Vita privata e familiare degli stranieri nella protezione complementare

La sentenza affronta il tema della protezione complementare degli stranieri in Italia, con focus sulla salvaguardia della vita privata e familiare.

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La sentenza della Corte di Cassazione, I Sezione Civile, del 10 novembre 2025, affronta la tematica della protezione complementare riconosciuta agli stranieri in Italia, con focus sulla salvaguardia della vita privata e familiare. Il collegio di legittimità chiarisce che, malgrado le novelle introdotte dal decreto-legge n. 20/2023, le garanzie costituzionali e convenzionali continuano a tutelare tali diritti fondamentali, integrando il diritto di asilo costituzionale e imponendo un bilanciamento con ragioni di sicurezza nazionale e ordine pubblico. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione.

Corte di Cassazione -Sez. I Civ.- sentenze del 10-11-2025

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Indice

1. Protezione complementare e tutela della vita privata e familiare


La Corte ribadisce che la protezione complementare, pure a seguito delle novelle del 2023, non ha soppresso la tutela della vita privata e familiare degli stranieri presenti in Italia. Tale tutela risulta ancorata agli obblighi costituzionali (articolo 10 Costituzione) e internazionali, in particolare all’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), il quale impone il rispetto della vita familiare e privata quale diritto fondamentale. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione.

VOLUME

Immigrazione, asilo e cittadinanza

Obiettivo degli autori è quello di cogliere l’articolato e spesso contraddittorio tessuto normativo del diritto dell’immigrazione.Il volume, nel commento della disciplina, dà conto degli orientamenti giurisprudenziali e delle prassi amministrative, segnalando altresì la dottrina “utile”, perché propositiva di soluzioni interpretative utilizzabili dall’operatore (giudici, avvocati, amministratori, operatori nei diversi servizi).Il quadro normativo di riferimento di questa nuova edizione è aggiornato da ultimo alla Legge n. 176/2023, di conversione del decreto immigrazione (D.L. n. 133/2023) e al D.lgs n. 152/2023, che attua la Direttiva UE/2021/1883, gli ultimi atti legislativi (ad ora) di una stagione breve ma normativamente convulsa del diritto dell’immigrazione.Paolo Morozzo della RoccaDirettore del Dipartimento di Scienze umane e sociali internazionali presso l’Università per stranieri di Perugia.

 

Paolo Morozzo della Rocca | Maggioli Editore

2. Sistema di protezione internazionale in Italia


Si evidenzia la distinzione tra tre forme di protezione: lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria e la protezione complementare, quest’ultima rappresentante un’integrazione nazionale rivolta a situazioni di vulnerabilità non necessariamente riconducibili a persecuzioni o gravi danni nei paesi di origine. La protezione complementare viene riconosciuta in presenza di vulnerabilità attuali o prevedibili, che giustificano misure di tutela volte a preservare dignità e diritti essenziali.

3. Rilevanza del radicamento socio-lavorativo e familiare


La Corte mette il focus sulla circostanza che la valutazione per il riconoscimento della protezione complementare deve essere individuale e ipotesi per ipotesi, con peculiare attenzione all’effettiva integrazione sociale, lavorativa e familiare nel territorio italiano. Elementi quali la presenza di relazioni familiari stabili, la durata e la natura dei legami sociali come anche la condizione di vulnerabilità nel paese d’origine risultano essenziali nella ponderazione del diritto alla protezione.

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4. Bilanciamento tra diritti e interessi dello Stato


Il pronunciamento chiarisce che la tutela dei diritti fondamentali dello straniero deve essere bilanciata con le legittime esigenze di sicurezza nazionale e ordine pubblico. L’espulsione ovvero il respingimento può essere giustificato in presenza di motivi prevalenti di tutela dell’ordine pubblico, a condizione che la misura risulti proporzionata alla situazione concreta e non violi i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalla Cedu.

5. Principi guida per il giudice nella valutazione della protezione


Il giudice deve operare adottando una valutazione rigorosa della vulnerabilità e del radicamento dello straniero e applicando i criteri elaborati dalla Corte EDU e dalla giurisprudenza di legittimità italiana. Deve evitare decisioni basate su valutazioni astratte, tenendo conto degli interessi e dei diritti in gioco nel dettaglio della situazione individuale. La pronuncia in disamina ribadisce la centralità della protezione complementare quale strumento di tutela dei diritti fondamentali di chi si trova in Italia e non può essere rimpatriato senza che ciò comporti una lesione irragionevole della sua vita privata e familiare, segnando un indirizzo giurisprudenziale attuale nel contesto delle politiche migratorie e dei diritti umani.

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Avv. Biarella Laura

Laureata cum laude presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, è Avvocato e Giornalista.
È autrice di numerose monografie giuridiche e di un contemporary romance, e collabora, anche come editorialista, con redazioni e su banche dati giu…Continua a leggere

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