Proroga Tasi, la polemica non si placa: insorge il Codacons

Redazione 21/05/14
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Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

Alla fine la proroga della Tasi è arrivata, ma non per tutti: il pagamento della prima rata è stata spostata da giugno a settembre ma solo per quei comuni che entro il 23 maggio non avranno ancora deciso quale aliquota applicare, mentre per tutti gli altri si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno. Uno slittamento quindi di tre mesi, ma non è escluso che lo slittamento possa arrivare fino ad ottobre.
Così come si moltiplicano le voci di un possibile slittamento (per i Caf, non per il pagamento) per il modello 730. Una certezza rimane: l’Imu ancora si paga sulla seconda casa, sulle prime case di lusso e su tutti gli altri immobili entro il 16 giugno, anche in assenza di delibera perché valgono le vecchie aliquote.

In attesa del decreto-legge recante le nuove disposizioni sul versamento della Tasi – il cui varo potrebbe arrivare in settimana, forse giovedì – le incertezze sono ancora molte. A cominciare dalla data del rinvio. Non è un caso, infatti, che già il Ministero dell’economia, nel suo comunicato, indichi solo il mese di settembre ma non il giorno del versamento. Secondo alcune indiscrezioni di fonti ben informate, i dubbi sulla data da indicare non sarebbero stati sciolti fino all’ultimo e non è ancora definitivamente escluso che lo slittamento del pagamento Tasi possa alla fine slittare ancora ad ottobre.

Al momento solo il 10% dei comuni ha deliberato sulle aliquote e messo quindi i cittadini in grado di pagare (> elenco dei comuni italiani in cui si pagherà la TASI il 16 di giugno 2014). Ma contro la soluzione tecnica individuata dal governo ci sono già le prime iniziative: il Comune di Varese che chiederà alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità dell’intera tassa. E i consumatori del Codacons che ritengono la scelta dello slittamento sia stata presa “senza alcun valido motivo che giustifichi questa differenza, dato che i comuni hanno avuto tutto il tempo necessario per deliberare le aliquote”.
E, al di là delle moltissime dichiarazioni politiche in vista dell’appuntamento delle europee il prossimo week-end, gli operatori appaiono decisamente preoccupati: “l’applicazione della Tasi, oltre a rappresentare un consistente incremento di tassazione che le imprese stremate da una crisi che sembra non finire mai avranno difficoltà a sostenere – dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – rappresenta in termine di adempimenti un vero e proprio groviglio che poteva e doveva essere evitato”. Una scelta ‘insufficiente’ secondo Rete Imprese. Mentre la Cisl chiede di rimettere mano al sistema di imposizione sulla casa, “recuperando una maggiore equità e progressività nella tassazione”.

Così mentre il presidente dell’Anci, Piero Fassino, parlava di “soluzione più ragionevole”, sono comunque molti i primi cittadini che dovranno far slittare il pagamento con probabili problemi di ‘cassa’. Ma il ‘nodo’, quello al quale si riferisce anche Sangalli di Confcommercio, è poi anche nell’attuazione: ad esempio secondo la Uil su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in 12 di queste si pagherà più dell’Imu pagata nel 2012. E ancora: alla fine – sempre secondo la Uil – si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi e si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di detrazioni per l’imposta. Insomma “un ginepraio”.

Ma ora l’attenzione è sullo slittamento: per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ad esempio “un simile provvedimento viola la Costituzione, che all’articolo 3 sancisce l’assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. Il Codacons sta dunque studiando le possibili azioni legali da intraprendere contro “una misura ingiusta che crea disparità di trattamento tra i cittadini, per causa imputabili unicamente alla pubblica amministrazione”. Interpellato sull’argomento però il costituzionalista Massimo Siclari, si mostra possibilista: “ad una prima analisi non ravviso una violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Si tratta di una scelta dettata unicamente da motivi organizzativi e legata ai ritardi di alcuni comuni. Mi sembra che siamo di fronte più a una diseguaglianza di diritto che a una diseguaglianza di fatto”. In attesa dunque del decreto del Tesoro che sancisca lo slittamento una certezza resta per tutti: l’Imu sulle altre case si paga a giugno. Poi a luglio (o a ottobre) la Tasi.

 

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