In Italia definiti a più riprese come choosy, bamboccioni, narcisisti, egoisti e menefreghisti, questi appartenenti alla generazione del nuovo millennio (la Generazione Y), sono stati analizzati con più attenzione nel Rapporto Coop 2016, che ci permette di comporre un identikit dei Millennial italiani.
Ecco il quadro che ne emerge e i nuovi aggettivi per definirli
I Millennial rappresentano il 24% della popolazione mondiale: in Italia sono 8,6 milioni, divisi abbastanza equamente tra maschi (50,5%) e femmine (49,5%). Vivono in Centro Italia (19%), al Sud e nelle isole (39%), ma la maggior parte è al Nord (42%).
Sono tutti accomunati dal fare parte della prima generazione della storia che ha dimestichezza con la tecnologia e la comunicazione nelletà adulta.
Lapproccio al lavoro: disoccupati stacanovisti
Uno degli aspetti più interessanti e controversi della generazione Y riguarda il mondo del lavoro. Nonostante siano costantemente accusati di pigrizia e nullafacenza, i Millennial, dati alla mano, rappresentano i moderni stacanovisti: più di 3,8 milioni di loro lavorano oltre lorario formale e durante il weekend (il 17% in più rispetto alla generazione precedente, per intenderci).
Eppure, tra tutte le fasce della popolazione, sono la generazione col più alto tasso di disoccupazione nel 2016 si attesta al 37,6% e una delle ultime in Europa per età media di uscita dal nucleo familiare: 30,1 anni, seconda solo a Macedonia, Malta e Slovacchia.
Quella dei Millennial è una posizione caratterizzata dalla precarietà, dalla flessibilità e dalla resilienza. Tra i Millennial occupati, 2,3 milioni di giovani (il 46,7%) svolgono un lavoro di livello più basso rispetto alla propria qualifica. Un milione ha cambiato almeno due occupazioni nel corso dellultimo anno e più di un milione ha dichiarato di aver lavorato in nero. Infine, 4,4 milioni sono i Millennial che hanno iniziato con uno stage non retribuito: un altro dei compromessi da non sottovalutare a cui la Generazione Y si è ormai abituata.
La creatività e la comunicazione
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Essendo una generazione cresciuta a pane e digitale, non sorprende che i Millennials siano anche molto creativi e tecnologici. I giovani imprenditori italiani hanno fondato circa 1200 startup, un quinto del totale e il quadruplo rispetto al numero di società con prevalenza giovanile.
Lavorare sui Millennial significa avere a che fare con una generazione molto affine alle tecniche di comunicazione. Sono digitali, globali (ma interessati al mondo local) e iperconnessi. Il 97% di loro ha almeno un profilo personale su un social network: escludendo WhatsApp, che rimane la piattaforma di messaggistica più utilizzata, Facebook è ancora fondamentale, seguito da Instagram e Twitter.
Da non sottovalutare è anche la considerazione che i giovani hanno dei social: molto più che negli altri Paesi europei, gli italiani ritengono che i social possano rappresentare un progresso per la politica.
Si connettono in prevalenza da mobile (il 93% delle volte), ma usano anche il tablet (il 47%) e il pc (il 30%). In generale, sono bravissimi nel riconoscere un messaggio pubblicitario e riescono a distinguere un contenuto autentico da uno promozionale, quindi attenzione a non cercare di prenderli in giro.
I valori: la ricerca della felicità
I Millennial italiani sono tendenzialmente pessimisti sul proprio futuro: insicuri, infelici, ignorati. Molto più dei loro coetanei europei, dichiarano di sentirsi soli. Forse è anche per questo che è forte in loro il desiderio di affermazione di sé.
La scala delle priorità dei giovani italiani della Generazione Y è abbastanza chiara: la salute innanzitutto (proprio come da proverbio), seguita da felicità, tempo libero, libertà e infine la possibilità di arricchimento grazie alla carriera lavorativa.
Da non sottovalutare sono anche alcune caratteristiche tipiche dei Millennial che si riflettono nelle abitudini di tutti i giorni: lattenzione allambiente, la mobilità, lapertura e il confronto verso altre culture e leuropeismo, probabilmente favorito dalle politiche comunitarie adottate negli anni di studio di questa generazione. Ad esempio, il programma Erasmus.
La musica, Youtube e lengagement
Chiudiamo con quella che sembra essere, secondo il Yahoo Discover Millennials, la passione universalmente riconosciuta dei Millennial: la musica.
Il 50% di questa fascia di popolazione si dichiara appassionato di musica; il 45% appartiene alla fanbase di un musicista, l81% ascolta musica ogni giorno.
Su YouTube, il social network utilizzato per la visione e la condivisione di video, sono i contenuti musicali quelli più visualizzati dai Millennial, perché suscitando le emozioni più forti sono in grado di generare engagement.
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