L’eccezione al copyright: il “fair use”

Redazione 30/05/19
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Nei capitoli precedenti si sono disegnate le linee di confine che delimitano l’area del diritto d’autore, in termini oggettivi (verificando cioè a quali opere si applica), soggettivi (constatando chi ne è titolare), temporali (con riferimento all’inizio e al termine della sua titolarità), e rispetto alle conseguenze delle sue violazioni, focalizzando il discorso sulla sua applicazione nel contesto del world wide web.

Attraverso tale analisi, si è potuto riscontrare come la realtà della rete Internet sia pienamente conglobata nella normativa preesistente all’avvento della società dell’informazione, nella misura in cui, soprattutto sul piano della disciplina sostanziale, pressoché tutte le norme vigenti nel contesto tradizionale si estendono alle creazioni diffuse attraverso il web, senza sostanziali distinzioni. In parallelo, si è anche osservato come il web possa costituire la sede in cui si generano nuove dinamiche nella gestione dei diritti, e sorgono nuovi strumenti peculiari connessi alla tutela della proprietà intellettuale – per esempio con riguardo alla produzione di certezze circa l’esistenza delle opere in momenti passati del tempo –, per cui nel contesto della Rete possono effettivamente emergere nuovi elementi strumentali all’applicazione della normativa, con conseguenze dalla portata non trascurabile (si pensi a come possa risultare ridimensionata la funzione del deposito delle opere presso la SIAe). Si è anche verificato come nell’ambito della Rete, presso i suoi operatori, possano essere introdotte spontaneamente procedure per la gestione delle controversie, come nel caso del Content-Id nelle piattaforme di video sharing. Si è visto come, attraverso queste procedure, se non è eliminato, è almeno differito e filtrato il ricorso agli strumenti formali di tutela disciplinati dalla legge, ma nello stesso tempo sono anche irrigiditi i controlli che inibiscono l’ingresso delle opere in Rete, soprattutto quando questi meccanismi eccedono la loro stessa funzione, come accade se il Content-Id blocca erroneamente l’upload di contenuti la cui pubblicazione sarebbe stata consentita.

Il presente elaborato è stato estratto dalla parte II: “oltre il copyright: la rete”

Il copyright su internet

Quest’opera è molto utile per un professionista che si trovi, per ragioni di lavoro, a tutelare i propri clienti, creatori o utilizzatori di opere originali, dall’uso indebito su Internet del proprio lavoro, all’interno di siti, blog o social network.Il volume offre spunti e conoscenze utilissime per non confondere i piani di protezione e utilizzo della proprietà intellettuale, aiuta a comprendere come si è arrivati a inventare forme di sfruttamento e diritti nuovi, per evitare di interrompere il continuo processo creativo di Internet, che si alimenta prevalentemente grazie alla condivisione delle idee.L’Autore intende pertanto fornire al professionista gli strumenti utili per realizzare il bilanciamento tra i diversi interessi che la rete coinvolge, riconoscendone i vantaggi ma anche i pericoli.Daniele Marongiu, insegna informatica giuridica all’Università di Cagliari, dove è ricercatore in Diritto Amministrativo nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Collabora con le Università di Castilla La Mancha (Toledo) e di Santiago de Compostela. Si occupa, sia in ambito accademico che extra-accademico, di ricerca, didattica e formazione sulle tematiche del diritto di Internet, dell’amministrazione digitale, della trasparenza istituzionale e dei profili giuridici connessi all’innovazione tecnologica. Su questi temi ha partecipato come relatore a numerosi convegni nazionali e internazionali. Ha al suo attivo più di trenta pubblicazioni, fra cui i libri “L’attività amministrativa automatizzata” (2005), “Il governo dell’informatica pubblica” (2007), “Organizzazione e diritto di Internet” (2013).

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Aspetti introduttivi

Nel contempo, comunque, questi ultimi aspetti riguardano controlli sull’applicazione della normativa, ma non la normativa in se stessa. Il perimetro di applicazione del copyright è il medesimo che è stato tracciato dalle norme pre-Internet, e rimane indiscutibile che tanto i principi cardine quanto la maggior parte delle norme di dettaglio si applichino oggi interamente al web. L’insieme di queste considerazioni, tuttavia, non deve condurre alla conclusione per cui tutto ciò che è in Rete è soggetto alle restrizioni del copyright. Al contrario – come vedremo in questo capitolo e nei successivi – nell’insieme delle norme vigenti sono presenti e contemplati spazi di non-applicazione (o di applicazione parziale) delle tutele della proprietà intellettuale, per cui una componente non trascurabile dei contenuti della Rete non è soggetta ai vincoli del diritto d’autore, e di conseguenza risulta legittimamente consegnata al libero riutilizzo da parte dell’utenza. In altri termini, allo stesso modo in cui abbiamo esaminato lo spazio “interno” al perimetro descritto dalle norme sul diritto d’autore, è possibile identificare uno spazio esterno a questo stesso confine, che può essere identificato come l’Internet “libera”. Una particolarità comune dei contenuti che rientrano in quest’area, come avremo modo di verificare, è la loro non immediata percepibilità, ovvero il fatto che pur essendo questi contenuti presenti e accessibili in Rete, non sempre sono facilmente identificabili come tali.

Al contrario, è esperienza comune che l’utente della Rete, in mancanza di chiari criteri, possa incontrare difficoltà nel distinguere i contenuti liberamente riutilizzabili rispetto a quelli soggetti a copyright. In questo capitolo e in quelli che seguono, dunque, si intende offrire elementi, criteri e conoscenze utili per ottenere familiarità con quest’area del web ed identificare le risorse non assoggettate a diritto d’autore. A tale scopo, è determinante anzitutto operare una distinzione di ordine generale. Infatti, l’universo complessivo dell’Internet “libera” è composto da tre macro-componenti che per ragioni molto diverse tra loro costituiscono realtà sottratte ai vincoli del diritto d’autore, per cui occorre che siano esaminate separatamente. esse sono riconducibili a tre condizioni giuridiche: il “fair use”, il “pubblico dominio” e il “copyleft”.

Tre realtà sottratte al vincolo del diritto d’autore

Nel primo caso – il “fair use” – ci si riferisce alle circostanze in cui un’opera, pur essendo soggetta a copyright, può essere liberamente riprodotta in ragione di particolari cause di giustificazione (per esempio nell’ipotesi dell’uso didattico).

La seconda ipotesi – il “pubblico dominio” – corrisponde alla situazione in cui un’opera non è soggetta a copyright perché ne sono scaduti i termini o per altre particolari ragioni che fanno sì che ad essa non si applichino in nessun caso le restrizioni della proprietà intellettuale.

Nel terzo caso – il “copyleft” – ci si riferisce alla possibilità che un’opera non sia soggetta a copyright perché l’autore ha volontariamente rinunciato ai propri diritti e ha deciso di consegnarla al libero riutilizzo, eventualmente conservando alcune condizioni e limitazioni (per esempio la necessità di citare la fonte). Queste tre realtà, accomunate dal fatto che rappresentano casi di libero uso delle creazioni intellettuali, presentano, ciascuna, peculiarità molto specifiche. Per questo motivo saranno esaminate separatamente in questo capitolo e nei due che seguono, con un approfondimento particolare per la terza circostanza, il copyleft, che costituisce l’ipotesi più innovativa e articolata.

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