Tracciabilità dei processi decisionali garantita dal nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. 62/2013)

Redazione 05/06/13
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Lilla Laperuta

È approdato nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4 giugno il D.P.R. 16 aprile 2013 n. 62 contenente il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il regolamento, emanato In ottemperanza a quanto prescritto all’art. 54 D.Lgs. 165/2001, nel testo novellato dalla L. 190/2012 (legge sull’anticorruzione), è stato redatto al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico.

Il codice contiene una specifica sezione (art. 13) dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite, e comunque prevede per tutti i dipendenti pubblici il divieto di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l’espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d’uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia.

In particolare si vieta ai dipendenti pubblici di ricevere regali superiori ai 150 euro, individuati dalla norma come il limite per il «modico valore». Nel caso, i regali devono essere messi subito a disposizione dell’amministrazione per la restituzione o la «devoluzione alle attività istituzionali». Vietati anche i regali fra un dipendente e il superiore.

In ossequio al valore della trasparenza, inoltre, i dipendenti pubblici devono:

a) garantire la tracciabilità dei processi decisionali adottati, attraverso un adeguato supporto documentale, che consenta in ogni momento la replicabilità;

b) comunicare tempestivamente al dirigente del loro ufficio tutti i rapporti di collaborazione retribuiti con soggetti privati effettuati negli ultimi tre anni. Devono anche precisare se con questi soggetti hanno avuto rapporti di collaborazione parenti o affini, il coniuge o il convivente.

I dirigenti devono, poi, comunicare partecipazioni azionarie e interessi finanziari che possano porlo in conflitto d’interesse con la sua funzione pubblica, e indicare, parenti o affini entro il secondo grado (oltre al coniuge o al convivente) le cui attività li pongano in contatti frequenti con l’ufficio che dovranno dirigere.

La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all’attuazione del piano di prevenzione della corruzione disposto dal dirigente individuato dall’organo politico, è fonte di responsabilità disciplinare.

La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti ed è sanzionabile con la misura del licenziamento.

Le nuove regole entreranno in vigore il 19 giugno.

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