Mandato d’arresto europeo: verifiche della Corte d’Appello sul radicamento

Mandato di arresto europeo: quali verifiche deve compiere la Corte per accertare lo stabile radicamento della persona per il rifiuto della consegna?

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Corte di Cassazione -sez. fer. pen.- sentenza n. 30201 del 2-09-2025

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Indice

1. La questione: violazione dell’art. 18 – bis, comma 2 – bis, della legge 22 aprile 2005, n. 69, come modificato dalla legge 4 ottobre 2019, n. 117


La Corte di Appello di Cagliari negava la consegna di un cittadino rumeno alla Repubblica di Romania, richiesta in forza del mandato di arresto europeo emesso per dare attuazione ad una sentenza, divenuta irrevocabile, con cui il predetto era stato condannato alla pena di anni uno di reclusione per il reato di tentato incendio.
Ciò posto, avverso questo provvedimento ricorreva per Cassazione il difensore, il quale deduceva violazione dell’art. 18 – bis, comma 2 – bis, della legge 22 aprile 2005, n. 69, come modificato dalla legge 4 ottobre 2019, n. 117. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, il Codice di Procedura Penale e norme complementari, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon.

2. La soluzione adottata dalla Cassazione


La Suprema Corte riteneva il ricorso suesposto infondato.
In particolare, tra le argomentazioni che inducevano gli Ermellini ad addivenire a siffatto esito decisorio, era richiamato quell’orientamento nomofilattico secondo il quale, “in tema di mandato di arresto europeo, a seguito delle modifiche apportate all’art. 18 – bis legge 22 aprile 2005, n. 69, dall’art. 18-bis d.l. 13 giugno 2023, n. 69, introdotto dalla legge di conversione 10 agosto 2023, n. 103, la Corte di appello, al fine di verificare lo stabile radicamento nel territorio nazionale della persona richiesta, quale motivo di rifiuto della consegna, è tenuta, a pena di nullità, ad indicare gli specifici indici rivelatori previsti dalla norma cit. ed i relativi criteri di valutazione, sicché il mancato apprezzamento di uno di tali indici rileva come violazione di legge, soggetta al sindacato della Corte di cassazione” (Sez. 6, sent. n. 41 del 28/12/2023).

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3. Conclusioni: nel mandato d’arresto europeo, la Corte territoriale deve indicare gli indici dello stabile radicamento, pena nullità e sindacato in Cassazione


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quali verifiche deve compiere la Corte di Appello, in tema di mandato di arresto europeo, per accertare lo stabile radicamento della persona richiesta ai fini del rifiuto della consegna.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che, dopo le modifiche all’art. 18-bis della legge n. 69/2005 dal d.l. 13 giugno 2023, n. 69, la Corte di Appello deve indicare, a pena di nullità, gli indici e i criteri per accertare lo stabile radicamento ai fini del rifiuto della consegna, pena violazione di legge censurabile in Cassazione.
Tale provvedimento, quindi, deve essere preso nella dovuta considerazione per comprendere come debba essere accertato siffatto radicamento.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

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Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

Avvocato e giornalista pubblicista. Cultore della materia per l’insegnamento di procedura penale presso il Corso di studi in Giurisprudenza dell’Università telematica Pegaso, per il triennio, a decorrere dall’Anno accademico 2023-2024. Autore di diverse pubblicazioni redatte per…Continua a leggere

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