Differenziazione retributiva dei dipendenti per fasce di merito rinviata alla prossima tornata contrattuale. E’ una delle previsioni contenute nel decreto correttivo oggi all’esame del Consiglio dei ministri
Articolo di Giuseppe Manfredi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
Dipendenti suddivisi in fasce di merito, la riforma può attendere. “La differenziazione retributiva in fasce prevista dagli articoli 19, commi 2 e 3, e 31, comma 2, come modificato dall’articolo 3, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, si applica a partire dalla tornata di contrattazione collettiva successiva a quella relativa al quadriennio 2006-2009. Ai fini previsti dalle citate diposizioni, nelle more dei predetti rinnovi contrattuali, possono essere utilizzate le risorse aggiuntive di cui all’articolo 16, comma 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111”.
Questo quanto si legge nello schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, ai sensi dell’articolo 2, comma 3, della legge 4 marzo 2009, n. 15, che sarà questa mattina all’esame del Consiglio dei ministri. Si tratta di un provvedimento che interviene a modificare la cosiddetta Riforma Brunetta e che contiene numerose disposizioni di interesse per gli enti locali.
Tra queste, proprio al primo articolo, l’inserimento della norma che prevede, appunto per gli enti locali, che il numero complessivo degli incarichi a contratto nella dotazione organica dirigenziale, conferibili ai sensi dell’articolo 110, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, “è preventivamente determinato e non può essere superiore al diciotto per cento del totale della dotazione organica della qualifica dirigenziale a tempo indeterminato”.
Le commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera dei deputati, nel corso dell’esame congiunto dello schema di decreto di riforma, avevano chiesto di sopprimere l’obbligo di dividere il personale in fasce di merito quando gli enti hanno meno di 15 dipendenti, e innalzare drasticamente il tetto dei dirigenti a tempo nelle amministrazioni locali, che il Governo dovrà indicare entro un limite massimo del 18% degli organici (richieste ambedue accolte nel testo che oggi va all’esame dell’esecutivo). Il correttivo è stato messo a punto allo scopo di blindare la nuova disciplina delle relazioni sindacali e di affidare maggiori poteri ai dirigenti sui temi dell’organizzazione, tematiche che vengono sottratte alla concertazione con le parti sociali. Ciò allo scopo di evitare quanto accaduto nei mesi scorsi, con
la riforma più volte “cassata” dai tribunali che avevano accolto i ricorsi delle parti sociali. Il correttivo chiarisce inoltre che i nuovi poteri datoriali sono entrati in vigore assieme alla riforma e non devono aspettare la prossima tornata contrattuale.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento