Riforma pensioni 2017: quanto costa l’Ape?

Redazione 01/12/16
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L’anticipo pensionistico Ape, l’attesissima riforma prevista dalla Legge di Bilancio 2017 che permetterà a dipendenti e autonomi di lasciare il lavoro a 63 anni, inciderà in media del 4,6 o 4,7% sull’importo della pensione per anno richiesto. A tanto ammonteranno, secondo le stime del Governo, le rate da pagare alle banche in vent’anni per restituire la somma anticipata.

In attesa dell’imminente approvazione della Legge di Bilancio al Senato, vediamo allora nel dettaglio quanto costa in media l’Ape volontaria.

 

Leggi le previsioni dei costi dell’Ape realizzata dal Governo.

 

Come funziona l’Ape?

Il nuovo anticipo pensionistico Ape, è bene ricordare, funzionerà come un vero e proprio prestito bancario.

In sostanza, dal 2017 dipendenti e autonomi potranno lasciare il lavoro a 63 anni (e cioè fino a 3 anni e 7 mesi prima del previsto) facendosi anticipare dalle banche o dagli istituti di credito l’importo pensionistico per il periodo che manca al raggiungimento della normale pensione di vecchiaia. Il tutto sarà fatto tramite intercessione dell’Inps.

La somma anticipata dovrà quindi essere restituita a rate al raggiungimento dell’età pensionabile (di norma, come si è accennato, 66 anni e 7 mesi). Le rate dovranno essere restituite in 20 anni, sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico erogato dall’Inps. Al termine dei 20 anni la pensione tornerà integra.

 

Quanto costa ogni anno l’Ape?

Il Governo stima che le rate da pagare per l’assegnazione dell’Ape saranno pari in media al 4,6 o 4,7% dell’importo netto della pensione per ogni anno di anticipo richiesto. La cifra esatta, ovviamente, dipende non solo dagli anni di anticipo, ma anche dalla percentuale dell’assegno pensionistico che si è deciso di farsi anticipare.

Bisogna anche notare come la percentuale media del 4,6 o 4,7% sia calcolata, appunto, sulla media dei venti anni. Volendo essere più precisi, le rate sono in realtà più care in percentuale nei primi anni (5,4%) e meno negli ultimi (si arriva al 4% il ventesimo anno).

 

Il costo dell’Ape: facciamo un esempio

Per capire meglio esattamente a quanto ammonta il costo dell’Ape, seguiamo l’esempio fornito dal prospetto del Governo in allegato all’articolo.

Ipotizzando una richiesta di anticipo dell’85% dell’assegno pensionistico per tre anni e un tasso di interesse annuo del 2,5%, un lavoratore che ha maturato una pensione lorda di 1.000 euro (circa 865 euro netti) si vedrebbe detrarre dall’importo 140 euro al mese.

L’Ape richiesta, infatti, sarebbe pari a 736 euro (l’85% della pensione netta): tale cifra determina una rata di 173 euro. Da quest’ultima somma va però tolta la detrazione fiscale del 50% di quota interessi e premio, ovvero in questo caso 33 euro. La somma da pagare sarebbe quindi 140 euro, e la pensione netta ammonterebbe a 725 euro.

Questo determina, come accennato, un’incidenza media della rata sulla pensione netta del 4,6% per ogni anno di anticipo richiesto.

 

Quanto si paga se la pensione è più alta?

Il costo in percentuale delle rate dell’Ape per chi percepisce una pensione più alta è leggermente più elevato.

A tal proposito, il prospetto del Governo pone un altro esempio, sempre alle condizioni sopra ipotizzate: richiesta di anticipo dell’85% dell’assegno pensionistico per tre anni e tasso di interesse annuo del 2,5%. Un lavoratore che ha maturato una pensione lorda di 1.615 euro (1.286 euro netti) pagherebbe 209 euro al mese, ovvero 258 euro di rata meno 49 euro di detrazioni. Il tutto equivale, come riportato dal prospetto, a una trattenuta media sull’assegno pensionistico del 4,7% per anno di anticipo richiesto.

Redazione

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