Imposta sui servizi digitali: istituito il codice tributo 2700

Con la crescente digitalizzazione dell’economia, il legislatore italiano ha introdotto un’imposta specifica sui servizi digitali, con codice tributo 2700.

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Con la crescente digitalizzazione dell’economia, il legislatore italiano ha introdotto un’imposta specifica sui servizi digitali, disciplinata dall’art. 1, commi da 35 a 50, della legge n. 145/2018, successivamente modificata dalla legge n. 207/2024. Questo elaborato analizza l’istituzione del nuovo codice tributo per il versamento dell’acconto tramite modello F24, con particolare riferimento alla ridenominazione del codice “2700”, chiarendo gli aspetti operativi e normativi. Per approfondire su questi temi abbiamo pubblicato il volume Influencer e intelligenza artificiale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, pensato per professionisti del diritto e della comunicazione, offre strumenti concreti per orientarsi tra rischi, adempimenti e normative

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Indice

1. Contesto normativo


L’Imposta sui Servizi Digitali, introdotta in Italia con la Legge di Bilancio 2020 (art. 1, commi 35-50, L. 160/2019), è una misura ispirata alle linee guida internazionali dell’OCSE e dell’Unione Europea, finalizzata a tassare i ricavi generati da specifici servizi digitali prestati da grandi imprese, anche estere, che operano nel mercato italiano.
Questa imposta si applica a soggetti che, a livello consolidato, realizzano ricavi globali pari ad almeno 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 milioni derivanti da servizi digitali forniti in Italia. Tra i servizi rilevanti rientrano, ad esempio, la veicolazione di pubblicità online, l’intermediazione digitale e la trasmissione di dati raccolti da utenti italiani.
Il contesto si può rintracciare nella Legge n. 145 del 30 dicembre 2018 (Introduzione dell’imposta sui servizi digitali (Digital Services Tax – DST), in linea con le raccomandazioni OCSE e le misure adottate da altri Paesi UE.) e nella Legge n. 207 del 30 dicembre 2024 (Modifica e integrazione dei commi 21 e 22, con aggiornamenti volti a rendere il tributo più aderente alle evoluzioni del mercato digitale e agli obblighi fiscali europei). Per approfondire su questi temi abbiamo pubblicato il volume Influencer e intelligenza artificiale, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, pensato per professionisti del diritto e della comunicazione, offre strumenti concreti per orientarsi tra rischi, adempimenti e normative

VOLUME

Influencer e intelligenza artificiale

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2. Natura dell’imposta sui servizi digitali


I soggetti passivi dell’imposta sono le imprese con ricavi globali consolidati superiori a €750 milioni e con ricavi derivanti da servizi digitali in Italia superiori a €5,5 milioni.
Dal punto di vista operativo, i soggetti passivi dell’imposta dovranno: utilizzare il codice “2701” per il versamento dell’acconto, da effettuarsi generalmente entro il 30 giugno dell’anno di imposta di riferimento; il codice “2700” per il versamento del saldo, da eseguire entro il 16 febbraio dell’anno successivo; indicare nel modello F24 l’anno di imposta di riferimento nella forma “AAAA”.
È fondamentale che le imprese interessate e i loro consulenti si adeguino tempestivamente a queste nuove indicazioni, per evitare irregolarità nei versamenti che potrebbero comportare sanzioni o contestazioni da parte dell’Amministrazione.

  • Servizi interessati:
    • Intermediazione digitale
    • Veicolazione di pubblicità online
    • Trasmissione di dati raccolti da utenti su piattaforme digitali
  • Aliquota applicata:
    3% sui ricavi imponibili generati in Italia.

3. Obblighi di versamento


L’imposta prevede il pagamento di un acconto annuale pari al 100% dell’imposta dovuta per l’anno precedente.
Scadenze:

  • Acconto: 16 febbraio dell’anno successivo a quello di riferimento
  • Saldo: 16 marzo

4. Istituzione del Codice Tributo per il Modello F24


Con la risoluzione n. 58/E del 9 ottobre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha Istituito un nuovo codice tributo per il versamento dell’acconto dell’imposta sui servizi digitali:

  • Codice tributo: 2700
  • Denominazione aggiornata: “Imposta sui servizi digitali – Acconto – art. 1, commi da 35 a 50, legge n. 145/2018 e successive modificazioni”

5. Modalità di compilazione del Modello F24

  • Sezione: “Erario”
  • Campo “codice tributo”: 2700
  • Campo “anno di riferimento”: Indicare l’anno d’imposta per cui si effettua il versamento (formato AAAA)
  • Campo “importi a debito versati”: Indicare l’importo dell’acconto
  • Altri campi: Compilati secondo le istruzioni generali del modello F24

6. Finalità della ridenominazione del Codice 2700


Con la Risoluzione n. 48/E dell’11 ottobre 2023, l’Agenzia delle Entrate ha istituito un nuovo codice tributo specifico per il versamento dell’acconto dell’Imposta sui Servizi Digitali. Il nuovo codice, “2701”, deve essere utilizzato in sede di compilazione del modello F24, nella sezione “Erario”, per distinguere il pagamento dell’acconto dal saldo.
Questa distinzione consente una più precisa imputazione dei versamenti, facilitando le verifiche e il controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria, e offre maggiore chiarezza anche per i contribuenti e i professionisti incaricati della gestione fiscale.
Contestualmente, il codice tributo “2700”, precedentemente utilizzato genericamente per il versamento dell’intera imposta, è stato ridenominato per identificarne in modo specifico l’utilizzo ai fini del saldo dell’ISD.
Questa modifica risponde a un’esigenza di maggiore trasparenza e sistematizzazione: la presenza di due codici distinti – uno per l’acconto e uno per il saldo – consente di evitare errori materiali nei versamenti e di semplificare le operazioni di ravvedimento, compensazione e controllo.

  • Chiarezza operativa: la nuova denominazione del codice tributo 2700 distingue chiaramente l’acconto dall’eventuale saldo, evitando confusioni nei versamenti.
  • Allineamento normativo: integra le modifiche introdotte dalla legge n. 207/2024, garantendo coerenza tra normativa e prassi amministrativa.

7. Considerazioni finali


L’introduzione di un codice tributo specifico per l’acconto DST contribuisce a:

  • Migliorare la tracciabilità dei versamenti
  • Evitare errori nei pagamenti
  • Facilitare i controlli da parte dell’amministrazione finanziaria

Le imprese interessate devono adeguare tempestivamente i propri sistemi contabili e amministrativi per garantire il corretto adempimento.

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Avvocato Rosario Bello

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