Il diritto d’autore sui contenuti creati con IA e condivisi sui social network

Se crei contenuti con l’IA ma ci metti il tuo stile, sono davvero tuoi? Chi ha i diritti d’autore? E se altri li usano o li monetizzano, che succede?

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Pensala così: hai preparato un post su Instagram, un carosello LinkedIn o un reel TikTok. Il contenuto è frutto di prompt e algoritmi, ma il risultato ha il tuo stile, il tuo “marchio”. La domanda è: quel contenuto è davvero tuo? Chi ne detiene i diritti? E cosa succede se qualcun altro lo rielabora, la riposta, lo monetizza? Per approfondire su questi temi abbiamo pubblicato il volume Influencer e intelligenza artificiale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, pensato per professionisti del diritto e della comunicazione, offre strumenti concreti per orientarsi tra rischi, adempimenti e normative. Per approfondire ulteriormente, ti consigliamo il Master in Intelligenza Artificiale per imprese, professionisti e avvocati – II edizione.

Indice

1. Autorialità e originalità nell’opera generata da IA


La legge italiana ed europea sul diritto d’autore richiede originalità e contributo creativo umano. Se un contenuto viene generato interamente da un algoritmo, senza un intervento creativo significativo dell’autore umano, non è protetto dal copyright. Se invece l’autore seleziona prompt raffinati, guida la generazione, compie modifiche sostanziali: allora l’opera può acquisire tutelabilità.
In sintesi: l’AI è uno strumento, ma il merito dell’opera resta del “pensiero dietro il prompt”. Il rischio è che i contenuti nati da IA generativa sollevino dubbi: chi detiene i diritti? L’utente finale o la piattaforma provider del modello, a seconda dei termini contrattuali. Per approfondire su questi temi abbiamo pubblicato il volume Influencer e intelligenza artificiale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, pensato per professionisti del diritto e della comunicazione, offre strumenti concreti per orientarsi tra rischi, adempimenti e normative.

VOLUME

Influencer e intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’influencer marketing, creando nuove opportunità ma anche sfide legali e operative. Questo volume, pensato per professionisti del diritto e del- la comunicazione, offre strumenti concreti per orientarsi tra rischi, adempimenti e normative.Attraverso un percorso approfondito, il libro analizza l’evoluzione storica del fenomeno, l’ascesa degli influencer virtuali e tutti gli aspetti legali relativi all’utilizzo dell’AI nella creazione di contenuti, nella scelta dei creator e nell’ottimizzazione delle campagne.Ampio spazio è dedicato agli strumenti normativi disponibili, con modelli contrattuali aggiornati e schemi di policy aziendali per social media e AI nel marketing digitale.Uno strumento utile per giuristi, professionisti della comunicazione e del digitale che vogliano comprendere e gestire i nuovi scenari del marketing algoritmico.Riccardo Lanzo, Founding Partner dello studio legale Lanzo & Partners e professore a.c. di Diritto del Digital & Influencer Marketing in European School of Economics. Presta assistenza a società nazionali ed internazionali ed è organismo di vigilanza in importanti società, occupandosi anche della redazione di modelli organizzativi ai sensi del D.Lgs n. 231/01. Assiste nella contrattualistica i più importanti Content Creators, Influencers, Agenzie di management e Centri media a livello internazionale con particolare focus su diritti d’immagine e tutela della proprietà intellettuale.

 

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2. Regole europee: chi tutela cosa?


AI Act
Secondo il Regolamento UE sul diritto d’autore in relazione all’intelligenza artificiale, i contenuti creati con IA sono classificati come ad alto rischio se non etichettati chiaramente. Devono prevedere un’obbligazione di trasparenza che informi l’utente che l’opera è generata artificialmente. Questo non attribuisce automaticamente diritti all’autore “digitale”, ma garantisce chiarezza sul carattere generativo del contenuto.
Direttiva Copyright 2019/790 (Articolo 17)
Le piattaforme social hanno l’obbligo di impedire la diffusione di contenuti protetti senza autorizzazione: devono adottare filtri (come un algoritmo tipo YouTube’s Content ID), fare il massimo sforzo per ottenere licenze, e mettere a disposizione meccanismi di reclamo rapidi. Se l’utente dichiara di aver creato un contenuto originale generato con AI, la piattaforma potrebbe accettarne la pubblicazione, ma resta la responsabilità di verificare l’origine.

3. Italia: tra privacy, diritto d’autore e contratto


In Italia vale la stessa regola generale: servono elementi creativi umani per attribuire tutela. La tutela moral-privata resta legata al riconoscimento della paternità dell’opera, la tutela patrimoniale può basarsi sul consenso dell’autore. In più, la SIAE ha iniziato a considerare i creator digitali e l’impatto dell’AI sulla creatività tradizionale: nasce una spinta verso nuove modalità di raccolta diritti e sistemi di gestione collettiva più flessibili.
Il punto debole dell’ordinamento italiano è che il trattamento degli output AI resta affidato alle regole generali e al contratto: non esiste una normativa specifica che disciplina chi detiene i diritti su un testo, un’immagine o un video generato da AI a fronte di contributi umani minimi.

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4. Social media: le regole d’uso in piattaforma


Ogni piattaforma social ha le proprie policy, ma seguono in genere questi principi:

  • Il contenuto originale dell’utente è considerato opera protetta, allora l’autore mantiene diritti morali e patrimoniali.
  • Chi condivide o riposta un contenuto protetto senza autorizzazione rischia la rimozione automatica del post o, nei casi più gravi, sanzioni contrattuali o blocco dell’account.
  • Se il contenuto è generato tramite AI ma l’utente dichiara la paternità creativa, l’approccio varia: alcune piattaforme impongono l’etichettatura “AI generated”; altre lasciano libertà ma prevedono verifica manuale o segnalazione da parte degli utenti.

5. Problemi reali e scenari pratici


5.1 Il contenuto che spopola e la rivendicazione dei diritti
Immagina un maker grafico che crea con IA un template visuale e lo pubblica su Instagram. Qualcun altro lo adatta leggermente e lo usa per un brand. Chi tutela l’originale? Se il primo autore ha inserito contributi creativi sensibili (stile visivo, composizione, concept), ha diritto d’autore. Il secondo autore risponde di pubblicazione non autorizzata.
5.2 La piattaforma e il provider AI: chi è responsabile?
Supponiamo che un modello generi un testo simile a un articolo coperto da copyright. Chi risponde? L’utente ha pubblicato il contenuto, ma l’infrastruttura AI ha prodotto l’opera. La piattaforma social può contestare la violazione all’utente, che a sua volta può rivalersi sul provider del modello, ma i termini contrattuali spesso prevedono che sia l’utente a garantire la liceità.

6. I nodi critici che restano

  • Originalità artificiale: se una rete replicante scrive una poesia, senza contributo umano, non ha un autore legale. Serve una concezione moderna del copyright.
  • Autore collettivo? Spesso più soggetti cooperano: l’utente prompta, il modello elabora, lo sviluppatore del modello contribuisce scientificamente. Chi è l’autore?
  • Trasparenza nei contenuti generati: serve uniformità nell’etichettatura e nella metadatazione (watermarking tecnico, obblighi normativi), come richiesto dall’AI Act.
  • Equa remunerazione: piattaforme, provider AI, creatori umani: come si distribuiscono i proventi? Serve una norma chiara e strumenti di gestione collettiva adatti ai contenuti AI.

7. Spunti professionali per DPO e avvocati

  • Redigere policy interne chiare su “chi possiede” cosa, se i contenuti AI vengono generati su commessa o open-ended.
  • Contratti con provider AI che prevedano diritti d’uso cedibili, garanzie su originalità, limitazioni di responsabilità per violazioni.
  • Formazione dei creator su come generare contenuti originali — anche con AI — e gestire licenze Creative Commons o altri modelli.
  • Monitoraggio delle piattaforme: conoscere le policy di Instagram, TikTok, LinkedIn su contenuti AI reclami e rimozione automatica.

8. Conclusione: servono regole nuove


Oggi l’arte generativa non è più solo una trovata tecnologica. È una nuova forma di produzione culturale. Ma il diritto – soprattutto italiano ed europeo – non ha ancora messo certezza sul lato autorale. L’AI Act introduce obblighi di trasparenza, ma non assegna diritti sull’opera. La Direttiva Copyright responsabilizza le piattaforme, ma non definisce chi sia autore nei sistemi generativi. L’Italia chiede intervento umano significativo, ma non indica soglie minime.
Serve un nuovo paradigma: una definizione chiara di creatività ibrida (umana + AI), strumenti contrattuali specifici, gestione dei proventi, sistemi di trasparenza robusti. Solo così il contenuto generato può davvero essere identificato, attribuito, tutelato.
Perché, se esiste chi ha ideato lo stile, composto il concept, scelto il finale visivo… quel contenuto è suo. Anche se nasce con l’aiuto di un algoritmo.

Formazione per professionisti


Il Master in Intelligenza Artificiale per Imprese, Professionisti e Avvocati è un percorso formativo avanzato, progettato per fornire alle aziende e ai professionisti del settore legale le conoscenze e le competenze necessarie per orientarsi e utilizzare al meglio le potenzialità dell’AI generativa. Attraverso un approccio pratico, il corso illustrerà i principali tool di AI in uso e mostrerà ai partecipanti come integrare l’AI nei processi lavorativi, migliorando l’efficienza, riducendo i costi e innovando i servizi offerti.
Il corso ha una durata totale di 21 ore, articolate in sette incontri da tre ore ciascuno, e include dimostrazioni pratiche in cui verranno illustrate tecniche per la creazione di Prompt efficaci e un framework per la creazione di un GPT personalizzato, focalizzato sulle esigenze del settore legale.
Grazie all’utilizzo dei più innovativi tool di AI generativa da parte dei docenti, i partecipanti, in aggiunta alle tradizionali dispense e slide, avranno accesso a un kit di risorse interattive basate su AI: GPT conversazionali, notebook di studio su NotebookLM, mappe concettuali dinamiche, framework operativi e strumenti specialistici.
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Avv. Luisa Di Giacomo

Laureata in giurisprudenza a pieni voti nel 2001, avvocato dal 2005, ho studiato e lavorato nel Principato di Monaco e a New York.
Dal 2012 mi occupo di compliance e protezione dati, nel 2016 ho conseguito il Master come Consulente Privacy e nel 2020 ho conseguito il titolo…Continua a leggere

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