La comunicazione sulla giustizia sociale e sulla coesione economica della commissione europea (com. 620/2007)

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L’economia europea e’ in crescita e i suoi effetti si manifestano con l’aumento della occupazione, ma e’ necessario un impegno piu’ intenso per realizzare gli obiettivi di sviluppo economico e sociale fissati a Lisbona nell’anno 2000.
Purtroppo le statistiche ci mostrano come una parte importante della popolazione resti socialmente esclusa e per  questo e’ necessario rafforzare l’impegno per eleborare politiche di integrazione efficaci che tendono a coniugare un’ economia dinamica, qual è quella della u.e., con le politiche di giustizia sociale.
E’ opportuno precisare che la situazione in Europa non e’ omogenea e varia da nazione a nazione.
 
La proposta della commissione europea per combattere il fenomeno della marginalita’ sociale e’ una strategia di coinvolgimento attivo che si rivolge a tutti i soggetti interessati (dagli stati membri alle persone svantaggiate) per fornire loro un sostegno idoneo,
La strategia si sviluppa:
1)         con un sostegno al reddito.
2)         con un sostegno alla ricerca del lavoro e della formazione professionale.
3)         con la istituzione di servizi sociali di tipo abilitante.
 
La consultazione avviata nel 2006 dalla commissione europea con tutte le parti interessate ha portato ai seguenti risultati.
A)    Rinnovato impegno e sostegno generale della ue a favore del coinvolgimento attivo con la elaborazione dei principi comuni a tutti gli stati membri e coordinamento delle iniziative dei singoli stati.
B)    Necessita’ di una strategia complessiva dove il sostegno al reddito sia accompagnato dalle opportunita’ sul mercato del lavoro e da un miglior accesso a servizi di qualita’. L’inclusione sociale e la partecipazione al mercato del lavoro devono procedere parallelamente. L’integrazione nel mercato del lavoro credibile va sempre accompagnata con una politica di sostegno dei servizi sociali e dei servizi per l’impiego personalizzati per rafforzare sia la partecipazione sociale sia la permanenza nella occupazione. In sintesi occorre che le persone svantaggiate, una volta avviate al lavoro, siano poste nella condizione di mantenerlo.
C)    Le parti sociali sono i soggetti necessari per affrontare il problema delle categorie svantaggiate. Il coinvolgimento di queste organizzazioni ha permesso la realizzazione della formazione permanente delle persone svantaggiate sul posto di lavoro.
D)    Dalla consultazione di tutti i soggetti (attori) interessati. E’ emerso che il successo delle politiche di coinvolgimento attivo dipende in buona parte dal ruolo svolto dagli erogatori dei servizi (soggetti pubblici, privati o misti). I governi nazionali e locali dei singoli stati hanno la funzione di elaborare le politiche di inclusione. Per rendere ancora piu’ efficaci queste politiche e’ necessario consultare e responsabilizzare le stesse persone svantaggiate.
 
La relazione congiunta del 2007 sulla protezione e sull’inclusione sociale, converge su alcune questioni.
-reddito minimo garantito che contribuisca a realizzare le potenzialita’ delle persone.
-soluzioni integrate tra mercato del lavoro e misure sociali di accompagnamento di tipo abilitante (servizi sociali di qualita’).
 
Proposte della commissione europea
 
Sulla base della consultazione la commissione propone il rafforzamento del metodo aperto di coordinamento, per questo sara’ necessario ed utile l’adozione di principi comuni a tutti gli stati membri, nell’ovvio rispetto del principio di sussidiarieta’ e autonomia.
            ad ogni singolo stato viene affidata la prerogativa di stabilire i parametri considerati ( sostegno al reddito, assistenza sociale, erogazione di servizi e misure sociali).
Resta, comunque, impegno della commissione uniformare il piu’ possibile i criteri e i parametri al fine di promuovere un processo che investa uniformemente tutti gli stati membri.
Questo processo strutturato e’ necessario per individuare le risposte politiche ai problemi connessi all’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini europei, con particolare riguardo alla assistenza sociale e all’assistenza abitativa, volte a garantire una esistenza dignitosa ( carta dei diritti fondamentali approvata a Nizza il 7 dicembre dell’anno 2000 ).
 
 
Principi comuni applicabili
 
1)      Sostegno al reddito (per  evitare l’esclusione sociale)
Diritto al lavoro ed alla formazione sociale,
Fissazione dei bisogni minimi della persona e della famiglia.
2)      Collegamento tra mercato del lavoro e soggetti per eliminare gli ostacoli di accesso e dare risposte tempestive ai bisogni con servizi personalizzati.
3)      Accesso a servizi di qualita’
 
Oltre al servizio sanitario e ai sistemi di protezione sociale per  garantire il godimento di diritti fondamentali e’ necessario assicurare:
          L’assistenza in momenti di difficolta’ personali e di crisi ( disoccupazione, sovraindebitamento, tossicodipendenza, disgregazione del nucleo familiare)
          Il diritto al reinserimento sociale e lavorativo e all’accesso ai servizi per l’infanzia a prezzi ragionevoli.
          Il diritto all’integrazione per le persone che hanno problemi di salute o malattie croniche.
          Il diritto alla casa (politiche abitative attive con edilizia popolare).
Gli strumenti finanziari che la unione europea sono notevoli e sono raggruppati tutti nel fondo sociale europeo (fse).
Avv. Raffaella Baccaro
presidente del Comitato rapporti con l’estero dell’A.N.V.A.G. Associazione Nazionale Volontari Avvocati per il Gratuito patrocinio e la difesa dei non abbienti- dic 2007

Baccaro Raffaella

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