Riconoscimento dei tre giorni di permesso retribuito, fra le fattispecie legittimanti anche la presenza ad una causa di lavoro

Redazione 09/06/14
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Lilla Laperuta

Nelle fattispecie legittimanti il riconoscimento dei tre giorni di permesso retribuiti può essere ricompresa anche l’ipotesi del dipendente che intende avvalersene per presenziare ad una causa di lavoro promossa dallo stesso nei confronti della amministrazione di appartenenza. E’ stato infatti  precisato dall’ARAN che nell’ampia nozione di “particolari motivi personali o familiari” può rientrare anche la particolare fattispecie prospettata. Manca, infatti, nella disciplina contrattuale, una precisa casistica dei motivi che possano giustificare questa forma di assenza retribuita del segretario. Pertanto, nel momento in cui comunica preventivamente, secondo gli ordinari principi di correttezza e di buona fede, all’ente la propria volontà di assentarsi per uno o più giorni, avvalendosi delle previsioni dell’art. 19, comma 2, del CCNL del 6.7.1995, il dipendente espone anche i particolari motivi personali o familiari che ne sono alla base. Sarà, comunque, l’ente a valutare, nella sua discrezionalità, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, le motivazioni addotte dal dipendente a sostegno della richiesta di assentarsi dal servizio in relazione alla eventuale sussistenza di specifiche ragioni organizzative od operative, da considerarsi prevalenti e, quindi, ostative della possibilità di assentarsi. Solo il dipendente, sulla base di un proprio, autonomo ed insindacabile giudizio, potrebbe decidere, in alternativa al giorno di permesso retribuito, di imputare a ferie l’assenza. L’Agenzia ha inoltre precisato che se dal calcolo delle ferie maturate dal personale risultano, oltre a giornate intere, anche delle frazioni, è ragionevole, in assenza di espresse previsioni al riguardo, procedere ad arrotondamenti all’unità superiore in presenza di frazioni superiori a ½ (>0,5).

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