Lo Statuto delle imprese accoglie la strategia della qualità della regolazione

Redazione 09/11/11
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La qualità della normativa è essenziale per consentire all’iniziativa imprenditoriale di fornire il massimo contributo allo sviluppo economica. Non vi è dubbio, infatti, che un sistema arrugginito da vincoli ingiustificati, lungaggini burocratiche e regole poco chiare nella loro formulazione disincentiva gli investimenti.

Viene, dunque, salutato con favore nello Statuto delle imprese, approvato in via definitiva lo scorso 3 novembre e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale (si veda su questo sito il testo del provvedimento e un primo articolo di commento), l’introduzione di un corposo pacchetto di misure inerenti la semplificazione e la qualità della normazione (artt. 6-11). Ciò in conformità alle strategie di better regulation approdate nel “Programma d’azione per la riduzione degli oneri amministrativi nell’Unione europea” adottato nel 2007 dalla Commissione Europea, che ha posto l’obiettivo della riduzione del 25% degli oneri burocratici entro il 2012.

Gli oneri amministrativi e burocratici sono stati evidenziati quali principali fattori che ostacolano lo sviluppo e la competitività delle piccole e medie imprese (PMI) nella relazione della Commissione sui risultati della consultazione relativa allo “Small Business act” del 2008, documento del quale lo Statuto si preoccupa di garantire l’applicazione.

Gli adempimenti amministrativi sono i costi sostenuti dalle imprese per ottemperare agli obblighi di informazione previsti da specifiche disposizioni regolative, mentre per onere informativo, come chiarito dallo stesso legislatore, deve intendersi qualunque adempimento che comporti la raccolta, l’elaborazione, la trasmissione, la conservazione e la produzione di informazione e documenti alla pubblica amministrazione (art. 7, co. 1, Statuto)

Ebbene, secondo i dati ufficiali Istat, nel 2000 i costi per gli adempimenti per le imprese ammontavano a 10 miliardi di euro, con un costo medio annuo per addetto di 1381 euro. In termini di giornate di lavoro si impiegano per adempimenti burocratici circa 38 milioni di giornate di lavoro all’anno. Trattandosi di costi fissi, l’incidenza è chiaramente superiore per le imprese di minori dimensioni.

Tre sono le direttrici di intervento cui dovranno attenersi, in base quanto prescritto all’art. 6 dello Statuto, lo Stato, le Regioni, gli enti locali, e gli enti pubblici al fine di ridurre al minimo gli oneri e gli adempimenti amministrativi a carico delle imprese:

a) l’adozione degli strumenti dell’analisi e della verifica dell’impatto della regolamentazione;

b) l’integrazione dei risultati delle valutazione nelle formulazioni delle proposte regolative;

c) l’osservanza dei criteri di proporzionalità e di gradualità in occasione dell’introduzione di nuovi oneri ed adempimenti a carico delle imprese, tenuto conto delle dimensioni, del numero degli addetti e del settore merceologico.

Si tratta di strumenti chiave per la semplificazione amministrativa e la qualità della regolazione contemplati già dalla L. 246/2000 (legge per la semplificazione annuale). In particolare l’analisi dell’impatto della regolazione (AIR) consiste nella valutazione a priori (preventiva) degli effetti che l’introduzione di una nuova norma (rectius ipotesi normativa) può comportare sulle attività delle imprese e dei cittadini, mediante comparazione di opzioni alternative. In tale ambito lo Statuto delle imprese è intervenuto precisando che nell’opera di individuazione e comparazione delle opzioni le amministrazioni competenti non sono completamente libere, in quanto per volontà espressa del legislatore ancorate ad assicurare il corretto funzionamento concorrenziale del mercato e la tutela delle libertà individuali. La verifica di impatto della regolamentazione (VIR) consiste, invece, nella valutazione periodica del raggiungimento delle finalità e nella stima dei costi e degli effetti prodotti da atti normativi sulle organizzazioni e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni

Si impone, inoltre, nella stesura di alcuni atti l’obbligo di recare in allegato l’elenco di tutti gli oneri informativi gravanti sui cittadini e sulle imprese introdotti o eliminati con gli atti medesimi di seguito indicati:

a) regolamenti ministeriali;

b) regolamenti interministeriali;

c) provvedimenti amministrativi a carattere generale adottati dalle amministrazioni dello Stato al fine di regolare l’esercizio di poteri autorizzatori, concessori o certificatori, nonché l’accesso ai servizi pubblici ovvero la concessione di benefici.

Tali atti, oltre ad essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, devono essere altresì pubblicati nei siti istituzionali di ciascuna amministrazione secondo modalità da definirsi con apposito regolamento ove saranno peraltro, definite le modalità di presentazione dei reclami da parte dei cittadini e delle imprese per la mancata osservanza delle disposizioni in commento ai fini della valutazione dei profili di responsabilità dei dirigenti interessati. Una sorta di controllo di qualità percepita dall’utente nei confronti delle istituzioni pubbliche. (Lilla Laperuta)

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