Pensioni anticipate, niente Ape per chi ha debiti scaduti?

Redazione 27/07/17
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Importanti novità per tutti i lavoratori: lo schema di decreto attuativo dell’Ape volontaria è stato approvato dal Consiglio di Stato venerdì 21 luglio. L’anticipo pensionistico potrà dunque, con ogni probabilità, partire dal prossimo settembre. Sono emersi però, nelle osservazioni del Consiglio di Stato, alcuni punti critici che potrebbero creare problemi in fase di richiesta dell’Ape. Primo fra tutti: la dichiarazione di non avere debiti scaduti e non pagati da oltre 90 giorni.

Vediamo di fare chiarezza e di capire in quali casi l’Ape volontaria non potrà essere concessa.

 

Ape a rischio per i contribuenti morosi

La disposizione è già contenuta nello schema di decreto completato dal Governo: per ottenere l’Ape volontaria il lavoratore deve dichiarare, tra le altre cose, se ha dei debiti pendenti scaduti e non pagati o “sconfinanti da oltre 90 giorni”. Tale dichiarazione può portare alla mancata accettazione della richiesta di anticipo pensionistico.

Questa condizione è stata nella sostanza approvata dal Consiglio di Stato insieme al resto del decreto, seppur con alcune osservazioni. Dopo il via libera dato agli schemi di decreto sull’Ape sociale e sulla pensione anticipata per i precoci le scorse settimane, dunque, anche l’Ape volontaria si avvia verso l’entrata in vigore definitiva. Ma a che prezzo per i lavoratori che hanno debiti non pagati?

 

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Contano solo i debiti con gli operatori finanziari

Il Consiglio di Stato interviene comunque chiedendo di modificare la dichiarazione relativa ai debiti non pagati con un’importante postilla: per essere potenzialmente d’intralcio alla concessione dell’Ape, i debiti devono essere stati contratti “nei confronti di banche o di altri operatori finanziari”. Se ci si riferisse, invece, a tutti i debiti verso fornitori diversi il decreto finirebbe per assorbire qualsiasi ipotesi e risulterebbe oggettivamente troppo rigido ed esclusivo.

È pertanto necessario, sottolinea il Consiglio di Stato, circoscrivere la rilevanza degli eventuali debiti non pagati e favorire i lavoratori. D’altro canto, i molti esodati in attesa di pensione potrebbero aver contratto debiti proprio in attesa di poter far fronte alle esigenze a cui la stessa Ape vorrebbe dare una risposta.

Ape volontaria retroattiva dal 1° maggio?

Tra le altre osservazioni del Consiglio di Stato, particolarmente importante è quella che suggerisce al Governo di rendere l’Ape volontaria, come già l’Ape sociale, retroattiva al 1° maggio. In sostanza, si chiede di rimediare al grave ritardo di entrata in vigore dell’istituto versando ai lavoratori che ne hanno diritto, assieme alla prima rata dell’anticipo, anche tutti gli arretrati da maggio.

Ma non solo. I giudici di Palazzo Spada hanno anche richiesto una maggiore trasparenza nei contratti da stipulare con le banche, in particolare in relazione agli effetti dell’adeguamento all’aspettativa di vita e al diritto do recesso. Infine, il Consiglio di Stato sollecita alla conclusione degli accordi quadro e all’integrazione degli indicatori per il monitoraggio dell’intervento.

Sentenza collegata

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