenti, riscontrando una sempre crescente affluenza di pubblico. Penso in particolare all’area di sua competenza – Area Pubblico…
 
L’aumento dell’utenza non scolastica al Mart è stato ottenuto con un lavoro su più fronti, che ha coinvolto diversi settori del museo. L’Area Formazione e Consulenza ha coinvolto pubblici specifici con numerosi progetti rivolti al mondo dell’handicap, del disagio psichico, della terza età, senza dimenticare il lavoro nell’ambito della formazione agli insegnanti. I percorsi di visita alle mostre e alle collezioni del Mart per il pubblico adulto hanno beneficiato del lavoro di comunicazione del settore marketing rivolto alle associazioni di categoria. Rispetto ai “grandi numeri” realizzati in questi settori, i laboratori e gli itinerari organizzati dall’Area Pubblico rappresentano una nicchia ristretta, frequentata da piccoli gruppi. Ma è proprio in questo ambito che possiamo puntare alla maggior diversificazione delle attività, andando a raggiungere persone dagli interessi molto diversi.
 
 
3.      L’arte contemporanea, come la nostra società, è un fenomeno eterogeneo e in continua evoluzione. Ritiene che le metodologie didattiche siano o debbano essere altrettanto flessibili? A quali cambiamenti ha assistito nel corso degli anni?
 
Sono convinta che la didattica debba mutare la sua metodologia in relazione al soggetto che si propone di trattare. L’arte contemporanea ha il grande vantaggio di suggerire continuamente nuove soluzioni (sia dal punto di vista tecnico sia da quello concettuale) e una delle occasioni più preziose per chi lavora in questo campo è rappresentata dal contatto diretto con l’artista, coinvolto dal museo nella conduzione di attività didattiche. Non per nulla, sempre più musei d’arte contemporanea propongono workshop d’artista, per il pubblico scolastico e per quello generico.
 
 
4.      Cosa nota, nelle scuole italiane poco spazio è lasciato all’educazione artistica e alla storia dell’arte. In che modo operatori e offerta si avvicinano a giovani studenti che hanno poca familiarità con la materia? E come riuscite a superare la diffidenza nei confronti dell’arte contemporanea che così spesso coinvolge anche il pubblico adulto?
 
La didattica del Mart ha seguito, fin dall’inizio, la metodologia dell’ “imparare facendo”, con laboratori che permettono di sperimentare in prima persona le dinamiche della creazione artistica. Provando a fare è più facile comprendere la complessità di un certo processo creativo. Essere costretti ad abbandonare un ruolo passivo per assumerne uno più attivo è sempre positivo per gli studenti delle scuole e altrettanto utile per gli adulti. Nelle attività che non prevedono veri e propri laboratori, invece, cerchiamo di coinvolgere il pubblico e stimolarlo a fare le proprie osservazioni.
 
 
5.      Nella “Carta Nazionale delle Professioni Museali”, redatta dall’ICOM Italia nel 2004 in risposta all’urgenza di dare riconoscimento pubblico alle professioni di chi nei musei lavora, troviamo anche la figura di Responsabile dei servizi educativi, con rispettive responsabilità, ambiti, compiti e requisiti. Vi si riconosce? Il suo staff da quante persone è costituito e a quali profili professionali risponde?
 
La sezione didattica del Mart non ha un solo Responsabile dei servizi educativi, bensì tre responsabili per ognuna delle aree in cui è stata suddivisa nel 2003. Io mi occupo dell’Area Pubblico, Denise Bernabè è responsabile dell’Area Formazione e Consulenza e Carlo Tamanini dell’Area Scuola. Ognuno di noi progetta e organizza l’attività di propria competenza in modo autonomo, fatto salvo l’indispensabile lavoro di coordinamento, e ciò ha permesso alla programmazione della sezione didattica del Mart, in questi ultimi anni, di ampliare e specializzare l’offerta ai diversi utenti del museo. Ci avvaliamo di quattro collaboratori che curano gli aspetti logistici (segreteria, materiali e spazi didattici) e naturalmente di uno staff di operatori didattici di circa una quarantina di persone, di cui una parte collabora in modo più continuativo con il museo. Chi lavora ai progetti e alla conduzione dei laboratori e dei percorsi di visita ha, prevalentemente, una formazione storico-artistica, o, in certi casi, è laureato in architettura.
 
 
6.      Tornando alla sua area di competenza all’interno del MART, sono in cantiere nuovi progetti?
 
Attualmente sono impegnata nella programmazione per il 2007, con un calendario di attività che sarà, come di consueto, suddiviso in visite guidate, itinerari, laboratori per le famiglie e laboratori per il pubblico adulto. L’intero programma sarà diffuso a dicembre, con la stampa della brochure “Andiamo al Mart”, che la Sezione didattica invia gratuitamente a tutti coloro che ne fanno richiesta. Vi saranno alcuni workshop d’artista, tra cui uno con Perino e Vele, due giovani artisti che lavorano con la cartapesta.
Una novità che inaugureremo tra poco, dal 10 al 12 novembre, è un workshop film festival del cortometraggio, un’iniziativa rivolta ai giovani fino ai 30 anni che prevede tre giorni di lavoro per realizzare dei cortometraggi che saranno presentati ad una giuria composta da importanti personalità del mondo dei media. Il workshop sarà condotto da due produttori video e darà la possibilità di entrare in contatto con professionisti del settore, acquisire competenze e, per gli autori dei corto premiato dalla giuria, di frequentare uno stage presso una casa di produzione e di vedere il proprio cortometraggio proiettato in alcune sale cinematografiche di Trento. Questa iniziativa è stata resa possibile da un grosso lavoro di rete e ricerca di sponsor che hanno impegnato la sezione didattica e l’area comunicazione del museo.

Cupellini Prisca

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