Riforma giustizia: per l’ ANF le linee guida presentate dal Ministero contengono spunti interessanti

Redazione 09/07/14
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Anna Costagliola

Secondo l’Associazione Nazionale Forense (ANF) le proposte di interventi in materia di processo civile pubblicate dal Ministero della Giustizia in vista della riforma annunciata dal Presidente del Consiglio Renzi contengono misure e spunti interessanti, altri, invece, su cui riflettere con attenzione. Per il Segratario generale dell’Associazione occorre lavorare sulla qualità, «perché molte delle riforme degli ultimi anni sono state assolutamente mal calibrate». In ogni caso, viene ribadito ancora una volta l’apporto indispensabile dell’Avvocatura.

Si sottolinea da parte dell’ANF la necessità di interrompere la perversa spirale di interventi disorganici che si susseguono sotto la pressione dell’emergenza e ai quali, poi, non si dà il tempo di produrre effetti. Il progetto presentato dal Ministero della Giustizia è apparso, sotto questo profilo, molto interessante, presentando intuizioni intelligenti, anticipando fasi che oggi sottraggono tempi preziosi. Il ruolo dei  magistrati dovrebbe essere svolto, nel sistema disegnato, in tempi assai stretti e con l’obbligo, quindi, di arrivare ben preparati alle udienze. Il che riporta al noto problema della insufficienza degli organici. 

Sono risultate interessanti e anche rispettose dei diritti dei cittadini le proposte sulla riforma del giudizio di Cassazione, nel segno di un uso più diffuso del rito camerale, e nella prospettiva, possibile, di una riforma costituzionale che veda inseriti in un organo giudiziario supremo giudici oggi appartenenti ad altre magistrature. Occorrono sul punto più particolari, anche perché si prevede un modello pressoché unico di processo civile supremo, con un analoga previsione per una Sezione specializzata in materia di impresa (tribunale delle imprese) per le controversie di mercato (concorrenza) e quelle societarie.

 Di fondo, viene in ogni caso salutata positivamente quella che appare senza dubbio una bella scommessa : «rimettere al centro del sistema la giurisdizione pubblica, abbandonando le sirene della giustizia privata e della sua ineluttabilità, razionalizzando le risorse  e eliminando gli sprechi».

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