Mediazione civile: via libera del Parlamento europeo alla mediazione obbligatoria

Redazione 21/09/11
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In vista della comunicazione sull’attuazione della direttiva sulla mediazione, programmata tassativamente per il 2013, il Parlamento europeo ha deciso di fare il punto su luci ed ombre del nuovo sistema, prendendo in considerazione le modalità con cui gli Stati membri hanno provveduto a rendere operative le disposizioni della direttiva 2008/52/CE. Ciò ha fatto con l’adozione della risoluzione del 13 settembre 2011, relativa proprio all’attuazione della direttiva sulla mediazione tra gli Stati dell’Unione europea e la sua adozione nei Tribunali degli Stati membri, nella consapevolezza dei problemi applicativi che, in relazione a taluni aspetti di disciplina della mediazione, si sono registrati in alcuni Stati.

In Italia la citata direttiva è stata recepita con il D.Lgs. 28/2010 e il punto più controverso ha riguardato la previsione dell’obbligatorietà della mediazione in relazione ad una serie di controversie per le quali, pertanto, l’accesso alla giustizia è condizionato dal preventivo esperimento del tentativo di conciliazione innanzi ad un mediatore. Il legislatore italiano ha pensato di riformare in questa direzione il sistema giuridico nella prospettiva di un alleggerimento del carico di lavoro dei Tribunali, notoriamente congestionati, così snellendo i tempi dei processi che troppo spesso deformano il concetto di giustizia trasfigurandolo in una negazione dei diritti.

Il meccanismo della mediazione imposta dalla legge, a pena di improcedibilità della domanda giudiziale in alcune ipotesi specificamente individuate, non ha, tuttavia, riscontrato il favore degli operatori, i quali hanno in più occasioni impugnato il decreto (si veda l’articolo su questo sito del 16 settembre).

In relazione all’aspetto riguardante l’obbligatorietà della mediazione, il Parlamento europeo, nella risoluzione in oggetto, riconosce che l’articolo 5, paragrafo 2, della direttiva consente agli Stati membri di rendere obbligatorio il ricorso alla mediazione o di sottoporlo a incentivi o a sanzioni, sia prima che dopo l’inizio della procedura giudiziaria, a condizione che ciò non impedisca alle parti di esercitare il loro diritto di accesso al sistema giudiziario. Il Parlamento osserva che nel sistema giuridico italiano la mediazione obbligatoria sembra finalizzata proprio all’obiettivo primario della riduzione della congestione nei Tribunali; per tale motivo, al pari di altri Paesi in cui essa è obbligatoria, come Bulgaria e Romania, può contribuire a una soluzione rapida delle controversie riducendo i tempi eccessivamente lunghi della giustizia civile.

Ciò premesso, non si manca di sottolineare come la mediazione dovrebbe essere promossa come una forma di giustizia alternativa concretamente praticabile, a basso costo ed entro tempi certamente più rapidi, piuttosto che come un elemento obbligatorio della procedura giudiziaria. Sotto questo profilo, il Parlamento europeo è del parere che le autorità nazionali dovrebbero essere incoraggiate a sviluppare programmi per promuovere una conoscenza adeguata delle composizioni alternative delle controversie, i quali evidenzino i principali vantaggi della mediazione, ovvero i costi, il tasso di successo, nonché l’efficienza in termini temporali.

Gli eurodeputati riconoscono, infine, l’importanza di stabilire norme comuni per l’accesso alla professione di mediatore, sia per favorire un livello elevato dal punto di vista qualitativo, sia per assicurare standard di formazione professionale elevati con un sistema di accreditamento dei mediatori che possa valere in tutta l’Unione europea.

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