Studenti universitari all’estero e ammissione a medicina

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Commento a T.A.R. di Bologna – Ordinanza del 10-01-2023 – Trasferimento di studenti universitari all’estero – ammissione al corso di laurea di medicina ad anni successivi al primo
TAR Bologna -sez. I- Ordinanza n. 10 del 10-01-2023

Indice

1. La non attribuzione del voto finale all’esame necessario per il trasferimento è irrilevante essendo importante il superamento dell’esame per l’attribuzione dei CFU

Il T.A.R. Bologna con Ordinanza n. 10 del 10.01.2023 ha annullato la graduatoria di merito dell’Università di Ferrara – relativa all’ammissione al quarto anno del corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia – con cui era stata rigettata l’istanza di trasferimento della ricorrente proveniente dall’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana (Albania).
 Motivo di doglianza è stato che l’attribuzione dei CFU al candidato era legata al superamento dell’esame, mentre condizionarne invece il suo riconoscimento alla votazione – secondo la difesa – era illogico in quanto l’esame era stato regolarmente superato e, quindi, i CFU vanno attribuiti.
 Dunque, il Tar di Bologna ha considerato che il mancato riconoscimento in favore della ricorrente dei (sei) crediti derivanti dal superamento dell’esame di lingua inglese non era giustificato, essendo a tal fine irrilevante la non attribuzione del voto finale nello stesso esame, e nemmeno rilevando l’omessa immediata impugnazione della clausola del bando che imponeva tale correlazione, non essendo la stessa immediatamente lesiva.
 Quindi, il TAR Bologna ha accolto la tesi difensiva che sosteneva che poiché l’attribuzione dei CFU al candidato era legata al superamento dell’esame, condizionarne invece il suo riconoscimento alla votazione è illogico in quanto l’esame era stato regolarmente superato e, quindi, i CFU dovevano essere attribuiti. Su tale profilo censura controparte (L’università di Ferrara) ha sostenuto l’inammissibilità per mancata impugnazione del bando. Ma tale eccezione non è stata considerata dal TAR perché la lesione si era concretizzata solo con la pubblicazione della graduatoria.
 Il Tar Bologna si è conformato alla giurisprudenza che ritiene l’onere dell’immediata impugnazione del bando è circoscritto alla sola ipotesi di clausole che abbiano portata escludente ed ostativa dell’ammissione del candidato (ex multis, Adunanza Plenaria Consiglio di Stato, decisione n. 4 del 14.02.2018 e Consiglio di Stato sentenza n. 4698/2014).

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2. Il Bando di selezione per l’iscrizione ad anni successivi rappresenta la lex specialis

Pertanto, principio cardine che – come tutti i bandi – il Bando di selezione per l’iscrizione ad anni successivi al primo per il Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2022/23 rappresenta la lex specialis al cui interno devono essere immediatamente resi noti i requisiti di ammissione, le modalità di partecipazione, le regole della procedura e, soprattutto, i criteri di valutazione che verranno adottati, senza possibilità, quindi di interpretazioni estensive/restrittive, ciò in forza sia dei principi dell’affidamento e di tutela della parità di trattamento tra i concorrenti, pregiudicati ove si consentisse la modifica delle regole di gara cristallizzate nella lex specialis medesima, sia del più generale principio che vieta la disapplicazione del bando, quale atto con cui l’amministrazione si è ab origine auto-vincolata nell’esercizio delle sue potestà nella procedura selettiva (Consiglio di Stato, sez. V, n. 2709/2014 e n. 1969/2013 e sez. VI n. 2489/2011).
 L’Ordinanza del TAR di Bologna riveste particolare interesse atteso che è notizia recente che il Governo è al lavoro per superare il numero chiuso che ha costretto moltissimi studenti universitari ad iscriversi all’estero; l’obiettivo è: «adeguare le capacità del sistema” per “rispondere alla richiesta da parte del servizio sanitario».
La strada è ancora lunga ma indubbiamente l’Ordinanza del Tribunale Emiliano ha aperto un varco al numero chiuso sancito dalla legge 264 del 1999 e s.m.i..

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Vivere e abitare l’Università

Negli ultimi decenni l’interpretazione dello Student Housing è stata al centro di una significativa evoluzione, che ha portato a superare la tradizionale visione del “dormitorio per studenti” a favore di strutture multifunzionali in grado di dialogare con il pubblico della città, rappresentando un elemento strategico per la rigenerazione dei contesti urbani di riferimento. Tale spostamento è stato favorito in Italia dal carattere aperto della residenzialità studentesca che – a differenza del modello “a campus” anglosassone – si concretizza in episodi diffusi sul territorio, ponendo di necessità il tema del dialogo tra le strutture studentesche e il tessuto cittadino: in termini di scambio tra spazi della residenza e pubblico locale, di gestione dei nuovi flussi della popolazione, di incentivazione dell’integrazione sociale, di rafforzamento degli apparati infrastrutturali. Alla luce di queste considerazioni, la presente pubblicazione propone un momento di riflessione e di approfondimento, che prende spunto – con integrazioni e rielaborazioni appositamente predisposte – dal convegno “Vivere e abitare l’Università”, tenutosi presso il Politecnico di Milano il 14 maggio 2019. L’iniziativa è stata promossa dall’Ateneo e dal Dipartimento ABC – Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, con il coinvolgimento scientifico del Dipartimento DASTU – Architettura e Studi Urbani. L’occasione era quella di promuovere un bilancio critico della Legge n. 338/2000, a quasi vent’anni dalla sua emanazione. Le prospettive emerse dal confronto sono state ampie, convergendo sull’importanza di rilanciare lo Student Housing verso una “terza fase”, più in linea con le tendenze internazionali, per introdurre formule innovative di gestione e di management, in una continuità tra processo ideativo, realizzativo e fruitivo. Pubblicare questo volume significa non solo riportare all’ordine del giorno la domanda relativa alla definizione di nuovi modelli abitativi flessibili e economici, che sappiano intercettare le attuali esigenze collettive, ma più nel complesso rilanciare il tema della formazione come imprescindibile punto di partenza per il rinnovamento del Paese.   Oscar Eugenio BelliniArchitetto e PhD, Professore Associato di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (ABC) del Politecnico di Milano. Svolge attività didattica e di ricerca sui temi della progettazione ambientale e della sostenibilità, applicata all’organismo edilizio e al Social Housing, con particolare attenzione all’housing universitario. Autore di libri, saggi e articoli scientifici.Matteo GambaroArchitetto e PhD, Professore Associato di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (ABC) del Politecnico di Milano. Svolge attività di ricerca e di sperimentazione progettuale con Enti e Istituzioni pubbliche, prevalentemente sui temi dell’innovazione tecnologica nei processi di riqualificazione edilizia ed urbana, con particolare approfondimento sulle residenze speciali e studentesche. Autore di libri, saggi e articoli scientifici.

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Gianfranco Nunziata

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