Il concetto di “credito in sofferenza” si riferisce a quella tipologia di credito bancario o finanziario che non viene restituito secondo le modalità e i tempi stabiliti nel contratto originario. Questi crediti rappresentano una delle problematiche più gravi per gli istituti di credito e per le imprese, in quanto comportano il rischio di insolvenza da parte dei debitori e possono avere effetti devastanti sulla stabilità finanziaria delle aziende coinvolte. La gestione dei crediti in sofferenza richiede una valutazione accurata dei rischi, oltre alla ricerca di soluzioni giuridiche ed economiche idonee a minimizzare le perdite.
Indice
1. Definizione di “credito in sofferenza”
Un credito è definito “in sofferenza” quando il debitore non adempie le proprie obbligazioni nei confronti del creditore, a prescindere dalla natura del rapporto (finanziario, commerciale, etc.). In ambito bancario, un credito entra in sofferenza quando il debitore non è in grado di restituire il prestito nei termini concordati. L’Autorità di Vigilanza Bancaria (in Italia, la Banca d’Italia) stabilisce delle soglie precise per classificare un credito come sofferenza. In particolare, un credito viene generalmente considerato in sofferenza quando le rate di rimborso non sono state pagate per un periodo superiore a 90 giorni, o quando il debito non è più ritenuto recuperabile con gli strumenti tradizionali di sollecito.
2. Caratteristiche dei crediti in sofferenza
I crediti in sofferenza possono essere suddivisi in due categorie principali:
- Credito deteriorato: Si tratta di crediti che presentano difficoltà di pagamento da parte del debitore, ma che, almeno inizialmente, non sono considerati totalmente irrimediabili. Tali crediti possono essere ristrutturati, ridiscussi, o convertiti in altre forme di finanziamento.
- Credito non recuperabile (incagliato o problematico): Questi crediti sono definitivamente considerati irrecuperabili e vengono iscritti come perdite definitive nei bilanci degli istituti di credito. La classificazione di un credito come “sofferenza” implica un alto grado di incertezza sulla possibilità di recupero, spesso con il ricorso a procedure legali per il recupero delle somme.
3. Normativa e regolamentazione
In Italia, la gestione dei crediti in sofferenza è disciplinata da diverse normative, tra cui le disposizioni contenute nel Codice Civile, la normativa bancaria e le direttive europee. Il Codice Civile regola gli aspetti generali della contrattualistica e dell’insolvenza, mentre la normativa bancaria, in particolare quella della Banca d’Italia, stabilisce le regole per la classificazione dei crediti in sofferenza e le relative riserve da accantonare da parte delle banche.
Le linee guida europee stabiliscono che le banche devono dotarsi di politiche di gestione dei crediti deteriorati, con obbligo di reporting periodico delle sofferenze e di accantonamento di riserve per coprire le perdite. Inoltre, l’Unione Europea ha introdotto misure che incentivano le banche a ridurre i crediti in sofferenza attraverso la creazione di mercati secondari per la vendita di questi crediti a fondi specializzati o ad altri istituti finanziari.
4. Gestione dei crediti in sofferenza
La gestione dei crediti in sofferenza implica una serie di strategie e azioni legali finalizzate a ridurre le perdite economiche. Tra le principali modalità di gestione ci sono:
- Ristrutturazione del debito: In molti casi, per evitare che il credito entri in sofferenza, la banca può negoziare un piano di rientro con il debitore, che prevede il pagamento in rate più dilazionate, con la possibilità di rinegoziare i tassi d’interesse o altre condizioni del contratto di prestito.
- Accordo transattivo: Un’altra soluzione possibile è l’accordo transattivo, che prevede una riduzione del debito originario, con un pagamento parziale da parte del debitore per estinguere la posizione debitoria.
- Cessione del credito: Le banche possono cedere i crediti in sofferenza a terzi, spesso a società specializzate in recupero crediti, attraverso il cosiddetto “credit transfer”. Queste società si occuperanno del recupero del credito, assumendosi il rischio della sua totale o parziale perdita.
- Procedura legale: Quando tutte le soluzioni non sono sufficienti, il creditore può decidere di avviare una causa legale per il recupero del credito, con l’obiettivo di ottenere una sentenza favorevole che consenta di eseguire il pignoramento di beni del debitore.
5. Implicazioni fiscali e contabili
In ambito fiscale e contabile, i crediti in sofferenza comportano significative implicazioni. Le banche e gli altri creditori devono adeguarsi alle normative in materia di accantonamento di riserve per coprire le perdite derivanti dai crediti deteriorati. Le perdite su crediti vengono contabilizzate come perdite operative e devono essere incluse nel bilancio annuale. Inoltre, la gestione di crediti in sofferenza incide anche sulle valutazioni di bilancio delle imprese, influendo sulle capacità di accesso al credito, sulla solvibilità e sul rating dell’azienda.
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